Sbadigli, grugniti e tazze vuote

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Una piccola mano spuntò da un lenzuolo arruffato e ricoperto di principesse Disney, fino a schiacciare la squillante sveglia. Uno sbadiglio prese il posto del suo tintinnare, soffocato dall'altra mano ancora nascosta sotto le coperte. Il cinguettio degli uccelli si diffondeva candido nell'aria: rondini e passerotti annunciavano spensierati l'inizio di un'altra giornata quasi estiva.

Una bimba spettinata e arrotolata nel lenzuolo si stropicciò gli occhi un po' confusa e scese dal letto barcollante, guardandosi intorno. La sua piccola stanza era ancora lì: la lampada con i pesciolini rossi illuminata dai raggi del sole e l'armadio con le manopole a orsacchiotto scintillanti... Lo zaino di scuola e i vestiti per l'ultimo giorno però campeggiavano sulla scrivania addossata alla finestra, ricordandole il tremendo incubo che l'aspettava.

Guardò fuori dalla finestra attaccando il naso al vetro e diffondendo un alone di vapore sulla superficie liscia: sembrava un giorno come tanti altri, il sole si stava alzando nel cielo più limpido e sereno che mai, pronto a darle il buongiorno... Tutto il contrario dell'agitazione che sentiva nel suo piccolo cuore.

Scese gli scalini verso la cucina incontrando un nanerottolo ancor più assonnato, i capelli arruffati e il pigiama ormai troppo piccolo:
"Ciao Nathan! Dormito bene?"
Un grugnito fu l'unica risposta... Non sembrava di buon umore neanche lui, che strano:
"Ehi, ma non sei contento? Da domani sei in vacanza!"
"Sì, certo, con un mare di compiti da fare quando tu te ne starai tutto il giorno a divertirti..."

Due tazze di latte caldo li stavano aspettando sulla tavola, mentre la mamma raccattava dalla credenza biscotti e cereali per completare la scena.
"Cosa sono quelle facce lunghe, ragazzi? Ultimo giorno in cui avete dovuto sentire la sveglia, da domani vi aspettano il mare e i nonni, pronti a rimpinzarvi di cibo e coccole!"
La mamma cercava di riportare l'allegria, ma purtroppo il suo entusiasmo non sembrava avere l'effetto sperato.
"Non è giusto, ecco."
Si sistemò sullo sgabello per avvicinarsi al tavolo, dondolando i piedi nervoso.
"Cosa, Nathan?"
I cereali iniziarono a riversarsi nella piccola tazza a forma di Nemo:
"Ellen fa la festa con la sua classe oggi pomeriggio e avranno un'intera estate senza compiti."
Lo strisciare della sedia fu seguito da un tonfo deciso, Ellen si sedette e lo guardò dritto negli occhi, le sopracciglia arricciate e un'espressione che non prometteva niente di buono...
"Guarda che le scorse estati i compiti li ho sempre fatti anche io, e comunque alla festa dovrò salutare tutte le mie amiche che non rivedrò mai più."
Di bene in meglio! Ci voleva una buona dose di ottimismo per riportare l'umore un po' meno sotto i piedi...
"Nathan, vedrai che avrai moltissimo tempo per divertirti, finirai i compiti in un attimo, e sicuramente i tuoi amici faranno un sacco di feste quest'estate! E tu, Ellen, non ti devi preoccupare, non ci trasferiamo mica dall'altra parte del mondo! Anche se non farete più la stessa scuola, avrai sempre le tue amiche sotto il naso, e alle medie incontrerai tante altre ragazze simpatiche."
"Che avranno in testa solo trucco e ragazzi... Che noia!"
"Ma no, cosa dici? Vedrai che avrete moltissimi interessi in comune, come..."
"Sì, certo, mamma. Scusa ma devo andare a vestirmi, non voglio fare tardi."
Si alzò senza nemmeno aver toccato la colazione e salì in un lampo le scale, richiudendosi la porta alle spalle.

"Tua sorella mi preoccupa, spero tanto non le rimarrà un brutto ricordo dell'ultimo giorno di elementari..."
Nathan fissava il vuoto nella tazza, intento a pensare a quanto disperata fosse ormai la sua situazione:
"Io fossi in lei sarei la persona più felicissima del mondo."
Scivolò ciondolando giù dallo sgabello e si incamminò per le scale, come un viandante senza meta...

"Si dice più felice, non più felicissima..."
Sussurrò quasi a se stessa, immersa in altri pensieri: al momento la frase sgrammaticata del suo bimbo di sette anni era l'ultima cosa a preoccuparla.

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