Capitolo XXII

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Passai la notte a rigirarmi nel letto, continuavo a pensare ai miei ricordi, a ciò che ho passato. Ho subito tutti i tipi di tortura esistenti, ho provato un dolore atroce, ma era fisico. Quello peggiore era stato scoprire che mio padre era morto. Si, me lo avevano detto Ian e Gail quando mi sono risvegliata nella stanza. Mio padre, la persona più gentile al mondo, la persona che ci ha cresciuti, che scherzava con noi, che si prendeva gioco dello strano colore dei miei capelli. Era morto. Il dolore non mi lasciava respirare, non riuscivo neanche a pensare. Morto. Non lo avrei più rivisto, non avrei più potuto salutarlo, vederlo sorridere, sgridarmi, lavorare. Morto. Le lacrime cominciarono a rigarmi il viso, all'inizio piccole goccie salate che scendevano lungo le mie guance, poi scoppiai in lacrime. Strinsi le coperte del letto con tutta la forza che avevo, e urlai. Urlai tutto il mio dolore, tutta la mia rabbia. Non sarei mai guarita, era una ferita che sarebbe rimasta aperta per sempre. Ad aumentare la mia rabbia, c'era il fatto che era morto per un incidente. Uno stupido incidente mentre lavorava. Quel giorno non sarebbe dovuto nemmeno andare a lavorare. Così piansi, così tanto che la testa mi scoppiava. Urlai talmente forte da perdere la voce. Sentii dei passi in camera, qualcuno che si sdraiava sul letto e mi abbracciava -Shh, tranquilla, andrà tutto bene- era Will, tra un singhiozzo e l'altro risposi -Non andrà tutto bene, Will. Niente andrà bene, mio padre è morto. Morto!- piansi tra le sue braccia, finchè sfinita non mi addormentai.

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Era giorno, mi girai sperando di trovare Will con me, ma non c'era. Mi alzai, presi qualcosa da mettermi dall'armadio. Decisi per la divisa che mi aveva dato Dream, era più comoda e mi ricordava costantemente il mio dolore. Non avrei dimenticato mai, gliela avrei fatta pagare. Raccolsi i capelli nella solita treccia laterale, andai in bagno a lavarmi la faccia e scesi. Trovai Will che preparava la colazione -Ian e Gail dove sono?- senza girarsi rispose -Sono andati a lavorare, siediti che è pronta la colazione- così mi sedetti su una sedia e aspettai. Si girò e in mano aveva delle buonissime rotelle di pane (*simili alle nostre ciambelle solo fatte con l'impasto del pane*) con marmellata. Sembravano buonissime, ne presi subito una e l'assaggiai. Era deliziosa -Non sapevo cucinassi così bene- in effetti non sapevo molto. Avrei dovuto approfondire le mie conoscenze -Che altro sai fare?- si sedette al tavolo anche lui e prese una rotella -Non molte cose, sono un discreto ladro, so cucinare, come hai potuto notare e nient'altro di particolare- mi guardava incuriosito -Keyla stai piangendo- piangevo? Mi toccai una guancia e la sentii bagnata, aveva ragione. L'asciugai e andai fuori casa, dovevo calmarmi. Presi un bel respiro e feci il mio sorriso più bello, che in quel frangente risultò più una smorfia ma era il massimo di cui ero capace. Dovevo resistere, dovevo avere la forza per andare avanti, per vendicare me stessa. Non potevo restare a lungo in quel posto, oggi scadeva il mio tempo e, se non fossi tornata entro stasera, Dream e Morte mi avrebbero torturata di nuovo in chissà quale maniera.
Dovevo progettare un piano. Ci pensai e, mentre tornavo in casa, spiegai la situazione a Will. Ovviamente si irritò -Non puoi tornare là! Sei pazza! Ti uccideranno o peggio!- aveva ragione ma, mi venne un'idea -Non se penseranno che io abbia svolto il mio compito- avevo stampato un sorriso di quelli che si fanno quando si è elaborato un piano geniale. -Se loro crederanno che io sia ancora al loro servizio, avrei più possibilità di vendicarmi- non pensavo di averlo detto ad alta voce, me ne resi conto quando Will mi guardò storto -Vendicarti? Tu pensi di vendicarti e magari uccidere una delle Signore più potenti del Regno? Sei completamente fuori di testa- sbuffai stizzita -Ascolta Will, ho due possibilità: rimango qua, vivo come una fuggitiva sempre in ansia che vengano a riprendermi oppure vado là, fingo di essere ai suoi comandi e mi vendico. Lo sai anche tu che ho molte più probabilità di sopravvivenza in questo modo.- l'avevo zittito, finalmente. Vedendo che voleva ragionarci su e, magari, trovare un modo per fermarmi, salii in camera mia e preparai le mie cose. Non avevo molto, infatti quando ero arrivata avevo portato solo uno zaino con lo stretto necessario, cioè cibo. Allora scesi le scale due gradini alla volta, ma mi fermai quando sentii delle voci: erano Will e Ian. Stavano parlando di qualcosa, sembravano andare d'accordo. Continuai a scendere le scale, ma questa volta, gradino per gradino, tentando di fare meno silenzio possibile. Ma quando poggiai il piede su uno dei gradini, quello mi tradì e cigolò. Ian e Will si fermarono e si girarono dalla mia parte. Rimasi immobile, e loro tornarono a discutere. Mi ero persa la maggiorparte della conversazione ma sentii dire a Will -Dobbiamo fermarla, ormai è diventata un pericolo, vuole andare a uccidere Morte, non possiamo permetterlo. - E questo cosa significava? Will e Ian erano per caso al servizio di Morte?

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Spazio autrice
Eccomi finalmente! Per scrivere questo capitolo ci ho messo più tempo del solito anche perchè sono piena di impegni, ma spero vi piaccia!
Votate e commentate!
Pubblicizzo "Laila" di lucrezia-unique-

P.S. Se trovate qualche errore è perchè non ho riletto il capitolo prima di pubblicarlo, quindi ditemelo che li correggo!

Keyla Mandram e la Signora del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora