Capitolo V

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Buio. Era tutto ció che mi circondava. Non vedevo niente, non sentivo niente. Ero sospesa in aria, tentai di allungare un piede in cerca di appoggio, ma non percepii nessuna superficie. Al contrario affondó in una melma dello stesso colore del buio, appiccicosa. Tentai di liberarlo ma senza alcun risultato, piú provavo piú la mia gamba affondava. -Ssstupida ragazzina, non hai capito che più ci provi piu peggiori la sssituazione?- era una voce stridula, ricordava il graffiare delle unghie sul vetro. Ogni volta che parlava mi saliva un brivido lungo la schiena e la testa ricominciava a pulsare. -Chi sei?- : -Ssse ti dicesssssi che sssono un amica non mi crederesssti vero?- si protrasse in una lunga risata malvagia, di quelle che ti paralizzavano dal terrore. Il cuore mi batteva a mille, era l'unico suono che riuscivo a sentire oltre alla voce di quell'essere. All'improvviso cominciai ad affondare, pur non essendomi mossa. Ero in preda al panico! Non sapevo che fare, se mi fossi spostata sarei affondata solo piú velocemente, ma non riuscivo neanche a vedere a un palmo dal mio naso, per poter trovare un appiglio. Lacrime calde cominciarono a scendere sulle mie guance. Non volevo piangere, avrei dimostrato a quella cosa che ero fragile, vulnerabile ma almeno in questo caso il buio era a mio favore. Chiunque fosse non credo fosse capace di vedere al buio. Intanto ero affondata fino alla vita. In quel momento apparve una donna. Aveva capelli neri come la pece, che le ricadevano lisci lungo le spalle, due buchi neri al posto degli occhi, un sorriso di perversa malvagitá. Era tutta vestita di nero, probabilmente per mimetizzarsi con il buio. Alla vista di quella donna, il mio cuore, per la paura, cominció a battere, se possibile, ancora più forte di prima. Mi guardava mentre affondavo, ormai ero immersa fino al collo. Non sapevo piú che fare. Era ovvio che sarei morta. Mio padre, Gail, Ian non avrebbero mai saputo cosa mi è successo, li ho lasciati senza neanche salutarli. Mi pervase un senso di rabbia, di impotenza che scatenai con tutta me stessa, con la forza di chi ormai sapeva di non avere alcuna speranza, sulla donna in un' unica grande domanda -Chi sei?!?- lei parve felice che io glielo abbia chiesto, sorrise, mi si avvicinó e puntando su di me quello sguardo vuoto disse -Bambina mia, io sono la Morte- a quel punto affogai.

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Spazio autrice
Ciao ragazzi! È un po corto come capitolo ma che ve ne pare? Cercheró di pubblicarne uno ogni giorno, per quanto me lo possa permettere la scuola.
Commentate mi raccomando!! Ditemi se vi piace o no!
Ciaoo

P.S. per favore votatee non sapete quanto significhi per me!!
Pubblicizzo " Laila " di lucrezia-unique- dovete leggerla assolutamente, è una storia davvero bella.

Keyla Mandram e la Signora del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora