22//amicus ad aras (c.s + j.wy)

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"Secondo te che tatuaggio potrei farmi?"

Tutto era iniziato con quella domanda, mentre San era steso sul suo letto e io davanti allo specchio della sua stanza.
Da qualche giorno ormai avevo fisso in testa il pallino di volermi tatuare, solo che non avevo la più pallida idea di dove e cosa farmi disegnare sulla pelle.
Lanciai uno sguardo al mio migliore amico attraverso lo specchio ed incontrai i suoi occhi intenti a scrutarmi in silenzio, come a voler dire qualcosa ma senza sapere esattamente cosa; evidentemente stava pensando a come potermi aiutare ma non sembrava avere nessun'illuminazione, proprio come il sottoscritto.

"Okay ci penserò dopo, ma almeno il punto dove potrei farlo?" continuai capendo che la prima domanda non mi avrebbe portato a nessuna risposta, al ché lui questa volta non perse tempo nel parlare, facendomi però alzare un sopracciglio.

"Ti conviene farlo in un punto dove non si vede molto oppure te lo copriranno il più delle volte... sai come sono, soprattutto in televisione ed agli show."

Essere idol comportava tanti lati negativi e quello di non poter fare completamente ciò che si voleva del proprio corpo era una delle tante cose appartenenti a quell'aspetto.
Storsi le labbra nonostante sapessi quanto San avesse ragione e quando gli rivolsi un'altra occhiata lui era ancora ad osservarmi.
Sembrava volermi dire qualcosa ma nei suoi occhi lessi un piccolo cenno di insicurezza, dunque per quella volta decisi di accantonare il pensiero del mio nuovo tatuaggio e mi avvicinai al suo letto. Fu incredibile come, appena mi sedetti sul materasso, lui si mise nella mia stessa posizione all'improvviso, poi prese a grattarsi il retro del collo con fare nervoso.
Io e San, da quando ci eravamo conosciuti prima di debuttare, eravamo subito diventati amici, il nostro legame era stato speciale fin dal primo momento e spesso ci eravamo sentiti prendere scherzosamente in giro dagli altri, qualcuno che ci aveva dato di fidanzatini e addirittura i fan e le fan stesse sostenevano che tra di noi ci fosse qualcosa ma per quanto potessimo risultare carini insieme e come coppia, ciò che ci legava era solo una grandissima amicizia e nessuno dei due avrebbe potuto fare mai a meno dell'altro.
San, fin dai tempi del predebutto mi aveva salvato da innumerevoli crisi isteriche e di pianto quando avevo dubitato di me stesso e del mio talento, quando mi ero buttato giù per nulla o quando avevo provato la mancanza della mia famiglia; per quanto potessi voler bene anche agli altri ragazzi del gruppo, lui sarebbe rimasto per sempre la persona più importante della mia vita.
E mentre adesso ripensavo a tutto ciò mi scappò un piccolo sorriso e San mosse la bocca ma non mi resi minimamente conto di cosa disse, ancora troppo immerso nei miei pensieri.

"Woo ci sei? Ho detto che potresti fartelo sul ginocchio o magari un po' più su tipo sulla coscia, così si vede ma allo stesso tempo non si nota."

I suoi occhi mi osservarono sorridenti e con un dolce sorriso sulle labbra — come se mi avesse appena dato l'idea più geniale di sempre —, le sopracciglia alzate in attesa che rispondessi.
Per un momento mi fece dimenticare dello scatto che aveva fatto poco prima quando mi ero seduto vicino a lui, ma adesso che lo osservavo non sembrava imbarazzafo come in un primo momento.
Decisi quindi di fare finta di niente e risposi alle sue parole, non prima però di aver dedotto quanto fosse tenero quando sorrideva nel modo in cui faceva sempre, facendo spuntare ai lati delle sue labbra due adorabili fossette che per me erano la fine del mondo ogni volta che le vedevo, anche se non lo davo mai a vedere.

"Ma è brutto sul ginocchio, non credi? Anche sulla coscia, non mi convince" dissi storcendo le labbra.
Perché proprio su una coscia? C'erano tante parti migliori da tatuarsi e San si faceva venire in mente proprio il punto più noioso e senza senso. Lo vidi sbuffare e subito dopo roteò gli occhi al cielo, come se fosse rimasto offeso dalla mia risposta.

"Ovviamente, come al solito. Perché mi chiedi ogni volta consigli se poi ti fanno tutti schifo e non mi ascolti?" sbraitò all'improvviso, al ché rimasi confuso e quasi non scoppiai a ridere per la sorpresa di sentirlo così alterato per qualcosa di futile.
Sperai stesse solo scherzando eppure sembrava davvero irritato; San si arrabbiava molto raramente ma quando lo faceva — almeno io — non riuscivo a prenderlo per niente sul serio. Era troppo buono per recitare la parte del cattivo.
Misi su un piccolo ghigno prima di avvicinarmi al suo corpo e pizzicargli un fianco con l'intento di fargli il solletico e lui lanciò un urletto a causa della mia mossa inaspettata, buttandosi di nuovo sul materasso in posizione supina, poi però mi bloccò i polsi con le mani senza darmi il tempo di accorgermene ed io non ebbi modo quindi di muovermi; San era molto più forte e muscoloso di me e ad essere sincero mi piaceva quando mi ritrovavo intrappolato per colpa sua, che fosse quando mi bloccava al muro con tutto il corpo, oppure quando mi prendeva dai polsi per tenermi fermo, proprio come in quel momento.
Mi misi sulle sue gambe e lo guardai con divertimento mentre mi mordevo il labbro inferiore.
Il nostro rapporto era sempre stato speciale sì, ma quella sera rimanemmo per un tempo indefinito a guardarci negli occhi, aspettando che prima o poi uno dei due avrebbe parlato o fatto qualcosa.
Molte volte era capitato di scherzare e cadere in finti battibecchi che finivano nel giro di pochi secondi, così io stuzzicavo lui e San stuzzicava me, ma mai ci eravamo soffermati per così tanto ad osservarci a vicenda, perdendoci completamente l'uno nello sguardo dell'altro e viceversa.

os || ateezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora