- 𝘤𝘩𝘢𝘱𝘵𝘦𝘳 𝘴𝘦𝘷𝘦𝘯𝘵𝘦𝘦𝘯

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„𝙻𝚊 𝚅𝚎𝚛𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎 𝙼𝚒𝚐𝚕𝚒𝚘𝚛𝚎 𝙳𝚒 𝚂𝚎 𝚂𝚝𝚎𝚜𝚜𝚒"

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„𝙻𝚊 𝚅𝚎𝚛𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎 𝙼𝚒𝚐𝚕𝚒𝚘𝚛𝚎 𝙳𝚒 𝚂𝚎 𝚂𝚝𝚎𝚜𝚜𝚒"

«Prepara le tue cose»

«Cosa?» domandai chiudendo il libro che avevo in mano, posandolo sul letto.

«Ho detto, prepara le tue cose. Il Consiglio non ha approvato la tua libertà, nemmeno quella vigilata. Ti manderanno al Raft, pensano che tu sia una minaccia per tutti» continuò Tony aprendo i due armadi della mia stanza.

Quella mattina era andato alla riunione con i consiglieri di Stato, cercando di negoziare il mio rilascio. Ma a quanto pareva non era andata molto bene.
Non seppi cosa li fece cambiare idea così velocemente, avevo passato mesi rinchiusa nel complesso senza mettere piede fuori. Tranne quella volta che uscii con l'armatura di Iron Man, non mi ero azzardata a rompere le regole.
E ora dovevo correre.

«Non lascerò che ti portino in quel posto, ci sono stato e ho visto il modo in cui hanno trattato Wanda. Non voglio che lo facciano anche a te» concluse girandosi finalmente a guardarmi.

Lo osservai, non sentivo nulla intorno a me a parte il mio cuore palpitante. La mia espressione preoccupata lo aveva fatto avvicinare ancora di più verso il letto, dopodiché ci si sedette sopra prendendo la mia mano.

«Posso creare un diversivo con le telecamere di sicurezza, ma non so dove potresti andare»

Staccai gli occhi dai suoi per porgergli verso il muro dipinto di un bianco perla. Le mie mani sudavano al sol pensiero di essere rinchiusa in una cella senza accesso ai miei poteri, senza alcun contatto umano. Perciò pensai all'unico posto in cui non mi avrebbero mai potuto raggiungere.

«Potrei andare in Asgard»

Tony aggrottò le sopracciglia confuso dalla mia affermazione. «Asgard? Non abbiamo i mezzi»

«Io si... in teoria» mormorai. «Qualche mese fa, mi trovavo a Londra, ho scoperto una nuova sfumatura del mio potere»

L'uomo davanti a me pendeva dalle mie labbra una volta menzionata la mia peculiare abilità. Amava guardare l'energia violacea crearsi con il solo gesto della mia mano.

«Ho creato un portare senza volerlo, mi ha trasportato nel vecchio appartamento di James Barnes a Bucharest»

Mi lanciò un occhiata di sorpresa, forse non credeva si potesse estendere quella sorta di potere. «L'hai fatto una volta, Amelia. Potresti rimanere incastrata in qualche sorta di limbo spazio temporale se non lo usi bene»

𝐀𝐠𝐞 𝐎𝐟 𝐂𝐚𝐨𝐬 » 𝐒𝐭𝐞𝐯𝐞 𝐑.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora