«Non fare l'imbronciato tutta la sera» borbotto.
«Senti da che pulpito viene la predica...» ribatte Da. Sal dietro di me ridacchia. «Poi, accollarmi la suora che mi ha fatto outing con mio padre? Insomma, un motivo più che valido per essere imbronciato». Non ha tutti i torti, povero. Non credo che sia totalmente colpa di questa ragazza, però. Certo, lei sapeva che Da fosse bisessuale, l'ha detto a suo padre, che a sua volta l'ha detto al padre di Da, scatenando un eterno conflitto che dura tuttora. Sono abbastanza certo che l'effetto sorpresa non abbia giovato alla causa, in più il padre di lei sembra una vera testa di cazzo. Tirare fuori psicologi e preti –gente stramba– per far guarire Da dal suo "disordine". Certe persone non hanno tutte le rotelle al posto giusto.
«Ma dai, Da, sarà una bella serata...» gli dice Sal, dandogli un colpetto sulla spalla.
«Ma stai zitto, niño, fatti i cazzi tuoi» sbotta lui, sbuffando subito dopo. «In più, è in ritardo. Che palle. Non la voglio.»
«Sembri un bambino» brontolo. Subito dopo, il portone della casa di sta tipa scatta e ne esce una giovane ragazza, con i capelli castani e un bomberino rosso. Che stile.
«Ciao, Dadda» lo saluta, col soprannome usato dalle sue sorelle. Un po' imbarazzante, onestamente. Da non è Dadda, Da è Da. Dario mugugna un saluto, già scocciato dall'accollarsela e infastidito dal nomignolo. La prima volta che ho visto le sue sorelle, lo hanno chiamato così e nel primo momento in cui siamo rimasti soli io e lui, mi ha minacciato con un dito alzato, dicendomi "non osare chiamarmi così, Dado, o giuro che ti castro. Loro possono, tu no". Ricordo che ai tempi era riuscito a essere molto convincente. «Come va? Come sta Felice? È da un po' che non ci si vede»
«Io? Sto da Dio. Feli sta diventando una piccola botte. Spendo in cibo più per lui che per me». Sorrido al pensiero del piccolo cicciottello di casa Loduca. Dovevamo portarci dietro anche lui, lo adoro. Tutti lo adorano.
Ci presentiamo a lei, che si chiama Angelica e ha due anni in meno di me e Da. Indugia qualche secondo in più sulla mia mano e allarga il suo sorriso. Cosa che ovviamente non sfugge a Da, che rotea gli occhi. Io non dico niente, ma non ho ben capito perché gli dia fastidio.
Lui parte, con la sua nuova auto scintillante, con me al posto del passeggero e Angelica e Salem dietro, stipati a sinistra, perché a destra c'è il seggiolino.
I primi due minuti di viaggio sono scanditi da un pesantissimo silenzio, ma, poi, Da inizia a infognarci con le sue solite vaccate, volte a mettere in imbarazzo tutti e ci riesce abbastanza bene, mettendosi in ridicolo da solo. Ricorda i vecchi tempi del liceo, raccontando di come a ogni insulto scritto sulle porte del bagno del piano terra, lui rispondesse con una frasetta azzeccata, di come lui e Dani si fossero nascosti nell'armadio per tutta una giornata per scampare alla verifica di inglese, della foto di quarta liceo a tema "festa", veramente imbarazzante.
Non ascolto tanto gli episodi in sé, più perso nel pensare di come Da sia stato il mio vero e unico migliore amico, più di Dani, più di Marina. Daniele era il mio ragazzo, l'uomo che amavo, ma è morto, con Mari dopo il liceo ci siamo un po' persi. Da è rimasto con me, sempre, non lasciando mai il mio fianco. Dopo la morte di Dani, per due mesi mi ha chiamato tutti i giorni, al mattino prima che io andassi a Milano, a ora di pranzo, poi dopo cena per tenerci compagnia. Lui ai tempi viveva a Genova per l'università, ma tutti i weekend tornava su, per stare con me. Molto spesso dormiva a casa mia, per non lasciarmi solo; ogni venerdì sera si presentava con cose diverse per il weekend: pizza, kebab, McDonalds, cibo indiano, sushi, cibo cinese e, di sua spontanea volontà, aveva deciso che una sera al mese sarebbe stata la serata alcolica. Arrivava bestemmiando, lo insultavo un po' per la blasfemia, ma poi mi calmavo e ingurgitavamo tutto quello che lui portava. Erano le sere migliori perché, ubriachi, ridevamo, piangevamo, ci picchiavamo, cantavamo, ballavamo e vomitavamo, insieme.

STAI LEGGENDO
I'm Alright
Romance[Seguito di Corda Del Sol] Adam è combattuto. Dopo la perdita di Daniele, vorrebbe rimanere nella sua comfort zone e lasciarsi scorrere la vita addosso, per essere sicuro di non soffrire più. Allo stesso tempo, la solitudine inizia a stargli stretta...