Un fuocherello pericoloso, la gioia del cuore e un intrigante dilemma

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"E tu, nonna? Come ti sentivi vedendo partire il nonno?"
Nadia guardò gli occhi preoccupati della sua nipotina, immergendosi nei suoi tristi ricordi:
"Mi sentii smarrita, ero amareggiata e arrabbiata con lui per quella partenza improvvisa, non capivo appieno i motivi che lo obbligavano ad andarsene... Giorgio mi lasciò un biglietto di carta con il suo nuovo indirizzo, dicendomi che sperava tanto ci saremmo rivisti. Quella sera stessa però feci qualcosa di cui poi mi pentii amaramente: in preda alla rabbia e allo sconforto gettai il prezioso foglietto nel fuoco scoppiettante del vecchio camino."
Nathan sussultò per lo spavento:
"Ma che avevi combinato, nonnina? Accipigna! E adesso? Non sapevi più dove trovare il nonno!"
Arricciò il nasino e incrociò le braccia, deluso dalla sua amata nonna: non se lo sarebbe mai aspettato da una piratessa coraggiosa come lei...
"Hai ragione, Nathy, fu un gesto avventato e di cui mi vergogno ancora... Purtroppo la rabbia è potente come quelle fiamme: se non la combattiamo può dominarci e portarci ad agire senza riflettere."
Nathan ripensò a come il suo cuoricino aveva preso fuoco quella volta in cui Elly per scherzo gli aveva nascosto il suo amato capitan Nemo: era passato tanto tempo, ma ricordava ancora le tremendissime parole che le aveva rivolto... La nonna aveva ragione: quel fuocherello era pericoloso, perché portava con sé solo cose terribili...
Nadia osservò la preoccupazione riflessa in quei dolci occhioni occhialuti e sfiorò dolcemente la sua spalla, cancellando quella nuvola di amarezza:
"Sai, Nathy, capita a tutti a volte di perdere le staffe; da piccola ero piuttosto peperina, quindi mi succedeva spesso... In quel momento avrei avuto bisogno di una buona dose di autocontrollo, ma quanta pena mi sarei risparmiata!"
Ellen sollevò gli occhi su quelli della nonna, socchiusi quasi come a rivivere quei tristi momenti:
"E poi cos'accadde?"
"Il giorno seguente realizzai cos'avevo fatto, ma ormai era troppo tardi: Giorgio era partito, e non avrei mai potuto sapere per dove."
"Ma non c'era proprio nulla che potessi fare?"
Ellen cercava in tutti i modi di trovare una soluzione a quel rompicapo, ma in effetti non esistevano ancora i cellulari ai tempi della nonna; era un mondo molto diverso da quello a cui era abituata...
"Oh sì, l'unica cosa da fare era aspettare. Dovevo avere pazienza e sperare che Giorgio tornasse a trovarmi, ma la vita non sempre segue il corso che ci saremmo aspettati..."

La nonna sorrise, sfiorando le pagine ingiallite, e posò le dita leggere su un'altra fotografia, che ritraeva due ragazze dai visi gioiosi: dei riccioli biondi accanto a una chioma scura e lucente. Nadia rialzò lo sguardo, gli occhi scintillanti di nostalgia:
"Laura era ancora al mio fianco. Mi rimase vicina giorno dopo giorno, riempiendo sempre più il vuoto che aveva lasciato vostro nonno. Negli anni che seguirono ci divertissimo moltissimo e imparammo tantissime cose grazie alla nostra curiosità senza fine. Da bambine diventammo ben presto due belle ragazze, sempre gioiose e piene di entusiasmo. Non avevo dimenticato Giorgio, ma il tempo aveva addolcito i ricordi dell'infanzia, permettendomi di cancellare la rabbia e vivere quell'avventura straordinaria di cui vi ho tanto parlato: crescere."

Ellen osservò i visi di quelle due ragazze, immaginò le loro risate senza tempo, scrutò gli occhi sereni della nonna e di Laura, la loro euforia impressa in quei ricordi... Anche se erano cresciute, i loro volti non erano cambiati, riflettevano la gioia del loro cuore, irrefrenabile e immutabile; il tempo, anziché raffreddarla, sembrava averla rinvigorita in tutto il suo splendore. La piccola Elly era curiosa più che mai di scoprire cos'avesse imparato di tanto importante la nonna in quegli anni: lei aveva sempre pensato che rimanendo bambina si sarebbe risparmiata tanti dolori e responsabilità, mentre crescere le sembrava qualcosa di triste e noioso... In fondo a dieci anni si conosce già tutto ciò che è davvero importante nella vita, giusto?
"Raccontaci qualcosa che quegli anni ti hanno insegnato, nonna; qualcosa che ti ha fatta crescere... Vorrei capire cosa significa diventare grande..."
La nonna la guardò pensierosa, trotterellando con le dita sulle pagine che ondeggiavano alla brezza della sera, infiltratasi dalla piccola finestra.
"È una bella domanda, Elly... Cosa significa crescere? Non credo di saperti rispondere a parole, penso proprio dovrai provarlo tu stessa per capirlo pienamente. Forse però potrò appagare un pochino la tua curiosità con una piccola storia, chissà che non ti sia di aiuto per trovare la risposta al tuo intrigante dilemma..."

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