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Jimin's pov
Non potevo credere ai miei occhi. Era davvero davanti a me, non lo stavo immaginando. Era così tanto tempo che non lo vedevo che mi piangeva quasi il cuore, tanta l'emozione di vederlo ancora. Abitavamo in città diverse e vederlo li, a Seoul, mi faceva davvero felice. Non era mai stato una persona che si muoveva molto anzi era quasi sempre restato nella sua città natale per tutta la sua vita.

-PAPÀ-dissi uscendo da dietro il bancone e correndo ad abbracciarlo forte. Subito sentii da parte sua la stretta venire ricambiata mentre una mano mi accarezzava i capelli. Avevo sempre amato quando mi coccolava così facendomi sentire amato e protetto dal proprio papà. Anche da bambino nonostante tutto mi coccolava sempre anche quando sbagliavo o mi facevo male. Come quella volta in cui caddi da un meloto ad otto anni rompendomi la gambe. Nonostante fosse preoccupato per me,  mi aveva preso in braccio e mi aveva portato subito in ospedale senza mai sgridarmi o rimproverarmi per essermi messo in pericolo in quel modo.

-ciao tesoro, come stai?-mi chiese lui mentre eravamo ancora stretti l'uno all'altro. Lui era la persona più importante della mia vita, l'unico che mi era rimasto. Mia madre e mio fratello minore erano venuti a mancare qualche anno prima a seguito di un incidente stradale che aveva per sempre segnato la nostra famiglia. Mio padre ormai vedovo, finì in un baratro di tristezza infinito per aver perso sia l'amore della sua vita e sia uno dei suoi adorati figli. Era il genere di persona che viveva per la sua famiglia. Nonostante questo era sempre stato un uomo molto forte, infatti dopo breve tempo aveva deciso di riprendere in mano la sua vita e di occuparsi di me tornando ad amarmi come prima di tutto. Ero grato di avere ancora lui nella mia vita, nonostante ogni giorno sentivo la mancanza di mio fratello e di mia mamma come del resto lui. Anche quando mi ero trasferito per inseguire i miei sogni mi aveva sempre sostenuto in tutto, incoraggiandomi e spronandomi a fare sempre meglio, dando il massimo in ogni situazione.

-sto bene papà, ma che ci fai qui? Come sapevi che ero qui? Come stai? Ti trovo bene, guarda che figurino che sei-gli dissi tutto contento scostandomi un po' con gli occhi umidi mentre lo abbracciavo ancora. Non volevo lasciarlo, troppo spaventato che se ne andasse subito.

-sto bene anche io figliolo. Sapevo che lavoravi qui perché un uccellino di Tae me lo ha detto e quindi eccomi qui-disse, sorridendo guardandomi negli occhi. Sorrisi a mia volta super contento che fossimo insieme.

-papà quanto starai qui?-chiesi, sapendo che fosse molto impegnato e che se era a Seoul sarebbe rimasto un po' o non sarebbe venuto.

-rimarrò due settimane penso, forse è meglio che mi sbrighi devo andare a trovare un hotel in cui stare prima che....-iniziò a dire guardando l'orologio e poi la porta, ma lo interruppi sul nascere.

-hotel? No papà stai da me, tanto ho una stanza in più-risposi io, quasi costringendolo ad accettare. Era mio padre e non potevo permettere che stesse chissà dove quando io potevo ospitarlo in casa mia.

-sei sicuro? Non vorrei invadere la tua privacy-mi rispose guardandomi perplesso qualche attimo aspettando una risposta da me. Era sempre stato così,aveva sempre paura di essere di troppo.

-no papà che dici, non invadi niente sono contento se vieni da me-risposi ancora, sorridendo.

-anzi se aspetti venti minuti, torniamo a casa insieme tempo che finisce il mio turno-dissi, invitandolo a sedersi ed offrendogli una fetta di cheesecake nell'attesa. Sapevo che era il suo dolce preferito e volevo che assaggiasse quella che faceva ogni giorno Jin con tanto amore.

Pochi minuti dopo, in tutto il suo splendore e lucentezza fece ritorno Jin questa volta solo soletto. Nonostante questo era comunque sorridente e bello carico.

-ciao Hyung...ma Nam Hyung dov'è?-chiesi vedendolo entrare da solo anche se con il sorriso sul volto.

-é tornato al lavoro-mi rispose, togliendo la giacca e portandola nel retro.

Nell'attesa del suo ritorno, feci scivolare lo sguardo tra i vari tavoli per vedere se i clienti avessero bisogno di qualcosa arrivando al tavolo di mio padre che se ne stava lì a guardare fuori mangiando la cheesecake.

-chi guardi chim?-mi chiese Jin arrivandomi alle spalle facendomi sobbalzare.

-Hyung così mi farai morire... comunque guardo mio padre mi piacerebbe presentarvi se per te va bene-dissi guardandolo un po' titubante, vedendolo sorridere subito dopo.

-certo andiamo-mi rispose trascinadomi al tavolo dove mio padre se ne stava indisturbato a mangiare e guardare il paesaggio.

-papà-lo richiamai, orami davanti a lui per farlo voltare verso di me.

-si tesoro-rispose tranquillamente sorridendomi.

-vorrei presentarti il proprietario di questo posto, jin Hyung-dissi, indicandolo e vedendoli subito stringersi la mano.

-salve signor Park è un onore conoscerla-disse Jin con una calma disarmante, inchinandosi in segno di rispetto verso di lui.

-ciao a te Jin, sei per caso il fidanzato di mio figlio?-chiese e subito arrossì portando lo sguardo verso di lui.

-PAPÀ!!!!!-dissi completamente rosso per l'imbarazzo mentre sia mio padre che Jin ridevano.

-che c'è? Ho solo chiesto se era il tuo fidanzato. Volevo solo conoscere il mio futuro genero-rispose come niente fosse, aspettando un risposta da Jin che non tardò ad arrivare.

-mi dispiace signor Park ma per me Jimin è come un fratellino minore e poi ho già un fidanzato-disse ridacchiando per la mia reazione. Avrei voluto che la terra si aprisse risucchiandomi e facendomi scappare da quella situazione.

-ah peccato, saresti dato davvero un bel genero. Va beh vedremo quello effettivo come sarà-rispose ancora mio padre facendomi mettere una mano sul volto ed imprecare mentalmente.

Perché doveva sempre mettermi in imbarazzo?

Come tu mi vuoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora