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Today is the day

Sto preparando le valige per andare all'aeroporto, ho il volo alle 10.00 quindi ho ancora un'ora di tempo.
Ho diverse chiamate perse da Tae, alle quali non ho voluto rispondere per evitare di sentire eventuali stupide scuse che mi avrebbero fatto pentire di aver confermato a suo padre che sarei partita, ci ho pensato tanto e non ho intenzione di cambiare idea.
Ho già parlato con Jo, che ultimamente a mala pena mi risponde stando con Jimin. Sì certo mi fa piacere, ma cazzo una tua amica sta partendo e rispondi solo alla ventesima chiamata... ci farò l'abitudine.
Sarà tutto così diverso una volta lì.
Per la scuola seguirò le lezioni online per finire questo anno, il prossimo mi ritirerò. Dopo le lezioni andrò a lavoro e la sera potrò fare ciò che mi pare, sinceramente non vedo l'ora.

Finito di preparare tutto, finito di vestirmi, uscii di casa entrando in macchina dove mi aspettava l'autista.
Arrivata all'aeroporto mi si illuminano gli occhi.
Era da un po' che non prendevo un'aereo e sinceramente mi era mancato.
Andai a sedermi su una di quelle poltroncine accanto alle grandi finestre aspettando chiamassero il mio volo per il check-in, e mancava ancora un po'.
Mio padre non essendo a casa per lavoro non mi ha salutata, mandandomi solo un messaggio di buona fortuna.
Anche di Jo ho solo un messaggio,
mentre di Taehyung ne ho migliaia

Taehyung:
perché te ne sei andata?
                    -chiamata persa-
mi rispondi?
cosa è successo?
mi fai preoccupare
                    -chiamata persa-
dio Lyla rispondi
è per Seyon?
mi spieghi che hai

Ed altre chiamate perse.
Feci un sospiro e decisi di scrivergli

"non ho nulla non preoccuparti,
ci sentiamo"

E posai il telefono nella borsa per evitare di leggere le risposte. Mi alzai e andai a prendere qualcosa al bar, una bottiglietta di aranciata, giusto per compensare la colazione non fatta. Tornando a posto mi pietrificai vedendo Taehyung con le braccia incrociate a fissarmi, lo raggiunsi sospirando, non sapevo cosa aspettarmi da lui

"che ci fai qua?" gli chiesi

"che ci faccio qua? Dimmi che stai scherzando" evitai il suo sguardo "te ne vai da casa mia dandomi risposte a monosillabi, non rispondi né ai messaggi né alle chiamate, vengo a sapere da Jo che stai partendo per Parigi e non dovrei preoccuparmi?"

"da Jo?"

"mi ha chiamato per sapere come stavo, cosa insolita da parte sua infatti da subito arricciai il naso, le dissi che non sapevo che fine avessi fatto, e parlando arrivò a dirmi che stai per partire"

"oh... e quindi perché sei qui ora?"

"perché non mi hai avvisato, se me lo avessi detto avremmo fatto qualcosa assieme, avremmo passato un po' più di tempo tra di noi" disse

"non potevi fare nulla ieri, avevi l'aperitivo con Seyon e tua madre, mentre la sera saresti uscito con lei"

"avrei disdetto tutto"

"e cosa avresti detto loro?"

"che uscivo con la mia ragazza"

"ma tu non hai una ragazza... ti pare che tu abbia una ragazza?" dissi ricordandogli le parole usate da lui stesso il giorno prima

annunciarono il check-in del mio volo, presi così le valige

"mi stai mollando Lyla?"

"non siamo mai stati insieme, non è mai iniziata, di conseguenza non può finire" dissi per poi girarmi e camminare verso il check-in.

Non mi seguì, ne mi chiamò, assolutamente nulla. Ci rimasi male? sì, ma avevo capito che non avrei dovuto aspettarmi più nulla da nessuno.

E improvvisamente sono sull'aereo. Dalla parte del finestrino e il posto accanto a me vuoto.
Vuoto fin quando una ragazza dai capelli lunghi e lisci non mi disse che quello era il suo posto. Spostai così la borsa da lì e la feci sedere.

"Piacere Lyla"

"Summer" mi porse la mano e la strinsi col sorriso, avrei fatto amicizia sull'aereo

"hai un bellissimo nome"

"grazie, piace tanto anche a me" ridacchiò "e anche il tuo è bello"

le sorrisi "anche tu per Parigi?"

"sì, studio fotografia"

"stupendo... io fashion design"

e così iniziammo a parlare e la sorte ha voluto mi sedessi accanto ad una mia futura collega.
Il viaggio di otto ore sembrò durare meno grazie alle chiacchierate, alle dormite e ai film che si potevano guardare tramite lo schermetto attaccato ai sedili davanti i nostri.
Quando atterrammo, eravamo troppo stanche per fare tutto, di conseguenza ci salutammo e andammo nei nostri appartamenti a riposare.
Dalla finestra di camera mia si vedeva di sfuggita la torre eiffel, cosa che sarei andata a visitare nei giorni successivi. Decisi di sistemare le mie cose per poi riposare.

𝚊 𝚙𝚊𝚌𝚔 𝚘𝚏 𝚖𝚊𝚛𝚕𝚋𝚘𝚛𝚘𝚜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora