capitolo 26

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Finalmente uscimmo di casa, ora potevo finalmente riportare il respiro ad un ritmo regolare. Voglio solo passare una serata senza pensieri che oscurano qualsiasi cosa io faccia.

La serata era principale per Max, anche se diciamo la verità mi ha incastrata per bene con Thomas ma in ogni caso dovevo pensare solo a lei in quel momento.
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Arrivammo al ristorante e per fortuna c'era ancora il posto libero pochi tavoli lontano da Max con la visuale dritta sul suo tavolo, perfetta direi.

Notai che erano arrivati al primo piatto, il che significava che eravamo in ritardo ma non di molto, cioè non a tal punto da far cascare il mondo insomma.
Max mi vide subito e per fortuna aveva lo sguardo sereno quindi fin'ora era andata al quanto bene, mi sorrise e poi rispostò lo sguardo al ragazzo posto difronte a lei.

Io e Thomas ci sedemmo e ordinammo, nel mentre davo delle occhiate furtive a Max per vedere se era in difficoltà ma sembrava super rilassata e tranquilla, meglio così.
«Mi dispiace di aver fatto tardi prima non te la sei presa vero?» Thomas ruppe il silenzio facendomi quasi andare di traverso il sorso d'acqua che avevo appena mandato giù per la gola.

Per un secondo ripensai ai vari episodi in quella casa, con Dylan, ma poi mi feci coraggio e scuotendo la testa levai quei pensieri e li sigillai in una scatola nel punto più remoto della mia mente, sperando solo che rimanessero li per il resto della sera.

«I-io non... cioè tranquillo non sono arrabbiata, avrei fatto comunque ritardo io visto che non ero ancora pronta neanche al tuo arrivo»gli accennai un sorriso quanto il meno colpevole possibile e a quanto pare sembrava aver creduto alla mia grandissima cazzata.

«Come disse una volta mia nonna, le donne ti faranno sempre aspettare più del dovuto...*fece una paura e poi continuò* alcune è meglio lasciarle dove sono» ci fu un minuto di silenzio dalla sua frase, come se stesse rimuginando su qualcosa, aveva abbassato la testa e a dire il vero sembrava essersi persino incupito.

«Thomas tutto bene?» mi sporsi un po' per avvicinarmi a lui, stavo poggiando la mano sulla sua spalla, finché non alzò di colpo la testa.
«Non avevo mai capito davvero la frase di mia nonna... secondo te che significato voleva darle? Sei una ragazza magari la puoi capire meglio di me...» lo guardai negli occhi e notai che mentre mi poneva la domanda il suo sguardo diventò come quello dei bambini quando vogliono sapere se esistono troll e unicorni.

« Ehm secondo me, voleva farti solo capire che se una ragazza ti fa aspettare troppo significa che devi lasciarla perdere... se ha dei dubbi significa che non gli importa davvero di te, altrimenti non ne avrebbe.»
Mentre quelle parole scivolarono via dalla mia bocca, ripensai al fatto che io avevo dei dubbi su Thomas.
Cioè, non c'è mai stato davvero un progetto nella mia testa o anche solo un film mentale con Thomas, se ci troviamo qui è solo per colpa di Max quindi non dovrei sentirmi in colpa vero?

Pensandoci se mai dovessi mettere a confronto i miei dubbi, quindi Thomas e Dylan, ci sarebbero delle differenza davvero enormi ad esempio, Dylan è più estroverso ma troppo sicuro di se e aggiungerei che ha un punto a sfavore per essere il fratello di Max.

Thomas invece è più introverso, dolce e sono sicura che mi proteggerebbe sempre qualsiasi cosa accada, cosa che non posso dire di Dylan, che sembra tutto tranne che un ragazzo affidabile, e in più Tommy non è il fratello della mia migliore amica il che gli dona un punto in più.

«forse hai ragione, ha molto più senso di tutte le mie ipotesi» thomas mi porse un sorriso tenero, che ricambiai, poi ricominciò a parlare
«Sembra che Max se la stia cavando alla grande» fece cenno con la testa verso Max e poi voltò leggermente lo sguardo verso la diretta interessata.

«Si sono davvero fiera di lei, sembra che stia mantenendo la calma per fortuna» posai anche io lo sguardo su Max per pochi secondi sperando che il resto della serata rimanesse così.

«Beh visto che siamo qui anche noi che dici se mi parli un po' di te, voglio sapere come Grace Tate fa a trovarsi in un posto così» addentò una bruschetta e iniziò a fissarmi in attesa di una risposta.

«Oh niente di così elettrizzante, il nuovo compagno di mia madre voleva che venissimo a vivere con lui... è un tipo apposto anche molto simpatico devo essere sincera quindi abbiamo accettato tutto qui, tu invece sei nato qui?»

«Si nato e cresciuto, conosco Max da quando ho memoria siamo cresciuti insieme è una di famiglia, i nostri genitori sono molto amici infatti anche le feste le passiamo assieme.»

«È davvero grandioso e-» prima che potessi finire la frase Max attirò la mia attenzione, notai che si era alzata, diretta verso il bagno.

«Tommy scusa un secondo, vado a vedere se è tutto okey» mi alzai e seguì Max in bagno.

«Max tutto okey?» bussai alla porta del bagno dove si era appena chiusa.

«No... mi sto agitando e non so perché, dico cose senza senso pensavo di farcela ma non è così mi sono solo illusa, ti prego fammi scomparire» la sentii piagnucolare dall'altra parte della porta.

«Mi fai entrare o esci?» abbassai il tono di voce per non sembrare aggressiva.
Ci fu un minuto di silenzio, poi mi allontanai dalla porta appena sentii la serratura girare.

«Finalmente... pensavo di dover buttare giù la porta, ero pronta eh» le sorrisi, ricambiò e poi mi abbracciò.

«Stavi andando alla grande, cos'è successo?» le dissi mentre era ancora tra le mie braccia.

«Non lo so... è calato il silenzio imbarazzante e non sapevo più cosa dire allora ho inventato la scusa del bagno nella speranza che mi seguissi.» si allontanò dall'abbraccio e si poggiò al lavandino.

«Ti seguirei in capo al mondo, ora sta tranquilla sono cose che capitano, si solo te stessa e se c'è qualche minuto di silenzio non è un problema» la consolai.

«Grazie Grace, sei la persona migliore che mi potesse mai capitare... ma ora dimmi come sta andando con Thomas?» mi tirò un'occhiata e rise.

«Sta andando bene... sai è davvero dolce»mi diede una leggera spinta come per portarmi alla realtà e poi iniziò nuovamente a parlare.

«Visto! Poi siete così carini insieme, dagli una possibilità hai la mia autorizzazione se mai ti dovesse servire» roteai gli occhi alla sua ultima affermazione.

«Chi lo sa potrei davvero pensarci, ma ora forza torna al tuo appuntamento» la spinsi verso l'uscita.

«Okey okey, ti voglio bene ciao» si girò un ultima volta per mandarmi un bacio.

« Anche io ti voglio bene stupida, buona fortuna ti servirà» non ebbi il tempo di vedere la sua faccia poiché la porta del bagno si chiuse subito dopo la sua uscita.

quei dannati occhi//Dylan O'brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora