21. L'AMORE UCCIDE

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L'appartamento di Tommaso è davvero enorme, la porta di ingresso si apre direttamente su un ampio soggiorno luminoso collegato con la cucina in un grosso open space. La casa intera è illuminata sia dalle tante finestre che ci sono ma anche dai colori chiari, tutto sul grigio e sul bianco.

Solo dopo dieci minuti buoni mi rendo conto di avere un sorriso da completa deficiente e decido di darmi un contegno. Tommaso mi prende la mano e mi fa fare una giravolta su me stessa.

Sto sognando?

-Ti piace la mia umile dimora?- sorride mentre apre le braccia come per mostrarmi il suo mondo.

-E' davvero una bella casa, e poi è enorme...non direi così tanto umile- lascio la borsa sul divano e lo seguo mentre cammina per il corridoio. Ci sono due bagni e due camere, una da letto e una utilizzata da lui come studio.

Lo studio è sommerso di libri, quaderni e sulla scrivania c'è una pila di fascicoli che sembrano appena usciti da una puntata di CSI.

Così, in un momento così speciale mi viene in mente la cosa più triste che potesse venirmi in mente.

-Mi sono appena resa conto che io non so niente di te- mi volto verso Tommaso scuotendo la testa, come se non riuscissi a credere davvero a quello che stavo dicendo.

Forse perché dentro di me, nella mia testa, forse nel mio cuore, io conoscevo Tommaso perfettamente. Come se fossimo stati insieme da sempre, come se quel momento durasse da tutta la mia esistenza.

Non sapevo niente di lui, eppure sapevo che avrebbe cambiato la mia vita. Come però, mi era ancora sconosciuto.

I suoi occhi mi guardano con dolcezza, forse anche un po' di tenerezza. Non dice nulla, prende la mia mano con forza e mi riporta in cucina, apre il frigo e noto con curiosità che è completamente vuoto.

-Sono una frana in cucina, ordino quasi sempre cibo a domicilio. Amo il pollo fritto, le patatine completamente bagnate dentro la maionese e mi alleno ogni santo giorno per eliminare tutti i miei sensi di colpa. Ora sai qualcosa di me- sorride passandosi una mano tra i capelli scompigliati. 

Devo ammettere che dal suo fisico perfetto non avrei mai detto che si trattasse di un amante di grassi e carboidrati, questo mi rende felice, così non devo preoccuparmi troppo di come sembro mentre mangio a sbafo. 

-Ogni tanto suono, ma questo credo che già lo sai- sorride. 

Si che lo so, ricordo perfettamente quella giornata al casale, il pianoforte, il nostro bacio. Ricordi indelebili nella mia testa, quando per la prima volta nella mia vita dopo anni, decenni, o dopo sempre, mi sono sentita veramente felice, senza troppi pensieri o fronzoli per la testa. 

Per la prima volta quel giorno mi ero lasciata andare. 

E poi quel bacio, che bacio. 

Nessuno mi aveva mai baciata in quel modo. 

-Sei diventata rossa come un peperone- Tommaso mi fissa e io mi metto le mani davanti la faccia per coprirmi. La sua voce sembra essere diventata immediatamente roca e sexy, ma credo che sia solo la mia mente a pensarlo. 

-Non coprirti, sei cos' carina anche tutta rossa in viso- e così dicendo non fa altro che aumentare il mio imbarazzo. Ma decido comunque di togliere le mani dalla faccia e incontro il suo sguardo luminoso. 

-Sei così diversa- dice continuando a fissarmi in modo serio. 

-In che senso?- chiedo senza capire a cosa si riferisce. 

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