Capitolo ventinove

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Tu, alto e nobile sovrano
Io sono appena sbocciata

Başak ci ha descritti così nella sua canzone. Forse lei ha saputo leggere righe che io ancora non vedevo, non fino a poco tempo fa.

Kerem, elegante nella sua figura, gentile nei modi, nobile nel comportamento. Ed io un fiore appena sbocciato, che dopo essere stato per tanto tempo appassito, ha saputo risorgere. Forse avevo bisogno della persona giusta che annaffiasse quella pianta un po' secca, abbandonata a sè. E lui mi ha raccolto, prendendosi cura di me, senza pretendere nulla in cambio, restituendomi la vita.

Potrebbe succedere, che ne dici,

Che anche tu ti innamori di me?

E come se il destino avesse deciso di farmi un regalo, credo che sia successo. Mi manca il fiato se ripenso a ieri notte, alla dichiarazione di Kerem, ai suoi occhi verdi concentrati su di me, totalmente su di me. E il nostro filo rosso, gesto simbolico che per me assume un valore importantissimo.

Non importa ciò che succede, noi due ci siamo fatti del bene.

Mi hai guardata col tuo sguardo affascinante

Perchè forse, in fondo, noi innamorati lo siamo stati fin da subito. Da quell'incontro negli studi della produttrice, nelle nostre videochiamate dove perdevamo le ore a parlare, come se quel mondo caotico nel pieno della pandemia non ci appartenesse. Da quell'incidente nel tuo ufficio, alle famose prugne che hai comprato solo perchè mi piacevano, al nostro primo bacio di scena che, ora lo so, tale non lo è mai stato.

E ad Antalya, un pezzettino del mio cuore l'ho condiviso, parlandoti di mia madre. E tu mi hai ascoltata, e mi hai presa per mano, facendomi rivivere una parte della mia infanzia. 

Poi sei scappato dall'amore immediatamente

E questo, purtroppo, riguarda me. Alle mie paranoie, alle mie paure, che lui sta cercando di abbattere in ogni modo.

Ed ora lo guardo, mentre dorme.

Il mio uomo bambino.

Ed è strano anche solo pensare ad un aggettivo possessivo con lui, eppure è così. Ci siamo scelti, ci siamo uniti.

In questo momento, tutto tace. 

Prima che la sveglia suoni, prima che l'orologio torni a scagliare i minuti, voglio viverlo così, mentre dorme sul mio letto, con quell'espressione genuina che lo contraddistingue.

E vorrei sollevare la mano, accarezzargli il volto, delineare il suo profilo, memorizzare ed accedere a dei tratti che posso scorgere solo io.

Avvicino le mie dita al suo viso, ma prima che possa toccarlo, faccio cadere la mano sul materasso con un sospiro. Socchiudo gli occhi, prima di sentire la sua presa attorno al mio polso, mentre lentamente conduce la mano sulla sua guancia mantenendo le palpebre chiuse.

Reprimo un sorriso, prima di sfiorargli con lentezza il mento, il naso, le labbra. 

Mi sembra di rivivere la mia prima esperienza con un uomo, e forse in un certo senso lo è.

Ho il cuore che scalpita veloce mentre in silenzio gli dedico le mie carezze, senza perdermi nemmeno un centimetro.

-Vieni qui- lo sento borbottare improvvisamente, mentre mette una mano dietro la mia schiena e mi attira a sé, lasciando poco spazio ai nostri corpi.

-Buongiorno- sfioro il mio naso contro il suo, lasciando un bacio sulle sue palpebre ancora chiuse.

Lo vedo sorridere, una piccola fossetta si fa strada sulla sua guancia.

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