- 𝘤𝘩𝘢𝘱𝘵𝘦𝘳 𝘵𝘸𝘰

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„𝙵𝚒𝚍𝚞𝚌𝚒𝚊 𝚁𝚎𝚌𝚒𝚙𝚛𝚘𝚌𝚊"

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„𝙵𝚒𝚍𝚞𝚌𝚒𝚊 𝚁𝚎𝚌𝚒𝚙𝚛𝚘𝚌𝚊"

Tre Anni Prima.

«Agente Miller? Mi sente?»

Continuavo a camminare senza ascoltare nessuno. Almeno quattro persone cercavano di chiamarmi, ma le ignoravo tutte. A diciassette anni si è ancora più testardi e orgogliosi mi dicevano, ed era vero.
La mia prima missione ufficiale e già cercavo di essere una leader. Credevo di poter portare a termine ciò che era stato iniziato da sola, perché avevo capacità che nessuno possedeva. Mi sentivo la più potente.
Non sono mai stata una leader e mai lo sarei stata. E la colpa fu tutta mia e di questa missione sanguinaria.

Avevo sopravvalutato il mio controllo su questi poteri. Quando successe, il mio petto si era illuminato come non aveva mai fatto e la pietra incastonata in esso tremava, come se mi volesse dire qualcosa. Ma era troppo tardi.

Quando gli agenti entrarono nella stanza, avevo già perso il controllo.
Avevo visto il nome di mia madre con una X sopra, su uno di questi computer del sistema HYDRA. Le mie emozioni presero il sopravvento e uccisi tutti quelli che entrarono a contatto con me.

Con la vista offuscata e in fase di shock, non mi accorsi della persona che era alle mie spalle.
Possente, la sua ombra riusciva a coprire la mia, mentre alzava il suo braccio di metallo e mi appendeva al muro senza difficoltà. Lo guardai nei suoi occhi blu, poiché era l'unica cosa visibile davanti a me; il viso coperto da una maschera nera e capelli lunghi a circondargli il viso.

Non riuscivo ad usare nessuna delle mie abilità, perché pensavo di meritare di morire in quel momento. I muscoli, come i miei poteri, non mi rispondevano mentre l'uomo davanti a me cercava di strozzarmi.

Mi spostò subito e con violenza, allungandomi sulla scrivania dove c'era una piccola lampada a fare luce sul mio viso stremato. Allontanò la sua mano metallica dal mio collo, solo per prendere la mia faccia un secondo dopo.

Io guardavo lui e lui osservava ogni centimetro del mio volto, quasi incredulo. Fu la prima emozione che riuscii a captare.
Una lacrima scese sulla mia guancia e l'uomo riuscì ad uscire dallo stato in cui si trovava.

Sentimmo entrambi delle persone correre verso di noi, ma prima che ci raggiungessero, lui mi fece rimettere in piedi, per poi alzare un dito davanti la mia bocca in segno di silenzio, e poggiò entrambe le sue mani sulle mie spalle per farmi accasciare a terra, nascondendomi.

«Cosa è successo?» chiese una voce maschile.

«Я убил их всех»
(YA ubil ikh vsekh, li ho uccisi tutti)*

𝐀𝐠𝐞 𝐎𝐟 𝐂𝐚𝐨𝐬 » 𝐒𝐭𝐞𝐯𝐞 𝐑.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora