26 - Draco Malfoy

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La mattina dopo Scorpius rimase rinchiuso nella sua stanza, tra il nonno che aveva deciso di rimediare per tutti i mesi trascorsi senza potergli torcere un capello e lui che non riusciva ad usare la sua magia, era stato per quasi sei ore sotto il torchio mancino di Lucius Malfoy senza poter dire niente poiché gli erano mancate le forze e tutte quelle che gli rimanevano le stava usando per evitare che entrasse nella sua mente.
Doveva proteggere quei pochi ricordi felici che aveva, quelli che riguardavano Lily, Teddy, Hugo, Louis, Lucy, i Potter, i Weasley, ma sopratutto Albus, doveva proteggere il loro primo bacio, i loro abbracci, tutte le parole dolci che in tre giorni era riuscito a dirgli, perché sapeva che se fosse tornato al mannor difficilmente ne sarebbe uscito indenne, aveva cercato di rendere quei tre giorni speciali per il moro, per il suo moro, di cui già sentiva la mancanza, chiuse gli occhi stringendo i denti, lo stava torturando, nel vero senso della parola e non solo con la magia ma anche e soprattutto alla babbana.

Draco Malfoy nel frattempo si era ripreso quasi del tutto dalla fattura del padre ed era uscito di casa diretto al ministero, solo che non andò nel suo ufficio, bensì in quello di Harry Potter -Avanti- disse il prescelto dopo che sentì bussare alla porta -Oh Draco, che succede?- chiese alzandosi dalla scrivania.
-Mio figlio, ecco che succede. Richiama tutte le persone che ritieni più capaci e aiutami a salvare mio figlio- rispose il biondo guardandolo.
-Draco spiegati, in che senso tuo figlio? È al mannor, è tornato ieri...da cosa dovremmo salvarlo?- chiese il moro invitandolo a sedersi.
-Da mio padre, sai no, occhi celesti, capelli bianchi lunghi, vive ad Azkaban da anni ma in questo momento è al mannor a torturare mio figlio- rispose con un tono ovvio procurandosi un'occhiata stranita dall'occhialuto -Potter, mi serve una squadra di Auror che venga a riprendersi mio padre prima che mio figlio riporti ferite inguaribili- disse ancora cercando di farsi capire.
-Avrai la squadra, adesso andiamo tutti a casa mia, abbiamo bisogno di un piano alla Hermione Granger e credo che anche Albus sappia già cosa fare, ma ho bisogno di sapere come mai tuo padre è lì, che succede al mannor?
Draco abbassò il viso scuotendo la testa -Lui non è mai andato via davvero, c'è questa cornice che fa da tramite e...e lui solitamente d'estate viene al mannor e fa qualche incantesimo- disse enfatizzando le parole "qualche incantesimo" -Su Scorpius, è iniziato tutto quando era piccolo...e negli anni è peggiorato...quando è finito in infermeria ad Hogwarts, non volevo credere a Madama Chips, ci era finito per colpa di un Crucio, quell'incantesimo di troppo aveva crepato la malattia che racchiudeva i suoi poteri...Potter per favore, già mi odia, aiutami almeno a liberarlo da lui- finì Draco guardando il moro che non si era perso neanche una parola di quello che aveva detto.
-Vai a Grimmauld Place, lì troverai Albus e Ginny, chiedi a mio figlio del suo piano, io vado a chiamare la squadra di Auror, agiremo domani pomeriggio, al massimo in serata, tuo padre non deve sapere niente, quando starai per andare via ti modificheremo la memoria e ti ridaremo il vero ricordo solo a missione conclusa- il biondo annuì per poi smaterializzarsi.

Atterrato davanti alla casa, bussò alla porta a cui aprì Albus -Signor Malfoy? Che ci fa lei qui?- chiese confuso.
-Potter, mi ci ha mandato tuo padre qui, posso entrare?- il ragazzo si spostò facendolo entrare e lui si diresse direttamente in cucina dove si trovava Ginny -Rossa, chiama la Granger, Potter sta chiamando gli Auror- disse Draco rimanendo vicino la porta.
-Che succede Malfoy?- chiese Ginny mentre mandava un patronus a Hermione.
-Si tratta di Scorpius, a tal proposito- si fermò guardando Albus -Tu hai un piano per portarlo via giusto?- il ragazzo annuì arrossendo appena -Appena arriva tuo padre esponilo nel modo più chiaro possibile.
-Oh ehm si certo però ho bisogno di una cosa, o meglio di qualcuno- rispose Albus -Joy? Vieni un momento?- il piccolo elfo si materializzò di fronte a lui.
-Oh signorino solo Albus, che succede? La signora Weasley sta venendo di corsa qui...Joy può aiutare?
-Si Joy, ho bisogno di una mano per entrare nel mannor- l'elfo annuì.

