- 𝘤𝘩𝘢𝘱𝘵𝘦𝘳 𝘵𝘩𝘳𝘦𝘦

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„𝚂𝚚𝚞𝚊𝚍𝚛𝚊 𝙺𝚒𝚌𝚔-𝙰𝚜𝚜"

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„𝚂𝚚𝚞𝚊𝚍𝚛𝚊 𝙺𝚒𝚌𝚔-𝙰𝚜𝚜"

Come previsto, la squadra S.T.R.I.K.E., era arrivata a destinazione.

Il nostro lavoro? Non farci beccare.

«Due dietro, due ai lati, due diretti verso di noi,» mi informò il Capitano, mentre continuavamo a camminare a passo veloce verso l'uscita. «Se ci riconoscono, io intervengo, tu va' alla scala mobile sud per la metro»

Annuii, essendo d'accordo con lui. Non potevo rischiare di entrare in azione senza i miei poteri.

Alzai un attimo lo sguardo, per vedere i due componenti dello S.T.R.I.K.E. essere sempre più vicini a noi, così dissi velocemente: «Zitto, mettimi il braccio al collo, e ridi per una battuta»

Il Capitano fece subito come avevo comandato e oltrepassammo i due senza difficoltà.

Senza altri indugi, ci posizionammo su una scala mobile, che fortunatamente ci avrebbe portato direttamente all'uscita principale.

«Cazzo» imprecai silenziosamente, girandomi verso il biondino.
«Rumlow a ore sei»

Cercai di farmi venire in mente qualche idea per coprirci il viso, ma l'unica cosa a cui potevo pensare era la tattica delle manifestazioni d'affetto in pubblico; la gente si imbarazza e di conseguenza distoglie lo sguardo.

Presi a coppa il viso del Capitano con le mie mani, e infine lo baciai. Fu, all'inizio, preso alla sprovvista e quindi cercò di tirarsi indietro, ma subito posizionai la mano destra dietro la sua nuca, tirandogli i capelli.

Aprii un occhio, giusto per vedere se Rumlow se ne fosse andato, e mi staccai lentamente dalle sue labbra.

«Hai sentito le scintille, Capitano?» dissi io girandomi per scendere dalla scala mobile.

«Non è esattamente la parola che userei»

__

«Fine del silenzio» dissi io rompendo il ghiaccio. Tamburellai  le dita sulle mie cosce, cercando di pensare a qualcosa da dire.

Le tre ore più lunghe della mia vita.

Da Washington D. C. per tutta la strada per arrivare in New Jersey non ci fu neanche uno scambio di sguardi. Nulla.
Nella macchina si potevano sentire solo le canzoni che passavano alla radio, la maggior parte delle quali volevo cantare, ma non lo feci per questioni di dignità personale. Tra l'altro la parrucca, mia compagna di sventure, aveva fatto una brutta fine che non tengo molto a raccontare.

𝐀𝐠𝐞 𝐎𝐟 𝐂𝐚𝐨𝐬 » 𝐒𝐭𝐞𝐯𝐞 𝐑.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora