Le dita della nonna si spostarono sulla prima foto, mentre il suo sguardo si alzava sul marito, intento a osservarla. Giorgio sorrideva, guardando quella donna che nonostante gli anni continuava ad affascinarlo con i suoi racconti straordinari. Erano incisi sul suo cuore i giorni in cui l'aveva conosciuta: Nadia era un vero pirata in cerca di avventure, lo era sempre stata. Aveva capito di voler viaggiare con lei sulla sua nave dal primo giorno in cui l'aveva vista... Quanti oceani avevano solcato insieme, da allora!
"Ora sta a vostro nonno, sono sicura che troverà una storia ancora più bella, scavando un po' nella sua memoria..."
Nadia ricambiò quel sorriso complice: comprendeva i suoi pensieri anche in un semplice sguardo, non poteva farne a meno.
"Spero di essere all'altezza delle avventure di vostra nonna..."Si schiarì la voce e abbassò gli occhi sul libro, immergendosi nel passato:
"Il bambino con la cartelletta tra le mani era perso nei suoi pensieri in quel momento... Era il suo ultimo giorno di scuola elementare, e i suoi genitori avevano insistito così tanto ad accompagnarlo per scattare quella foto! Ricordo che ai tempi mi vergognai moltissimo, a essere guardato da tutti mente ero con loro davanti ai cancelli, ma ora sono davvero grato ai miei genitori per aver immortalato quel momento. È uno dei ricordi a cui sono più legato, perché quello fu un giorno davvero speciale."
"L'ultimo giorno di elementari? Nonno, ma avevi la mia età!"
"Esatto, Elly! Pensa, quanto tempo è passato..."
Il nonno alzò lo sguardo sul soffitto mansardato, su cui volteggiavano ancora le stelle, proprio come i suoi ricordi si fondevano nel tempo e nello spazio, viaggiando nella sua mente sulle ali della memoria."Ricordo la sensazione di euforia che provai, all'uscita da scuola, ma ricordo anche la tristezza e la paura dell'ignoto che mi attanagliavano se solo pensavo al futuro... Desideravo tanto intraprendere una nuova avventura, ma al tempo stesso ero terrorizzato al pensiero di non essere pronto per quel cambiamento."
"Quanto ti capisco!"
Ellen cercò di lasciarsi alle spalle i pensieri che riempivano anche il suo cuore, e di ascoltare il nonno, facendosi trasportare dalla fantasia e viaggiando con lui nel tempo."Ero immerso nei miei pensieri, mentre camminavo verso casa osservando le mattonelle sul marciapiede e giocando a evitare le linee che le dividevano. Fu allora che sentii delle voci. Erano delle risate provocatorie, ma c'era anche una voce femminile, di una bambina infuriata. Alzai lo sguardo e voltai l'angolo dell'edificio. Proprio davanti alla scuola femminile c'era una bimba in punta di piedi che cercava di afferrare uno dei suoi libri, che dei ragazzini più grandi si lanciavano tra loro. Sembrava davvero arrabbiata, con quella sua furia indomabile. Ricordo che, saltando per riprendersi il libro, atterrò sul piede di uno dei ragazzini, che cominciò a piangere dal dolore. Lei gli sfilò il libro di mano, soddisfatta, ma un altro ragazzo lo rubò di nuovo, ricominciando a deriderla."
"Che monelli quei ragazzacci!"
Nathan era davvero arrabbiato, come potevano trattare così una bimba più piccola di loro?
"Proprio così, Nathy: fu quello che pensai anche io. Mi avvicinai a passi veloci, e riconobbi i visi di alcuni di loro. Erano dei bulli della mia scuola, li conoscevo di vista, perché erano nella classe accanto alla mia. Anche loro erano in quinta e, se credevano di poter fare quello che volevano solo perché erano i più grandi, si sbagliavano di grosso. Arrivai alle spalle di uno di loro: essendo più alto, presi il libro dalla sua mano protesa verso il cielo, con cui cercava di evitare gli artigli della bambina che si aggrappava per raggiungerlo."
"Bravo, nonno!"
"Lui si voltò a guardarmi, e quando si rese conto della mia stazza rispetto alla sua se la diede a gambe. Credo fosse il capo del gruppetto, perché fece un fischio e gli altri lo seguirono all'istante, scappando dietro l'angolo."
