1. STELLA, STELLINA

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La sua pelle è calda e se non ci pensassi sul serio potrebbe anche non infastidirmi la sua presenza. Mi accarezza e mi tocca come se fossi sua, come se non sapesse chi sono realmente, come se non esistesse nient'altro al di fuori di me e del mio corpo. Mentre mi lascio andare ai suoi baci e ai suoi respiri fingo che va tutto bene e sorrido, mentre l'uomo davanti a me si gode l'ultima spinta prima di svuotarsi completamente.

Si lascia cadere sul letto mentre mi rivesto velocemente cercando di scappare da quel posto il prima possibile. Lo fisso aspettando che mi dia ciò che mi spetta.

-Cosa vuoi?- mi dice ammiccando verso di me con un'espressione alquanto raccapricciante.

Odio profondamente quando fanno così, chiamano per un incontro e poi fanno finta che non sanno di cosa sto parlando quando chiedo loro i soldi.

Che credono, di farsi una partita alla playstation?

-I miei soldi- metto il cappotto rosso e tendo la mano cercando di mantenere la calma senza ucciderlo.

L'uomo, che mi pare si chiami Giorgio, o qualcosa del genere, sbuffa sonoramente e apre il suo portafoglio. È pieno di banconote da 100 euro e provo ad immaginare che tipo di lavoro possa fare, e soprattutto cosa lo renda così annoiato da venirmi a cercare almeno una volta a settimana.

Compie i suoi movimenti con una tale lentezza che sto per perdere la pazienza e comincia a cantare "Stella, stellina".

-Oh mio Dio, piantala ok?- allargo le braccia ormai spazientita e quasi urlo.

-Tieni il resto – prende finalmente una banconota da 100 e me la passa.

Poi tira fuori la fede dorata e se la mette al dito. Rido senza pensarci attirando la sua attenzione.

Tipico.

-Io amo mia moglie- mi guarda intensamente e mi trattengo dal non scoppiare a ridergli in faccia.

-Oh si, immagino- prendo la mia borsetta ed esco da quella camera chiudendomi la porta alle spalle  e lasciando l'uomo innamorato di sua moglie solo come un cane. Quello che meriterebbe davvero, quello che meriterebbero la maggior parte degli uomini che chiedono un appuntamento con me.

Finalmente questa giornata è finita. Finalmente posso tornare a casa, sdraiarmi sul letto e finire i compiti di matematica. Quest'anno mi diplomo e non vedo l'ora anche se spero che tutti i miei impegni non mi facciano perdere la buona media che mi ritrovo.

Il mio telefono squilla appena metto piede in casa, attraverso tutto il corridoio cercando di fare meno rumore possibile in modo da non svegliare mio fratello. Entro in bagno e apro l'acqua calda della doccia.

Carlotta: Cami dove sei stata oggi? E' tutto il giorno che ti cerco.

Rispondo digitando velocemente e mi spoglio.

Camilla: Ho studiato tutto il tempo per il compito di matematica..

È ovviamente una bugia ma questo la mia migliore amica Carlotta non lo saprà mai. Nessuno saprà mai quello che faccio quando smetto di indossare i panni di Camilla e divento Stella.

Che effettivamente potrebbe sembrare il nome di un cane, ma è stato il primo nome che mi è venuto in mente la prima volta che mi sono presentata ad Alberto, l'uomo che gestisce i miei appuntamenti.

Entro in doccia e mi lascio andare alla delicatezza con cui l'acqua calda accarezza la mia pelle nuda. Mi insapono per bene e mi strofino con foga per togliere via il ricordo di tutte le mani che hanno toccato il mio corpo. Sento una lacrima scendere giù lungo la guancia o forse me la sto solo sognando.

Non lo so, perché l'acqua confonde i pensieri e confonde anche le lacrime.

Mi infilo il pigiama di pile caldo e vado a controllare mio fratello. Gianmarco è la mia forza, e potrei sembrare molto banale nel dirlo ma lui è davvero la cosa più bella della mia vita, la mia unica certezza. Senza di lui perderei la direzione del mio futuro anche se probabilmente questo è già accaduto senza che io me ne rendessi troppo conto.

-Dove sei stata?- la sua voce calda interrompe i miei pensieri. Sbadiglia e si volta verso di me.

-In biblioteca, a studiare. Domani ho il compito di matematica- mento spudoratamente.

Rimane a fissarmi per qualche minuto, in silenzio, e ho come l'impressione che mi stia studiando cercando di capire dove si nasconde la bugia.

-A te come è andata la giornata?- domando cambiando discorso.

-Sono le 22 e sono già a letto, secondo te?- sorride e mi sento tremendamente in colpa per tutte le bugie e per le delusioni che gli reco ogni giorno.

Io e Gianmarco viviamo insieme, da soli, da circa 8 anni. Ne avevo 10, quando i miei genitori sono morti in un incidente. E da quel momento mio fratello, che ne aveva il doppio, si prende cura di me. È lui l'unico riferimento che ho.

-Allora buonanotte Gian- gli mando un bacio e lui affonda la testa nel cuscino.

-Notte Cami.

Chiudo la porta della sua camera e faccio un sospiro di sollievo. Entrare finalmente nella mia stanza mi mette allegria e riesco a finire i compiti di matematica in qualche ora.

Il telefono vibra sul comodino e data l'ora mi viene voglia di non leggerlo nemmeno, sono stanca e domani la sveglia suonerà presto come sempre. Perché anche se a volte sembra che tutto sia in standby in realtà mi meraviglia di come la vita vada avanti senza freni, veloce come il vento, non guardando in faccia niente e nessuno.

Lancio comunque un'occhiata prima di mettermi definitivamente a letto.

È un messaggio di Alberto.

Alberto: Domani alle 18 Tommaso ti aspetta all'Hotel Prezioso. Sii puntuale.

Rimango a fissare il messaggio per un po' per poi decidere di rispondere con un misero "ok", la mente inizia a viaggiare verso luoghi sconosciuti e alla fine mi addormento immaginando che faccia avrà questo Tommaso.





#SPAZIOAUTRICE

Eccomi qui, con il primo capitolo di questa emozionante storia (posso dirlo perché so già come andrà a finire). Sono felicissima di poterla condividere con voi e mi auguro davvero con il cuore che possa piacervi tanto quanto piace a me.

Probabilmente sarò ripetitiva e mi sentirete dire sempre le stesse identiche cose ma ho una certa età, abbiate pazienza.

Detto ciò mi farebbe moltissimo piacere sapere da voi che cosa ne pensate, che idea vi siete fatti della nostra Stella/Camilla. Si caccerà nei guai prima o poi?

Stare a guardare, o meglio a leggere, è l'unica cosa che dovete fare.

A presto, Tania.

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