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DICHIARAZIONI 🖤

Mi risvegliai non so quanto tempo dopo in ospedale.

Affianco a me vidi Shouta addormentato sulla sedia e mi riaffiorarono alla mente i ricordi di quel che era successo.

Decisi di volergliene parlare, sperando con tutta me stessa che quello fosse un semplice fraintendimento.

"Shouta."

Lui aprì gli occhi di scatto.

Shouta: "T/n, come ti senti?" disse con un tono molto calmo, appoggiando una mano sul mio braccio in modo affettuoso.

Io, ancora scossa dai precedenti avvenimenti, mi staccai da quel contatto.

Shouta: "Ah, giusto... Ora ti spiego cos'è realmente successo, quello che hai pensato è solo un grandissimo equivoco."

Udite quelle parole mi calmai, ma ero ancora in guardia.

Shouta: "Praticamente io e te quella sera siamo tornati in dormitorio, ma tu non ne hai voluto sapere di andare nella tua stanza e sei entrata nella mia camera. Hai trovato una mia maglia e hai deciso di usarla come pigiama: ovviamente sono uscito mentre ti cambiavi, tranquilla. Dopodichè sono tornato dentro e stavo per prendere il mio sacco a pelo per dormire a terra, ma tu mi hai strattonato e costretto a rimanere a letto con te. Poi, la mattina, ti ho riportata nella tua stanza."

Feci un respiro di sollievo.

"Da quanto è che sono qui?"

Shouta: "Quattro giorni, circa."

"Cosa??!? E i miei compagni lo sanno?" 

Shouta: "Si."

Quando capì che tutti sapevano del mio segreto mi girai a pancia in giù e misi il viso nel cuscino, cercando di non piangere.

Shouta: "Hei, T/n..." disse accarezzandomi i capelli.

"Scusa, non avrei mai dovuto pensare qualcosa del genere su di te..."

Shouta: "Tranquilla... Piuttosto vorrei sapere una cosa: tu stavi cercando... di, ecco, farla finita...?"

Riuscì ad intravedere una sincera preoccupazione, quindi cercai di tranquillizzarlo.

"No... E' stato un incidente, tranquillo."

Detto ciò sembrò non resistere più e mi si avvicinò stringendomi forte a se.

Shouta: "Pensavo di averti persa per sempre..."

Per qualche istante rimasi semplicemente sorpresa da quell'atteggiamento non distaccato, poi però ricambiai l'abbraccio.

Aizawa pov

Pensare che avrei potuto perderla per sempre mi stava logorando dentro.

La guardai e non riuscì più a trattenermi: mi avvicinai al suo lettino e la strinsi a me nonostante la paura per la sua reazione.

"Pensavo di averti persa per sempre..." dissi, non riuscendo più a reprimere come sempre i miei sentimenti.

Lei, diversamente da come immaginavo, mi strinse ancora più forte a se.

Quando rischiai di perderla, qualche giorno prima, mi resi conto di quanto ci tenessi a lei, ed istintivamente le presi il volto prima di baciarla.

T/n pov

Io ricambiai istantaneamente il bacio.

Questo però a cosa portava?

Stavamo insieme?
Non stavamo insieme?
Voleva iniziare a frequentarmi?
Aveva solo agito d'impulso?

"E questo per che cos'era?" dissi, cercando di sembrare indifferente, ma i miei occhi mi tradivano.

Shouta: "Ho capito che perderti sarebbe stato orribile, soprattutto senza averti detto che ci tengo a te."

Gli sorrisi di rimando, prima che il medico venisse a controllare la situazione.

Dottore: "Salve, lei è il suo tutore legale, vero?"

Shouta: "Si."

Dottore: "Ok, allora può rimanere. Signorina T/c, lei è stata ricoverata qualche giorno fa e le sue ferite grazie al suo quirk e quello di Ricovery Girl sono quasi del tutto guarite. Ciononostante devo richiedere al suo tutore legale di mandarti in una clinica per autolesionismo o perlomeno di tenerti sott'occhio." disse guardando malamente Shouta.

Shouta: "Certamente. Valuterò la questione con i miei colleghi e decideremo cosa fare."

Dottore: "Bene. Può pure preparare le sue cose, sta sera verrà rimessa, viste le sue condizioni piuttosto buone, ma deve stare a riposo e, ovviamente, sotto stretto controllo."

Shouta: "Certamente."

Dopo averci comunicato tutto ciò che avevamo da sapere Shouta si riavvicinò a me, abbassandosi leggermente per essere alla mia altezza.

Shouta: "Ti preparo subito le cose, tu rilassati intanto, ok?"

Annuì e lo guardai riprendere le mie poche cose per metterle in uno zainetto.

*quella sera*

Shouta aveva preparato le mie valigie ed ero pronta per uscire dall'ospedale.

Ci incamminammo verso l'uscita quando lui si fermò.

"Hey, che fai?"

Shouta: "Seguimi." disse prima di afferrarmi per un polso e trascinarmi con se.

Arrivammo davanti ad un edificio fatiscente dove, con titubanza, seguì Shouta in silenzio.

Salimmo fino al tetto e finalmente capì perchè mi aveva portata lì. 

Eravamo ad un altezza tale che potei guardare dall'alto le luci piene di vita della città, che non erano paragonabili alle luci delle stelle, ma comunque ammalianti.

Guardai incantata quella scena, fino a quando Shouta non mi afferrò da dietro per poi stringermi in un abbraccio che mi fece sentire al sicuro come non lo ero mai stata.

Mi voltai verso di lui facendomi stringere ancora più a lui e mettendo le braccia intorno al suo collo. Vidi che sorrideva, intenerito dallo sguardo sognatore che avevo alla vista di tutto quello che ci circondava.

Shouta: "Ti piace?"

"E' magnifico. Come conoscevi questo posto?"

Il suo sorriso, per quanto tentasse di non darlo a vedere, scomparve. Capì che avevo fatto la domanda sbagliata.

Shouta: "Me l'ha mostrato tuo padre quando andavamo ancora al liceo. Ci venivamo spesso: era l'unico luogo dove stavamo senza Hizashi, così da poter parlare con calma." disse, con uno sguardo sognatore e una punta di tristezza mascherata da malinconia.

"Scusa..." dissi guardando verso il basso per non incrociare il suo sguardo.

"T/n... Non hai nulla di cui scusarti. Puoi parlarmi di tutto, è solo che ricordare tuo padre mi rattrista, tutto qui."

Alzai lo sguardo verso di lui e vidi che sulla sua guancia scorreva una lacrima che stava cercando in tutti i modi di contenere.

Gliel'asciugai e gli feci un sorriso, per poi dargli un bacio di consolazione.

"Non sarai più solo, ci sono qua io e ci sarò sempre."

Mi strinse ancora di più a se, per poi accarezzarmi dolcemente i capelli.

Shouta: "Meglio che scendiamo, i tuoi compagni ti stanno aspettando."

"Andremo, ma a modo mio." dissi con un atteggiamento audace che non mi apparteneva.

Lo presi per un braccio ed iniziai a correre verso il vuoto per poi saltare sull'altro palazzo.

Shouta: "Ma sei impazzita?! Sei appena uscita dall'ospedale, porca miseria!"

"Sto benissimo, ed ora muoviti!" dissi saltando su un altro palazzo, ridendo sfrenatamente.

Shouta: "Che mi tocca fare." disse per poi imitarmi.

𝘑𝘶𝘴𝘵 𝘢 𝘗𝘳𝘰𝘣𝘭𝘦𝘮 - 𝘈𝘪𝘻𝘢𝘸𝘢 𝘹 𝘙𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora