Non credo al destino. Non ci ho mai creduto, trovo sia una ridicola giustificazione che l'uomo ha inventato per auto-convincersi di come devono andare necessariamente alcune cose, come se alleviasse tutte le ferite e permettesse di non soffrire tanto.
Per cui non credo al fatto che io e Tommaso ci siamo incontrati perché è destino, penso semplicemente che sia un ragazzo come me che aveva voglia di divertirsi un sabato sera qualunque e che casualmente ha scelto il mio stesso locale.
Non è destino, no.
-Ok questa cosa sta diventando imbarazzante- Carlotta attira finalmente la mia attenzione, tolgo gli occhi da Tommaso e mi volto verso di lei, senza dire una parola.
Credo di aver osservato il ragazzo statuario davanti a me per buoni cinque minuti e lui ha fatto esattamente la stessa cosa. Senza accennare neanche a un misero sorriso, immobile. Come una statua.
E che statua.
Non so perché non riesco più a pronunciare una parola, cosa che mi succede spesso quando sono in sua compagnia, non riesco a muovere le labbra nemmeno per dire qualcosa alla mia migliore amica, che ovviamente non ha la più pallida idea di quello che sta succedendo.
-Lo conosci?- domanda improvvisamente e avrei dovuto aspettarmela quella domanda, dopo che sono stata cinque minuti buoni a fissare uno sconosciuto.
Non immagini neanche come lo conosco, Carlò.
Anche se vorrei conoscerlo di più, molto di più.
-E' uno che lavora con Gianmarco- taglio corto e penso che un giorno mi daranno un premio nobel per le bugie che dico, ne sono sicura.
E il premio per la miglior bugiarda protagonista va a....
Carlotta non mi dice nulla e ritorna a ballare come se non fosse successo nulla, non so se se l'è bevuta, sicuramente il fatto che sia un po' ubriaca va a mio favore. Nel momento esatto in cui penso all'alcol e a quanto ho bevuto rispetto ai miei standard, una sensazione di nausea si fa strada nel mio stomaco e faccio fatica a trattenere i conati. Se bevessi un altro bicchiere mi ritroverei a terra svenuta, sicuramente.
Mi tengo la pancia con entrambe le mani e corro verso il bagno, dimenticandomi di Tommaso e lasciando Carlotta in mezzo alla folla, a ballare come se fosse Shakira. Apro la prima porta e mi accascio sul water. Ma perché ho bevuto? Non sono mai stata brava a reggere l'alcol ed è stata una pessima idea.
Da tenere a mente: mai più fidarsi di Carlotta.
-Ti serve una mano?- la voce di Tommaso, riconoscibile tra le mille voci del mondo, fa eco dietro di me.
Prego affinché vada via il prima possibile in modo che non assista a questo spettacolo pietoso.
-Mi segui?- domando voltandomi verso di lui, prendo un po' di carta igienica e mi pulisco la bocca delicatamente.
Odio la sensazione post-vomito. L'ho sempre odiata, fin da quando ero una bambina. Ogni volta che lo stomaco decideva di abbandonarmi piangevo anche soltanto all'idea, così correvo in bagno e mamma dietro di me era subito pronta a mantenermi la fronte con una mano, anche se poi alla fine non succedeva niente.
Ora non c'è nessuno a mantenermi la fronte e la cosa mi intristisce un po'.
-Hai il trucco sbavato sotto gli occhi- fa cenno con la testa verso lo specchio e mi guardo. Sono orrenda, davvero uno scempio. Mi vergogno un po' a farmi vedere in questo stato soprattutto perché è di lui che stiamo parlando, ma nonostante tutto cerco di mantenere la calma e faccio finta di niente. Mi pulisco senza dire una parola e aspetto che sia lui a dirmi qualcosa. Ma non lo fa, Tommaso resta in silenzio per un tempo che mi sembra lunghissimo, mi osserva, ogni tanto sorride, segue passo dopo passo ogni mio minuzioso movimento. Mi sento profondamente a disagio in questo bagno da sola con lui e mi passano per la testa mille cose che sarebbero potute succedere se quell'uomo con me fosse uno dei miei tanti clienti. Alla sola idea di quello che sarebbe potuto succedere tremo, e credo che Tommaso se ne accorga perché si avvicina da dietro, il suo petto sfiora la mia schiena e guardo nello specchio il nostro riflesso.
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Molto più di una stella.
Lãng mạn"Forse potrai essere quello che stavo immaginando, forse l'arcobaleno sei tu, mentre io continuo a rimanere pioggia, però almeno possiamo incontrarci. Quando finisco io, cominci tu. "