POV DRACOEro steso nel letto con t/n a fianco che dormiva come una bambina. Con quel viso dolce innocente e con qualche cicatrice di chi ne ha passate tante. A volte penso che io e lei siamo uguali. Dai ammettiamolo; schiavi di un mondo a cui facciamo fatica a vivere, vorremmo scappare da tutti, persino da noi stessi a volte. Per stare bene abbiamo bisogno di quella persona che c'è sempre, quella persona che può farti riportare a terra quando la tua mente è altrove, in un altro pianeta o in un'altra dimensione. Facciamo fatica ad accettarci e quando ci sembra che la nostra vita abbia un senso ricadiamo in quella buca profonda e oscura. A volte penso a quanto sono fortunato, ci sono persone a cui è stato tolto tutto e stentano a vivere, a cui è stato tolto l'amore della propria vita, ecco io non saprei cosa potrei fare senza di lei.
Lei è la mia vita è il mio tutto.
Penso anche che questo pensiero sia reciproco. Ad ogni modo, delle semplici parole non possono descrivere il nostro sentimento o anche solo il mio. Per farlo ci vorrebbe un film dove fanno vedere i nostri giochi di sguardi, i nostri momenti, le nostre piccole litigate, le risate e i silenzi dopo aver fatto l'amore. Ma credo che durerebbe come il Titanic perciò l'immaginazione è l'unica cosa con cui posso descrivere. Tutti questi momenti sono scritti nel mio cuore di pietra e vetro, duro ma allo stesso tempo facile da rompere. Ogni cosa che riguarda lei è situata lì.
Per chiamarla a dirla tutta preferisco "amore", "piccola" o anche semplicemente un iniziale o il colore dei suoi occhi o qualsiasi particolare, difetto come lo chiamerebbe t/n. I famosi difetti che la rendono unica. Quelli che odia. Insomma qualsiasi cosa mi ricorda la mia vita. Si "lei" è la mi vita. Anche solo il singolo rumore della pioggia me la ricorda.
Ama stare seduta sul freddo davanzale della finestra a guardarla mentre tocca il terreno o la finestra. Dico solo che è difficile capirla. Le cose che ti possono rendere triste, alla mia piccola t gli danno gioia. Per non parlare della musica, più da tristezza, almeno per me, meglio è.
Parlando di pioggia e musica mi era venita su la voglia di suonare il pianoforte. È da quando avevo 8 anni che non lo suono. Sarò ancora in grado? In teoria si, è come andare in bicicletta giusto? Non si può scordare.
Mi alzai delicatamente dal letto e andai giù nella stanza della musica. Alzai il sottile telo di velluto rosso sopra i tasti e iniziai a suonare. Quel "in teoria" diventò "in pratica".
Le note uscivano dolci dalla cassa chiusa del pianoforte. Suonavo "Esperience" di Ludovico Einaudi. Me la ricordavo a memoria. 5 minuti di canzone di cui mi ricordavo ogni nota, ogni accordo, ogni pausa. La ripetevo a manetta, senza mai fermarmi come la pioggia che cadeva violenta contro le grandi vetrate di quella immensa stanza. Devo dire che è stato liberatorio, non mi sentivo libero da tanto tempo. Non so descrive le alte emozioni che sentivo, ma so solo che erano tutte mischiate in modo da farmi dimenticare tutto. Staccare la spina dal mondo intero. Ma qualcuno la riattaccò.
T/n entrò nella stanza ma io non capii che mi stava osservando fino a quando lei non disse
<Suoni benissimo><Vieni qui> le indicai di sedersi accanto a me per poter suonare insieme ma invece si mise seduta sopra al coperchio che chiudeva la cassa e il telaio.
<La nostra canzone musicista> ordinò.
Le sorrisi e iniziai a suonare sweather weather.
Un dolce duetto si era creato tra di noi, un altro ricordo da aggiungere al mio cuore. Continuavamo a suonare e cantare senza neanche degnarci di uno sguardo o di un sorriso. Io guardavo i tasti e lei le mani che li suonavano.
Finita la canzone mi alzai dallo sgabello e mi misi di fronte alla mia vita.<Ti devo far vedere una cosa>
La portai fuori, nel retro di una enorme villa che una volta chiamavo casa.
Mi fermai davanti a una grande porta scorrevole in legno. Già da fuori si poteva capire dove l'avevo portata.
Appena aperta si intravidero 2 grandi cavalli neri, di razza pura, ovviamente voluti da mio padre; il quale mi disse da piccolo, quando li aveva comprati "sono tuoi...impara a tenere un animale e vedrai che saprai tenere anche una donna". Non ho mai capito il suo ragionamento, ma forse lo devo ringraziare, mi ha dato un motivo per cui svegliarmi la mattina. Quando ero giù sapevo che qui in scuderia c'erano due stalloni che mi aspettavano impazienti di vedermi per uscire e correre liberi e veloci come il vento. Quando sono andato ad Hogwarts avevo assegnato il compito di tenerli a Dobby, il nostro vecchio elfo domestico. Dico vecchio perché se ne è andato.
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𝒊 𝒎𝒐𝒓𝒆 // Draco Malfoy
Fanfiction[ COMPLETA ] Io di più.... È una frase che può significare tantissime cose dalla più romantica alla più stronza. Ma in questa storia piena di amore, amicizia, rabbia, paure e tristezze; che cosa potrà mai significare ? T/n Zefiro è una ragazza appar...