Cap. 16 Perdonami (revisionato)

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Mi lascio cullare dal rumore delle onde. Siamo appena saliti sul battello che ci porterà nell'isola dove si svolgerà la prossima prova; guardo un altra volta la mia carta, con il numero 404 scritto sopra. Fisso ogni linea, ogni tratto di quel maledetto numero.
Kurapika.
Se gli prendo la targa andrò avanti, ma lui no. Se non lo faccio, non supererò la prova.
Potrei rubare altre tre targhe, ma chi dice che uscirei viva da una battaglia con altri partecipanti.
«Tutto bene?» dice qualcuno.
È Gon, che si siede accanto a me.
<<Mi sembri preoccupata.>>  <<Sto bene.>> dico bruscamente. <<Sicura?>> insiste lui.

<<Ti ho detto che sto bene, Gon>> <<Va bene.>> dice con un  sospiro. Spero che se ne vada, ma poi chiede «Chi è il tuo obbiettivo?»
<<Nessuno di importante>> ma lui insiste a fissarmi. Stufa del suo sguardo indagatore addosso, mi arrendo. <<Sai mantenere un segreto?>>
Gon annuisce serio.
<<E va bene. Il mio obbiettivo è  Kurapika.>> dico tutto d'un fiato. <<Quindi dovrai...» lo interrompo con un gesto. «Si, dovrei rubargli la targa. Chi è il tuo?»
Lui sembra esitare.
«Hisoka.»
Rimango a bocca aperta <<Hisoka?>> vorrei dirgli che mi dispiace, ma a che servirebbe? Io dovrò combattere una persona a cui voglio bene e Gon uno psicopatico molto più forte di lui.
<<Siamo capitati proprio bene, eh?» dico ironica per alleggerire la tensione. Lui sorride gentile.
<<Prometti che non lo dirai a nessuno, specialmente Kurapika.>>  Annuisce. La nave si ferma, segno che siamo arrivati.
Quasi speravo in un viaggio più lungo.
Una donna ci spiega ciò che dovremmo fare: <<Andrete sull'isola in ordine di arrivo, a distanza di quindici minuti l'uno dall'altro. Buona fortuna.» Dopo che le tre persone davanti a me sono andate, tocca a me. Getto uno sguardo alle mie spalle. Gon mi fa l'occhiolino, Killua fa un gesto verso di me e Kurapika mi sorride incoraggiante. Mi maledico per essermi voltata e vado sull'isola. Appena metto piede sulla terraferma penso che anche io sono l'obbiettivo di qualcuno, ma mi sento al sicuro. Ho nascosto la targa sul fianco, incastrata nella mutanda. Sarà anche poco ortodosso, ma così nessuno può rubarla. Mi inoltro nel bosco, alla ricerca di un posto dove sedermi e pensare al da farsi.
Trovo l'albero adatto e mi arrampico, mettendomi in una biforcazione dei rami in modo da vedere gli altri senza essere vista. Per prima cosa devo trovare Kurapika. E poi, con il favore della notte, dovrò rubargli la targa. È l'unico modo per andare avanti, ma prometto a me stessa di assicurarmi che lui ottenga i sei punti necessari per andare avanti.
Facendo qualche calcolo, Kurapika dovrebbe passare tra tre ore, perciò non mi resta che aspettare. Diverse persone passano sotto di me, fino alla sera, quando le tre ore sono passate. Mi sporgo dal ramo e vedo proprio Kurapika. Aspetto che mi superi e lo seguo silenziosamente. L'inseguimento si rivela più difficile di quanto credessi, dato che devo fare in modo che lui non sia accorga che sono dietro di lui e contemporaneamente guardarmi alle spalle, nel caso che qualcun'altro ci stia seguendo.È quasi notte e prego che si fermi al più presto.
Sono sfinita. Non ho avuto un attimo di riposo da stamattina. Kurapika si sdraia ai piedi di un albero, con le armi in mano e la borsa su un fianco. Aspetto finchè non sono sicura che dorma profondamente, poi mi avvicino di soppiatto alla borsa e la apro lentamente. Frugo tra le armi, i vestiti e i suoi oggetti, fino a che le mie mani non toccano qualcosa di rotondo. È lei, la tanto amata e odiata targa.
Sto per alzarmi e andare via, ma sento in oggetto appuntito contro il collo.<<Posa la targa. Lentamente.>>
Obbedisco e mi mostro alla luce della luna.
Kurapika rimane sorpreso nel riconoscermi. <<Naomi?Che stai facendo? Perchè stai...>>si interrompe, capendo tutto. <<Sono il tuo obbiettivo, vero?»
Annuisco. Lui sembra...triste? Ha un'espressione indecifrabile. Prende la targa da terra e me la porge. «No, non provarci neanche. Se proprio devo prendere quella targa, lo farò combattendo.>>
ribatto e  sfodero la lancia mentre lui fa lo stesso con le sue armi. Provo a colpirlo, ma schiva abilmente i colpi. Miro alle gambe e lo faccio cadere a terra. Mi guarda negli occhi e noto che ha un taglio sulla fronte, che ha tinto il suo viso di rosso. Mi porge la targa senza dire nulla; la prendo e corro via, sentendomi una ladra, un'orribile criminale.

Mi fermo e prendo fiato. Rivedo Kurapika a terra, il sangue che cola dalla fronte, i suoi occhi... Tristi? Spaventati? Faccio un respiro profondo e cammino dritto per qualche minuto e noto qualcuno addormentato a fianco a me. È un uomo grande e grosso, con una cascata di capelli biondi. Noto che gli spunta la targa dalla tasca e un'idea mi fulmina. Gli prendo furtivamente la targa dalla tasca, senza che se ne accorga.
Niente di personale.
Ritorno sui miei passi e trovo Kurapika seduto sotto l'albero che si medica la ferita. Gli porgo la targa e vado via senza dire niente, sentendomi un pò meno sporca. Mi arrampico su un albero e mi metto comoda per dormire. Guardo il pezzo di cielo stellato che riesco a vedere, ascoltando solo i rumori della notte.
Perdonami, Kurapika.
E mi metto a dormire, promettendomi di aiutarlo il più possibile.

Spazio autrice!
revisionato l'8/10/2017

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