In poco tempo la squadra di Auror fu a casa Potter, o meglio, nella cucina della casa.
Albus aveva illustrato il suo piano, ovvero di entrare nella stanza di Scorpius con Joy, aiutarlo in caso stesse male e richiamare Lucius Malfoy, a quel punto Joy sarebbe tornata vicino la squadra di Auror e loro sarebbero entrati nel mannor per prenderlo. Scorpius avrebbe potuto bloccare Lucius grazie ai suoi poteri che, da come li descriveva Albus, erano molto forti.
Gli unici a parlare furono gli Auror e Harry, poi parlò Hermione che definì il tutto e diede il via libera per completare l'impresa il giorno dopo.
Draco era rimasto vicino al muro guardando tutti parlare per salvare il figlio, avrebbe voluto collaborare ma non sapeva come, non conosceva Scorpius, non sapeva cosa gli piacesse, né se fosse allergico a qualcosa, non capiva i suoi stati d'animo né riusciva a parlargli normalmente perché era sempre freddo e il ragazzo ne risentiva sempre. Scorpius lo odiava, ne aveva avuta la prova quando, in ospedale, gli aveva urlato contro, erano tutte cose vere, l'aveva lasciato da solo, non l'aveva protetto dal padre eppure, la sera prima si era preso lui le fatture al suo posto e sempre lui l'aveva slegato e curato con quella strana magia proveniente dalle sue mani, quindi forse aveva ancora qualche speranza?

-Draco, tu sta sera torna al mannor, ora sono le sei, tra due ore finisce il tuo turno, fai finta di niente, la memoria Hermione dovrebbe riuscire a cambiartela in poco. Riusciremo a salvarlo- disse Harry Potter distogliendolo dai suoi pensieri.
-Vorrei fare qualcosa, sai no, per aiutarvi, è mio figlio dopotutto.
-Porta Lucius in camera di Scorpius alle sei, non un minuto prima, così Joy ti vedrà e potrà darci il segnale. Sei venuto da me, hai spiegato quello che è successo, hai fatto molto per tuo figlio Draco- disse ancora Harry poggiandogli una mano sulla spalla -Fidati- il biondo annuì.
Due ore passate seduto su una sedia a guardare il nulla e poi poté, finalmente, tornare a casa, salutò appena i proprietari della casa e si smaterializzò nel salone del mannor.

-Draco- disse la signora Malfoy -Come stai?- chiese.
-Tutto bene madre, che succede?- chiese confuso ma lei non rispose, abbassò lo sguardo e semplicemente indicò le scale.
Salì di corsa la rampa arrivando al primo piano, corse per il corridoio sentendo delle urla soffocate, il muffliato può coprire fino ad un certo punto i rumori se non è fatto bene e a quanto pare era stato fatto una schifezza.
Entrò nella stanza del figlio -Padre, per oggi può bastare- disse freddo mentre Lucius si spostava dal corpo del nipote, lo guardò in cagnesco ma uscì dalla stanza lasciandolo a una visione orribile. Il figlio legato al letto per i polsi, che respirava appena, i capelli azzeccati al volto probabilmente perché aveva sudato cercando di divincolarsi, i polsi rossi e le braccia tremanti, il corpo avvolto dagli spasmi, non pensava che potesse ridurlo in quel modo, ma pensandoci, aveva passato una giornata intera sotto le grinfie del Malfoy.
Una volta risvegliatosi dalla trance gli slegò i polsi, con un incantesimo gli tolse la maglia constatando che i tagli del Sectumsempra fossero ancora lì, sotto altre ferite aperte, sospirò cercando di non fargli male, curò come poté il corpo del figlio rivestendolo con qualcosa di più adatto alla notte. Avrebbe avuto la visione di quel corpo per molto tempo avanti agli occhi.

Scese nella cucina per prendere qualcosa da bere e i vari elfi si inchinarono mentre passava -Non sono mio padre potete stare fermi- disse freddo, odiava quel modo di fare, ma era nella loro natura, molti di quegli elfi l'avevano visto crescere, altri li aveva visti morire davanti ai suoi occhi.
Quando tornò nella sua stanza guardò la foto della moglie, era morta perché non voleva lasciarlo senza eredi, era morta perché il padre l'aveva costretto a metterla incinta per continuare la dinastia di purosangue, lei era l'unica a cui avesse mai confidato qualcosa d'importante ed ecco cosa il karma gli aveva riservato, la morte di sua moglie e un figlio che lo odiava perché non era riuscito a preservare la sua infanzia oltre che l'adolescenza.
Si addormentandò guardando il soffitto della stanza pensando a cosa sarebbe potuto succedere il giorno dopo.

Una Fine Inaspettata || ScorbusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora