- 𝘤𝘩𝘢𝘱𝘵𝘦𝘳 𝘵𝘸𝘦𝘭𝘷𝘦

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„𝙳𝚒𝚏𝚏𝚎𝚛𝚎𝚗𝚝𝚒 𝙾𝚙𝚒𝚗𝚒𝚘𝚗𝚒"

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„𝙳𝚒𝚏𝚏𝚎𝚛𝚎𝚗𝚝𝚒 𝙾𝚙𝚒𝚗𝚒𝚘𝚗𝚒"

Le luci di Bucharest si mescolavano le une con le altre mentre camminavamo per le sue strade affollate.
I vicoli in festa ci davano il benvenuto a ballare con loro e noi non avevamo intenzione di ritirarci dall'invito.
L'uomo accanto a me rideva come mai aveva fatto in tutti i suoi anni da prigioniero della sua stessa mente, e mi sentivo fiera di essere stata io a provocargli quella reazione.
Parlavamo e parlavamo, ignoranti di quelli che sarebbero stati giorni di inferno davanti a noi.

«Non ti puoi ubriacare, giusto?» chiesi cercando una conferma dal mio amico.

Annuì soltanto, dandomi ragione. Sedeva composto sullo sgabello del bar che avevamo scelto come tappa per una bevuta, quando poi ricordai un piccolo dettaglio.

«Che schifo, te lo devo proprio dire» dissi prendendo un sorso dalla mia birra.

Rise leggermente mimando la mia azione, mentre si guardava intorno incuriosito.
Probabilmente non era abituato a tutto quel movimento festaiolo essendo stato un assassino per oltre settant'anni. Riuscivo a capire.

«Neanche se bevi tutto il repertorio?» domandai indicando il muro di alcolici davanti a noi.

«Potrebbe essere, ma non ne sono sicuro. Non ho mai provato» rispose alzando leggermente la voce, poiché la musica diventava sempre più assordante.

«Un giorno ti farò ubriacare, lo prometto Buck» alzai il mignolo per dimostrare che la mia promessa sarebbe stata mantenuta ad ogni costo.

Fece un cenno con la testa e sollevò la sua bottiglia in aria facendola incontrare con la mia, per poi bere un altro sorso ancora.

«Lui anche mi chiamava così» disse fissando un punto specifico.

Mi girai, volendolo guardare in viso. Notai come le sue folte sopracciglia si erano aggrottate e i suoi occhi blu erano concentrati a ricordare qualcosa che non sarebbe arrivata mai.

Poggiai la mia mano sinistra sulla sua schiena, in segno di conforto.
«Va bene così, non ti devi sforzare»

«Voglio solo ripagarti per tutto quello che hai fatto per me in questi anni» fissò i miei occhi sperando in un perdono del disturbo che mi ero presa a mantenerlo.

«È una cosa che non puoi controllare, ci penserà solo il tempo a sistemare tutto» gli dissi compatendolo.

Sembravano passati solo pochi mesi da quando mi ero presa l'impegno di proteggerlo, con scopi chiaramente egoistici, ma che piano piano si erano trasformati in un'amicizia, quasi.

𝐀𝐠𝐞 𝐎𝐟 𝐂𝐚𝐨𝐬 » 𝐒𝐭𝐞𝐯𝐞 𝐑.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora