Capitolo XVI

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Shado aveva un'espressione di incredulità mista a delusione dipinta in volto. Non si aspettava che accettassi, voleva ancora giocare con me ma io non potevo più. La vidi uscire dalla stanza. Non sapevo cosa mi aspettava d'ora in poi. Come al solito, venne Pen a darmi da mangiare. Mi accorsi che c'era meno cibo del solito. Probabilmente era arrabbiata perchè l'avevo colpita. Non la biasimavo, io sarei furiosa. -Che mi succederà adesso?- ma non mi rispose. Mi rassegnai ad aspettare. Passai tutta la notte sveglia, pensando a cosa ne sarebbe stato di me, finchè non tornò Shado. Mi tolse le catene -Seguimi, Morte vuole vederti- non sapevo se fosse una cosa positiva o negativa. Con Morte non si poteva mai sapere. Mi alzai dal tavolo e la seguii. Non guardai neanche dove stessimo andando, tanto non mi sarebbe servito a nulla tentare di fuggire di nuovo. Entrammo in una stanza molto più grande della mia. Era buia, solo qualche lanterna qua e la dava un po di luce al luogo, per potersi orientare. Morte era seduta in fondo alla stanza, su una specie di trono sostenuto da un piano in pietra rialzato.. Il "trono" era pieno di intarsi e figure mostruose, rispecchiava perfettamente chi vi era seduto sopra. -Keyla- la sua voce insopportabile veniva amplificata dalla stanza. In un impeto di coraggio risposi -Cosa vuoi Morte?- Shado a quel punto mi fece cadere per terra -Devi inginocchiarti davanti alla Signora della Morte e parlare solo se interpellata- non la sopportavo più. Mi ripromisi che l'avrei uccisa appena ne fossi stata capace. -Bene, Keyla. Da ora in poi dovrai riferirti a me chiamandomi Padrona. Ho deciso che diventerai una delle mie Assassine. Dovrai uccidere le persone che poi verranno ad abitare nel mio Palazzo. Ogni giorno Shado ti darà una lista di nomi e tu li dovrai uccidere tutti. Ma prima verrai addestrata. Ovviamente, siccome per un addestramento classico serve molto tempo e noi non ne abbiamo, useremo il metodo veloce. Shado, chiama Dream.- disse senza muoversi dal trono. Ecco cosa mi aspettava. Dovevo diventare una killer. Va bene. Ce la potevo fare. Avrei fatto di tutto pur di non ricadere nelle mani di Shado. Dopo pochi minuti, durante i quali io non avevo proferito parola e Morte mi esaminava con il suo sguardo vuoto, arrivò una donna. A quanto pare erano tutte donne nel Palazzo. Era molto alta, il viso duro e severo ma con tratti infantili. Capelli neri con riflessi viola, rosso, blu e verde scuro. Con occhi neri e pelle molto chiara, che sembrava porcellana, era di una bellezza sovrumana. Si inginocchiò aspettando ordini da Morte. Quest'ultima mosse una mano dandole il permesso di alzarsi -Dream, dovrai addestrare questa ragazza. Userai il metodo più veloce, per quello tradizionale non abbiamo tempo.- la ragazza sembrava interdetta, evidentemente voleva ribattere, ma non disse niente. Semplicemente annuì e si girò verso di me, non dando le spalle a Morte. -Vieni con me- e mi ritrovai di nuovo a camminare per i corridoi del labirinto. Questa volta mi guardai attorno cercando qualcosa che li distinguesse, ma erano tutti uguali. Neri, spogli. Arrivati a destinazione, la ragazza, Dream, mi fece sedere su una sedia particolare. Era molto alta, inclinata indietro e molto lunga, ci si poteva sdraiare sopra ed è quello che feci io. Intanto, lei stava preparando qualcosa di simile a una crema di colore marrone scuro tendente al nero. Me ne mise un po sulle braccia, sulla tempia e sulle gambe. -Sentirai dolore durante tutto il processo perchè i tuoi muscoli si tonificheranno più velocemente del normale, le tue ossa si rinforzeranno. Soprattutto sentirai dolore alla testa, diventerai più intelligente e furba e obbedirai sempre a Morte.- e, detto questo, cominciò a cantilenare in una lingua antica. Subito fui presa da dolori atroci. I miei muscoli continuavano a strapparsi e ricomporsi e le mia testa stava per scoppiare, troppe informazioni in una volta sola. Sapevo come combattere, come apparire invisibile e nascondermi, come uccidere, torturare e tante altre atrocità che caratterizzavano ogni Assassina. Ma soprattutto continuavo a sentire una voce ripetermi "Morte è la Padrona" nella testa. Non volevo essere una delle sue leccapiedi. Così, per contrastare quelle parole, pensavo al ragazzo dagli occhi verdi e ripetevo "Troverò il ragazzo". Dopo quelle che dal mio punto di vista sembravano ore, il dolore cessò. Ero sfinita. Riaprii gli occhi, Dream sorrideva. -Ben svegliata, Assassina.-

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Spazio autrice
Un'altro capitolo. Per farmi perdonare. Poi stasera ne scriverò un altro perchè vi voglio bene.♡
Mi raccomando commentate e votate!!!
Ciaaaoo

Keyla Mandram e la Signora del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora