14. IL RAGAZZO DEI SOGNI

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Avete presente l'assoluta sensazione di vuoto sotto i piedi quando qualcosa non va esattamente come l'avevate immaginato? Mi sento precisamente così, come se avessero tolto la terra sotto di me e dovessi camminare in equilibrio su un filo sottile.

Io non sono un'equilibrista e ammetto con sincerità di non essere neanche una grande appassionata di circo. Anzi, una volta, quando avevo più o meno sei anni, mamma e papà mi ci hanno portata insieme a Gianmarco e se all'inizio ne ero davvero entusiasta poi, dopo aver visto come veniva trattato un piccolo elefante ho pensato che non ci avrei rimesso piede mai più.

Mi fa ridere pensare che avessi delle idee così chiare e nitide a soli sei anni. Gli altri bambini cominciavano a leggere e scrivere, mentre io pensavo al maltrattamento degli animali. Mi capitò di meravigliarmi solo nel vedere un uomo camminare su un filo sottile sospeso in aria. Sembrava che si sarebbe spezzato da un momento all'altro eppure lui ci camminava sopra con un passo leggiadro, come se stesse quasi volando.

Mi sorprese molto, eppure pensai di non volerlo mai provare, di non voler mai vivere un'esperienza del genere, lassù senza nessuno, pronto a cadere da un momento all'altro. È più o meno così che mi sento da quando Tommaso mi ha lasciata da sola in quella stanza d'albergo con un misero numero di telefono scritto sulla mano.

Sono passati due giorni e nonostante ciò riesco ancora a percepire il tocco delle sue dita sul palmo della mia mano. Ho salvato il suo numero di telefono sul cellulare immediatamente dopo, e ho combattuto esattamente finora per non mandargli nessun messaggio stupido. Mi fa ancora arrabbiare la sua presunzione nei miei confronti, il suo credersi superiore e la sua stupida convinzione di conoscermi come nessuno prima di allora.

Non faccio altro che pensare al suo racconto, ai fiori di ciliegio e a tutte quelle stupidaggini che mi ha detto per imbambolarmi.

-Che hai per la testa? Sono io quella che sta per vedere il ragazzo dei suoi sogni e tu sei sulle nuvole?- Carlotta mi siede davanti ed è completamente in ansia perché stasera deve vedersi con quell'energumeno di Aldo.

Il ragazzo dei suoi sogni, che sogni di merda che hai amica mia.

-Non ci hai ripensato vero?- le domando sperando fino all'ultimo che cambi idea.

Non so perché ma non ho delle buone impressioni su come andrà la serata, ma so che non posso insistere o Carlotta mi odierà.

-Aiutami a scegliere cosa mettere invece di dire stronzate- fortunatamente ride e io la seguo, non voglio che pensi che io sia troppo seria. L'ultima cosa che voglio è litigare con la mia migliore amica. Alla fine la vita è la sua e se le piace Aldo allora io non potrò mettermi in mezzo.

-Che ne pensi di questo?- mi mostra un vestito rosso monospalla. È molto bello ma non sono sicura sia adatto per una prima uscita con una persona che non si conosce molto bene.

-Non mi convince, troppo elegante- cerco di convincerla e scuoto la testa- io metterei una cosa più semplice.

-Credi che con un jeans Aldo mi guarderà?- alza gli occhi al cielo come se avessi detto una grande stupidaggine. Non capirò mai la sua voglia di piacere in maniera così sconsiderata.

-Se gli piaci davvero, sì.

-Sei proprio una provetta. Si vede che non hai esperienza- sorride e alla fine decide di mettere proprio quel vestito rosso.

Proprio una provetta. Si.

Aldo verrà a prendere Carlotta tra mezz'ora e ho provato in ogni modo possibile a farle capire che non importa cosa diavolo si indossa quando piaci a qualcuno. Il tutto con scarsissimi risultati. Alla fine ha indossato il vestito rosso e...rullo di tamburi: tacchi.

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