Capitolo 32

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«io invece ti odio!» urlò Toni, accartocciando il biglietto per poi lanciarlo da qualche parte nella stanza.

Presa dalla rabbia, andò in cucina, rompendo tutto ciò che trovava, ribaltando anche le sedie; non ci vedeva più, sua nonna le aveva spiegato tutto, le aveva detto la verità, facendole scoprire che aveva ucciso anche suo figlio, ovvero il padre di Toni.

Cominciò a piangere mentre pensava alle sue parole, continuando a lanciare quaderni, libri, e rompere anche alcuni vasi che erano presenti nella stanza.

«ti odio, cazzo» continuò, accasciandosi per terra, prendendosi la testa tra le mani, iniziando a piangere, mentre pensava a tutto ciò che era successo.

In questo momento, si sentiva sola, abbandonata, quasi usata e diprezzata, poichè per lei sua nonna non le aveva mai voluto bene.

Cominciò anche a singhiozzare, mentre numerose lacrime uscivano dai suoi occhi, quasi come se non volessero fermarsi.

Dopo qualche secondo si alzò in piedi, notando che aveva smesso di piovere, così prese il casco e salì sulla sua moto, guidando verso il suo posto speciale, che ormai non visitava da tempo.

«polizia!» esclamò Keller, aprendo la porta della roulotte con un calcio, trovando il salotto e la cucina completamente distrutti.

C'erano vetri ovunque, bottiglie qua e là, sedie ribaltate, il tavolo spostato, i cuscini del divano per terra, insomma un casino.

«che diavolo è successo qui..» chiese Tom, guardandosi attorno
«ragazzi, controllate ogni stanza» ordinò lui.

«la vostra amica qui non c'è» disse Tom e loro sospirarono
«posso dare un'occhiata in giro?» domandò Jughead
«sì, vai»

«io vado a cercarla, forse so dove si trova» parlò Cheryl, tornando in auto, lasciando che gli agenti e Jug controllasero la roulotte.

Guidò nuovamente verso il NorthSide, uscendo poi da Riverdale, andando fuori città, raggiungendo quella collina, parcheggiando non appena vide una moto familiare.

Chiuse lo sportello e iniziò a camminare, finchè non arrivò in cima, vedendo una figura minuta, seduta che si teneva le ginocchia, con la testa chinata su esse.

Poteva riconoscere quelle ciocche rosa tra mille, infatti si avvicinò lentamente, sedendosi poi dietro di lei, stringendola in un abbraccio, sentendola subito piangere.

«ehi..TT» la chiamò, ma la ragazza sembrò non volersi girare, così Cheryl le fece appoggiare la testa sul suo petto, mentre la stringeva a sè
«calma, respira»

Per qualche minuto abbondante, la rossa dovette far calmare Toni, riempiendola di baci e carezze, che la fecero anche smettere di singhiozzare.

«cos'è successo?» chiese in un sussurro
«mia nonna è scappata, mi ha raccontato tutto ciò che io stavo cercando di scoprire» rispose portandosi le mani sul viso.

«Cheryl, devo dirti una cosa»
«sono qui»

«i miei genitori conoscevano i tuoi, erano molto amici, ma mia nonna li odiava, a tal punto che fece finire me e i miei in ospedale»

«è stata lei?»
«un Ghoulies di quei tempi, si era messa d'accordo con Penny» aggiunse, tirando su con il naso.

«tuo padre, Clifford, dopo aver sparato a Jason, e dopo che tua madre l'ha scoperto, ha chiesto il loro aiuto per ammazzarlo, spacciandolo per un suicidio» spiegò ancora, alzando il viso, cercando di prendere aria.

«non riesco a credere che l'abbia fatto..» sussurrò, strofinandosi gli occhi, ma Cheryl le prese le mani
«hanno arrestato Penny» disse
«avrei preferito arrestassero anche mia nonna» ammise Toni, sospirando.

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