I piatti si erano svuotati in un batter d'occhio, la cucina della nonna era ineguagliabile e anche stavolta aveva riempito le pance e i cuori dei suoi nipotini...
Nathan, da buongustaio, spezzò una fetta di pane e iniziò a fare la scarpetta per raccogliere tutto quel sughetto così appetitoso:
"Nonna, ma come fai a fare la pasta al pesce così buona?"
Ellen osservò gli occhi sorridenti della cuoca più brava del mondo, intenta a guardare il piccolo Nathan che mangiava il pane a quattro bocche...
"Già, l'ultima volta che la mamma ha fatto una cena a base di pesce io e papà abbiamo provato a proporre la pizza d'asporto: dal primo boccone era immangiabile, ti ricordi, Nathy?"
Il piccolo mangione annuì, la fetta di pane ancora tra i denti:
"Certo che me lo ricordo, che schifo! Molto meglio la pizza!"
"Nathy, non si dice mai così per il cibo, al massimo puoi dire che non ti era piaciuto... Comunque, non è solo merito mio, il pesce fresco al mare è tutta un'altra storia rispetto a quello congelato che compra al supermercato vostra madre..."
"Il tuo, nonna, era buonissimissimo!"
Lo guardò contenta, la massima aspirazione delle nonne è da sempre rimpinzare i nipotini di cibo...
"Mi fa piacere, Nathy, e appena finisci di fare la scarpetta vi porto il secondo."
Ellen la guardò incredula:
"Il secondo? Ma se abbiamo mangiato dei piatti di pasta da bufalo! Non ci sta più neanche uno spillo nella mia pancia..."
"Oh, davvero? Ma che peccato, c'erano i filetti di merluzzo... Vorrà dire che li terrò per domani a pranzo."Il nonno, goloso di dolci quanto i nipoti, fece la sua proposta allettante, strizzando un occhio divertito:
"Volete che passiamo direttamente al gelato? O non ci sta neanche quello nella tua pancia, Ellen?"
Lo sguardo di Nathan si accese:
"Nella mia ce ne stanno anche due di gelati! Ho una pancia grandissima io!"
Il nonno si alzò dalla sedia ridendo della gioia che quei due bimbi sapevano portare al suo cuore un po' arrugginito dal tempo e, perso nei suoi pensieri, si immerse nel freezer alla ricerca dei gelati.Un rumore di cartacce strappate si diffuse per la cucina, e ben presto degli stecchi ormai svuotati si depositarono nei piatti altrettanto vuoti. La cena aveva lasciato tutti soddisfatti, ma mancava ancora qualcosa... Ellen fu la prima a ricordarsi della promessa fatta quel pomeriggio dal nonno; lo guardò dritto negli occhi, un guizzo di curiosità nello sguardo:
"Ehi, ma non dovevi raccontarci una storia nuova stasera?"
Il piccolo Nathan si illuminò, drizzandosi sulla sedia e sgranando gli occhioni fino a poco prima un po' addormentati:
"Sì, hai ragione Ellen! Ce la racconti, nonno?"
"Vedo che avete una bella memoria, voi ragazzi, devo stare attento a fare promesse..."
Il nonno sorrise soddisfatto, poi rivolse il suo dolce sguardo alla moglie, che lo guardava con aria interrogativa:
"Non sarò l'unico narratore di questa storia speciale, mi aiuterà anche vostra nonna, visto che a differenza vostra ho la memoria un po' sbiadita..."
Ellen guardò la nonna e poi di nuovo il nonno, in un intreccio di sguardi alla ricerca di risposte:
"Vuoi dire che è successa davvero? Che non è una storia inventata?"
Il nonno si raddrizzò gli occhiali, un sorriso beffardo in volto:
"Hai proprio indovinato, ma per raccontarla dovremo trovare il posto giusto... Seguitemi!"
Si diresse di soppiatto verso le scale, e iniziò a salire i gradini lentamente. Giunto al piano di sopra, dove si trovavano le camere da letto, si voltò a controllare di non aver perso nessuno per la scalinata e poi proseguì la salita, verso la parte più remota e sconosciuta della casa. La porta della soffitta si spalancò con un cigolio sommesso, facendo vibrare i cuori dei bambini, e riempiendo i loro occhi di curiosità, un attimo prima di inoltrarsi in quel mondo inesplorato.
STAI LEGGENDO
Un album di fotografie
FantasíaAlcuni bambini vorrebbero soltanto poter chiudere gli occhi e ritrovarsi già grandi; altri, invece, non vorrebbero mai crescere... Ellen e Nathan vivono la loro infanzia da queste due opposte prospettive, ma entrambi dimenticano un segreto: vivere c...