Nathan era proprio soddisfatto:
"Erano dei fifoni in realtà!"
Ellen annuì convinta, lo aveva imparato per esperienza personale:
"Oh, i bulli lo sono sempre, vogliono solo fingersi grandi, ma in realtà hanno più paura di tutti."
"Hai ragione, Elly!"Nathan rialzò gli occhi curiosi sul nonno:
"E poi cos'hai fatto?"
"Guardai il titolo sulla copertina del libro: 'Ventimila leghe sotto i mari.' Chissà cos'erano le leghe, e ventimila poi... Che numero enorme! Lo porsi alla bambina: 'Non è un libro difficile?' Lei alzò lo sguardo, i suoi occhi azzurri si posarono su di me, mentre mi sussurrava in risposta: 'Nessun libro è difficile, ma ogni libro ti apre la porta verso un altro mondo.' Sorrise divertita vedendo che ero rimasto muto come un pesce e immobile come una statua: mi aveva lasciato senza parole."
La nonna rise di cuore:
"Quell'immagine è scolpita nella mia memoria, non dimenticherò mai la sua faccia in quel momento! Lo ringraziai per il salvataggio, anche se gli dissi che non ce ne sarebbe stato proprio bisogno, me la sarei cavata benissimo anche da sola."
Il nonno fece l'occhiolino, divertito:
"Non ho mai avuto dubbi al riguardo... Poi si voltò, la treccia bionda fece una giravolta insieme a lei e la osservai allontanarsi salterellando. Aveva solo otto anni, ma la saggezza di una vita intera era racchiusa in quelle parole."
"Ho capito! Era la nonna, vero?"
Nathan era convintissimo di aver indovinato, che soddisfazione provò quando sollevò gli occhi su di lei e la vide annuire felice!"E poi cos'è successo?"
Ellen era curiosissima di sapere come continuava quella storia: la storia dei suoi nonni, la storia della sua famiglia, la storia del suo stesso passato...
"Le parole di quella quella bambina continuarono a risuonarmi nella mente: volevo scoprire anche io la magia che un libro sapeva dischiudere. Così quello stesso pomeriggio andai in biblioteca per iniziare il mio primo viaggio tra le pagine."
Il nonno sorrise pensando a ciò che i libri avevano significato nella sua vita:
"Da quel momento non ho più smesso di volare con la fantasia, di avventurarmi in mondi inesplorati, di viaggiare nel tempo... Ho vissuto mille volte, grazie ai libri, e soprattutto grazie a quella semplice bambina, che mi ha mostrato in una sola frase l'intero universo.""Non l'hai più vista?"
Nathan era confuso: il nonno aveva letto tutti i quei libri, e poi?
"Ma certo che mi ha rivista! Ci incontrammo nuovamente molto presto, proprio tra gli scaffali della biblioteca, e fu lì che cominciò la nostra avventura."
Il nonno chiuse lentamente il libro, asciugandosi gli occhi lucidi di nostalgia:
"La nonna ha ragione... Ma questa è un'altra storia, e per iniziarla dovremo aspettare domani. È ora di andare a dormire: domattina il mare ci aspetta!"
Nathan cercò di protestare, ma i suoi occhietti rossi esprimevano tutta la sua reale stanchezza.Alla fine il vecchio album di fotografie ritrovò il suo posto nel cassetto e le luci si spensero nella magica soffitta. I nonni rimboccarono le coperte ai nipotini, augurando loro una buonanotte speciale, e li lasciarono nel mondo dei sogni. Quella notte la fantasia si dischiuse, e la polvere magica dei sogni portò lontano quei due nanerottoli, in un mondo immerso nel passato, in un'infanzia felice fatta di indomabili pirati, morbidi pupazzi e caldi sorrisi, che non avrebbero mai dimenticato.
STAI LEGGENDO
Un album di fotografie
FantasyAlcuni bambini vorrebbero soltanto poter chiudere gli occhi e ritrovarsi già grandi; altri, invece, non vorrebbero mai crescere... Ellen e Nathan vivono la loro infanzia da queste due opposte prospettive, ma entrambi dimenticano un segreto: vivere c...