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NUOVA CITTA'

Tutto iniziò quando fui arrivata in un paese nuovo, dove avrei dovuto farmi amici nuovi per poi abbandonarli alla mia futura partenza.

Però questo posto era diverso dagli altri: qui si trova la più celebre scuola per Heroes di tutto il giappone, la Yuei.

Esso è un istituto dove i migliori ragazzi di tutto lo stato possono allenarsi per diventare degli Hero, affinando le proprie tecniche di combattimento e scoprendo nuovi modi per utilizzare i propri quirk.

Non l'ho mai detto a nessuno, ma ho sempre voluto iscrivermi a questa scuola. L'ho tenuto nascosto perchè i miei genitori sono contrari: pensano che sia una cosa troppo pericolosa per una ragazza come me, di costituzione gracile e (da quel che sanno loro) incapace nei combattimenti.

Per coronare il mio sogno decisi di andarmi a iscrivere alla UA senza avvisarli.
Dissi loro che potevo andare direttamente io ad iscrivermi a quella che, come gli avevo detto, sarebbe stata una scuola pubblica.

"Papà, potresti firmarmi questo documento per l'iscrizione? Lo vado a portare io."

Padre: "Ok." disse firmando in modo sbrigativo il documento e ritornando al suo lavoro al computer.

Come si potrà ben intuire, il lavoro dei miei genitori non gli permette di avere tempo per darmi molte attenzioni, e per questo ero certa che non avrebbero avuto interesse nel contattare l'istituto per informarsi dei miei progressi.

Preso il foglio, mi diressi subito alla UA, chiedendo alla reception se c'era ancora la possibilità di iscriversi. Fortunatamente mi dissero che vi era un posto nella sezione A degli Heroes, ma che dovevo discutere dell'entrata all'istituto col coordinatore della 2^A.

Ero super tesa per l'incontro con il coordinatore, nonchè vicepreside della UA (da quel che mi era stato riferito).

Mi incamminai per i corridoi e, dopo 10 minuti abbondanti, riuscì finalmente a trovare la 2^A.

Iniziai a sudare freddo quando ormai ero davanti alla porta. Bussai con esitazione ed attesi che qualcuno venisse ad aprirmi.  Un uomo molto più alto di me mi aprì la porta. Aveva un aspetto dal quale era praticamente impossibile intuire che fosse un docente. I capelli corvini gli arrivavano fino alle spalle ed indossava dei vestiti unicamente sui toni del nero. Una peculiarità che mi colpì in lui fu la cicatrice sotto all'occhio. Il suo stile molto tetro veniva accompagnato da un aspetto alquanto trasandato, che però non era certamente sinonimo di brutto.

 Il suo stile molto tetro veniva accompagnato da un aspetto alquanto trasandato, che però non era certamente sinonimo di brutto

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Mi guardò dall'alto verso il basso con sufficienza e iniziò a parlare.

Aizawa: "E tu chi saresti?"

"Sono T/n T/c, avrei intenzione di iscrivermi a questo istituto e mi hanno detto di parlare con il coordinatore della classe in cui dovrei essere inserita se vengo ammessa."

𝘑𝘶𝘴𝘵 𝘢 𝘗𝘳𝘰𝘣𝘭𝘦𝘮 - 𝘈𝘪𝘻𝘢𝘸𝘢 𝘹 𝘙𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora