Capitolo XX

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Will. A quel nome il mio cuore battè all'impazzata e una vocina nella mia testa continuava a ripetere "allora è vero!", ma che cosa era vero? Chi era Will? Volevo delle risposte e se lui le aveva me le avrebbe date. -Perchè dovrei essere un'allucinazione? Chi sei tu? Perchè ho la sensazione di conoscerti?- sorrise, era il sorriso più bello che avessi mai visto. -Sediamoci e ti spiegherò quello che so, ma ancora non riesco a credere che tu sia reale.- ritornammo sotto all'albero dove mi ero seduta prima. Cominciò a raccontare.
-Quel giorno era mattina, ed ero andato come al solito in giro per il paese, cercando qualche ricco con troppi soldi. Mi ero appena preparato per uscire che un forte giramento di testa mi fece cadere a terra. La testa mi doleva in modo atroce, sentii mia madre correre in camera mia per vedere cosa fosse successo e poi urlare vedendomi a terra. Cominciò a piangere e a recitare una strana litania. Rimasi cosciente per poco, prima di svenire. All'improvviso mi sono ritrovato nella taverna e lì ho visto te. Stavi cercando di uscire mentre un uomo, ubriaco, non ti lasciava passare. Quando ho visto che non ti lasciava in pace sono intervenuto, gli ho tirato un pugno e siamo corsi via. Quella notte l'hai passata a casa mia perchè non avevi dove dormire. Ma, non appena fummo entrati in casa tu sei svenuta, così ti ho messa sul letto. Avevi la febbre e le convulsioni. Ero riuscito a tenerti ferma grazie a una ragazza, che non avevo mai visto prima ma che in quella specie di sogno era mia amica, e nel bel mezzo della notte tu ti sei messa a sedere aprendo gli occhi. Erano completamente neri. Io e la ragazza non capivamo ma sapevamo che eri posseduta dalla Signora della Morte. Non so come facessi a saperlo dato che delle Signore non so granchè. Comunque, dormisti tutta la notte e il giorno seguente. Quando ti svegliasti, dicesti qualcosa sul fatto che dovevi partecipare a delle Selezioni, e anche queste non so cosa fossero, ma io venni con te. Da quel momento, dopo essere stati ammessi, restammo ad allenarci per più di due settimane. Quando un giorno il nostro Preparatore cominciò a parlarci di draghi, da un momento all'altro ti sei dissolta in fumo. In seguito, mi svegliai nel mio letto, mi alzai, andai in salotto e, non appena mia madre mi vide scoppiò in lacrime e corse ad abbracciarmi. Le chiesi cosa fosse successo e lei mi rispose che avevo dormito per tre settimane. In un primo momento non riuscivo a crederci ma poi, non riusciendo a spiegare l'accaduto mi convinsi a dimenticare tutto. Questo fino a quando non ti ho vista seguirmi. È stato uno shock.- silenzio. Non sapevo cosa rispondere. Era una storia troppo assurda per essere vera. -Come faccio a crederti?- come seccato disse -Ti chiami Keyla Mandram e vieni da Demetra.- come se quello potesse bastarmi. Peccato che io non mi ricordassi niente. -Mi dispiace, questo non basta. Non posso crederti, non ricordo niente di me stessa, nemmeno il mio nome.- mi guardò, ci pensò su -Andiamo a Demetra, una sera mi avevi detto che avevi due fratelli e tuo padre che vivevano lì.- potevo fidarmi? A Demetra dovevo comunque andarci, perciò non poteva che farmi compagnia. -Va bene- ci sistemammo per la notte, io appoggiata a una parte dell'albero e lui dall'altra.
La mattina dopo, Will mi svegliò -Keyla dobbiamo andare, svegliati- grugnii -Non chiamarmi così, non è il mio nome- sorrise -E come dovrei chiamarti?- ci pensai, non avevo ancora trovato un nome adatto -Assassina- il suo sguardo divenne più duro del diamante -No, non ti chiamerò mai così. Tu non sei un'Assassina- era molto serio -Allora non chiamarmi proprio- dissi stizzita, alzandomi e incamminandomi nel bosco. Arrivammo in poco tempo a Demetra. Era un piccolo villaggio, racchiuso tra le colline. Non appena entrammo, quando una bambina mi vide, sgranò gli occhi e corse via. Poco dopo scorsi due ragazzi venire velocemente verso di noi. Erano identici, biondi, abbronzati, alti. Quando arrivarono rimasero a bocca aperta. -Keyla?- disse uno dei due. L'altro non si era ancora ripreso dallo shock. -Chi siete?- chiesi io. -Come chi siamo? Siamo Ian e Gail!- non mi avevano chiarito molto le idee. -E chi sarebbero Ian e Gail?- risposi spazientita -Keyla, siamo i tuoi fratelli.-

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Spazio autrice
Ciao! E un altro capitolo è stato scritto. Non è uno dei più belli, poteva venirmi meglio ma dovete accontentarvi. Questo capitolo, a differenza degli altri, non finisce a colpo di scena e sará così per un paio di capitoli. Non proccupatevi poi ricominceranno le sorprese. C'è ancora così tanto da raccontare! L'avventura di Keyla non è ancora iniziata, deve ancora scoprire quale sará il suo destino! Quindi gustatevi l'attesa! Ciaoooo
Pubblicizzo "Laila" di lucrezia-unique-

Keyla Mandram e la Signora del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora