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Jimin's pov
Nonostante Yoongi mi avesse dato molte risposte per quanto riguardava Jungkook e la sua situazione, io dovevo sapere altro. Jungkook era rimasto solo? Aveva una famiglia? O no? Come era finito per strada? Era stato adottato da altri e poi era stato abbandonato? Qualcun altro sapeva che poteva diventare umano? La persona che lo aveva fatto trasformare anni prima lo sapeva o viveva nell'ignoranza della cosa?

Dovevo andare più affondo della faccenda, non solo per me ma soprattutto per Jungkook. Dovevo sapere tutto. Forse il ragazzo descritto da Yoongi, nonché il suo migliore amico, poteva aiutarmi. Forse lui era la risposta a tutte le mie domande. Dovevo assolutamente incontrarlo.

Questi erano i pensieri che mi frullavano per la testa mentre mi dirigevo allo studio privato del dottor Min. Grazie a Tae, ero riuscito ad aver un appuntamento anche se il dottore non sapeva che non era di certo di natura medica. Speravo che fosse collaborativo come la prima volta e che non mi cacciasse a calci.

Entrai cercando di non far capire le mie vere ragioni, salutando Tae, sorridente come al solito, che subito mi fece entrare nell'ufficio del dottor Min dicendomi che sarebbe arrivato in tempi brevi.

Attesi, seduto su una delle poltrone presenti nella stanza. Dire che fossi nervoso era sicuramente un eufemismo. Avevo paura. Paura che la verità che avrei scoperto non mi sarebbe piaciuta o che peggio fosse stato un qualcosa che mi avrebbe portato via il mio coniglietto che tanto amavo.

-ciao Jimin, sono contento di vederti di nuovo-sentii dire, da Yoongi il quale era entrato nella stanza avvicinandosi a me.

-dottor Min salve-risposi un po' preoccupato, più in ansia che mai.

-dimmi Jimin qual'e il problema?-mi chiese cercando di capire i miei sintomi, ma sfortunatamente non ne avevo.

-vede dottore, io sono qui....per...insomma...la situazione di Jungkook...-dissi titubante alzando la sguardo verso di lui e trovandolo più tranquillo che mai aspettando che continuassi.

-cosa vuoi sapere?-mi chiese, mettendosi più comodo.

-ecco...io...vorrei...se fosse possibile....solo se è possibile...incontrare il suo amico...-dissi sperando in un si da parte sua. La sua espressione era neutra. Si vedeva che stava pensando ad una risposta ed io in cuor mio avevo paura di un no da parte sua.

-penso che vada bene. Se vuoi possiamo fare anche oggi, dovrebbe arrivare...-mi disse guardando l'orologio- tra circa dieci minuti. Puoi aspettarlo e parlargli-continuò sorridendo, prima di chiamare Tae e dirgli di portarci due caffè nell'attesa.

Stava per accadere. Avrei incontrato il suo amico ed avrei avuto delle risposte. Almeno era quello che speravo.

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