Cap.1 La partenza (revisionato)

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Un raggio di sole penetra dolcemente dalla finestra, come se volesse augurarmi buona fortuna.
O accecarmi
Mi alzo e mi preparo meccanicamente. Oggi sembra una giornata qualsiasi di una prigione che tutti chiamano routine, ma non è così. Oggi è il giorno in cui tutto potrebbe cambiare, in cui i passati mesi di dolore potrebbero diventare solo un ricordo sbiadito.
O ritornare con ancora più lacrime.
Scendo in cucina e mangio solo un pezzo di pane, mantenendo leggero il mio stomaco, che ne ha già viste abbastanza. Mia madre mi guarda in silenzio, pensierosa.
<<Naomi, se tu... >>
<<Non ho cambiato idea, mamma. Mi sono preparata a lungo e finalmente questo giorno è arrivato.>>
<<Lo so.>> Sospira. <<Spero solo che tutto vada bene.>>
Vorrei dirle di più. Vorrei dirle che non è più come prima, che sono finite le notti insonni in cui mi ritrovava davanti a un frigo vuoto, in lacrime con cibi di ogni tipo tra le mani. Vorrei dirle che non mi rivedrà dormire sul pavimento, che non vedrà altre persone bussare alla sua porta solo per fare commenti sulle sue povere figlie. Vorrei farlo, ma mi limito a darle un semplice bacio sulla guancia e esco di casa.
E, improvvisamente, l'opzione che non avevo calcolato mi si presenta davanti.
Le persone.
O meglio, gli sguardi delle persone. Chi con viso sorpreso, chi con espressione compassionevole, chi sorride, chi no.
Tutti con quegli occhi puntati addosso a me, come se fossi un animale da circo.
Poi iniziano i commenti, quegli stupidi commenti di persone che pensano di conoscermi e di poter giudicare la mia vita.
<<È uscita di casa?>>
<<È cambiata.>>
<<Ho sentito che vuole fare l'esame Hunter.>>
<<Non si è ancora arresa?>>
Mi mordo il labbro seccata. I miei piedi vorrebbero fare dietrofront e correre verso casa, ma il mio cervello glielo impedisce categoricamente.
Mi dirigo verso la piazza principale, ignorando tutto ciò che ho intorno.
Quando sto per avvicinarmi al porto una voce fa spostare l'attenzione di tutti da un'altra parte, permettendomi di sgusciare tra la folla.
<<Mitoo! L'ho preso! >>
Un ragazzino di circa dodici anni con i capelli neri a spazzola corre verso la piazza, sventolando un gigantesco pesce.
Gon.
Tutti lo conoscono nell'isola Balena e soprattutto conoscono suo padre, Ging Freecs, uno dei più famosi hunter mai esistiti. Bravo hunter ma non altrettanto bravo padre, poiché ha abbandonato il figlio a sua sorella Mito, per poi sparire nel nulla.
<<Ce l'ha fatta! >>
<<Proprio come il padre! >>
<<Spero tu sia fiera di lui! >>
Un grande gruppo di persone si raggruppa intorno a Mito, che risponde imbarazzata alle domande di tutti. Gon si avvicina alla zia con un enorme sorriso. <<Ora potrò partecipare all'esame hunter, giusto? >> Mito lo guarda pensierosa, poi sospira <<Sì, Gon. Ora potrai diventare un hunter.>>
<<Non scappare come tuo padre.>> mormoro e tutti gli occhi tornano su di me e stavolta senza compassione.
Giro i tacchi e vado velocemente verso il porto, imbarazzata.
Arrivo al molo dal quale partirà la mia nave, ma lo trovo vuoto e mi ritrovo a fissare il mare, persa nei ricordi.
E la sento di nuovo. La voce di mia sorella, che rimbomba nella mia testa in mille sfaccettature.
Felice, triste, assonnata. Ma anche terrorizzata, il giorno che me l'hanno portata via.
Ritornano i ricordi. Le lacrime, le notti in bianco, il mio chiudersi in casa per mesi. Un frigo svaligiato nella notte e la nausea la mattina dopo.
Mi riscuoto, cercando di rimanere concentrata.
Non ho più tempo per pensare, ora c'è da agire.

Hola!
Benvenuti nella revisione di questa storia! Ho voluto farla poiché quando ho scritto questa fan fiction ero molto inesperta, perciò alcuni capitoli non sono il massimo. Spero che questo "remake" vi piaccia
Sayonaraa~
[capitolo revisionato il 2/03/2017]
[Seconda revisione 8/08/2019]

La ragazza hunter [Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora