Capitolo trentasei

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In bocca al lupo, Bürsin bey. Sappi che sono sempre con te.

Rileggo per l'ennesima volta il messaggio di Hande, tentando di placare la lieve agitazione che ho nel cantare in pubblico.
Se lei fosse qui, sarebbe più facile. Avrei scherzato con lei, rubato qualche bacio, avrei avuto un reale e concreto supporto.
Invece non c'è, ed una parte ne percepisce già la mancanza.

Sospiro, scuotendo la testa. Sono particolarmente nervoso e non ne comprendo il motivo.

Un operatore viene a chiamarmi per condurmi verso lo studio, ed ogni passo che mi avvicina al palco è un tonfo al petto.

Sappi che sono sempre con te

Ripenso a lei, alle sue parole, alle nostre prove mentre cantavamo insieme, spalla contro spalla, e mi tranquillizzo.

Il mio momento è arrivato.

Vengo accolto da qualche applauso, poi il silenzio.

Partono le note della canzone Santa Klaus is coming to town, e comincio a canticchiarla, muovendomi per il palco per scaricare l'eccesso di adrenalina. I primi giudici cominciano a voltarsi, ma non li guardo davvero, piuttosto mi concentro sulla mia performance, tentando di essere il più professionale possibile.

Avverto in lontananza dei mormorii, delle risate, e solo quando mi focalizzo sull'ultima poltrona capisco il motivo.

Strabuzzo gli occhi, temendo che tutto sia un miraggio, e le parole mi muoiono in gola.

Hande è a pochi metri da me, e mi incita a continuare, batte le mani a tempo, canta assieme a me.

Tento disperatamente di riprendere il controllo, ma fuck, lei è lì!

Sappi che sono sempre con te

Non mentiva, lei è davvero con me.

La musica si interrompe, ed io fisso il pavimento, totalmente preso alla sprovvista. Non so cosa fare, come agire, non so nemmeno che espressione io abbia in questo momento.

Sollevo il capo, il sorriso incredulo che non abbandona le mie labbra.

So che ci sono voci in sottofondo, applausi, schiamazzi, eppure è come se la mia mente, le mie orecchie, i miei occhi fossero concentrati solo su di lei, e nessun altro. Non riesco a credere che lei sia seduta a pochi metri da me, mentre mi rivolge il sorriso più dolce del mondo, accompagnato dalle gote rose. Ha infranto le sue stesse regole, i suoi stessi muri per essere qui e supportarmi, ed io sento che le mie gambe potrebbero cedere per l'immenso amore che sto provando in questo momento per quell'angelo che mi ha letteralmente salvato, in un momento della mia vita in cui la pandemia mi stava togliendo tutti i miei pilastri.

Il mio pilastro, adesso, è lei.

Mi ha colpito come un raggio di sole nella notte più scura. Si è fatta strada nel mio cuore, nel mio stomaco, nella mia mente, ed ha scaldato quell'anima un po' sola e triste che tentavo in ogni modo di nascondere. Sono diventato dipendente dalla sua luce, è la più pura e semplice verità.

La invito accanto a me sul palco, perchè ho il bisogno di sentirla vicino, di ammirarla in tutta la sua meravigliosa essenza. Nonostante entrambi tentassimo in ogni modo di non inchiodare il nostro sguardo, le mani sembrano vagare, cercarsi, come se fossero un catodo ed un anodo attratti l'uno dall'altro. Non ricordo le domande che ci pongono, scherzo con il conduttore perchè voglio frenare ogni disperato tentativo di stringere Hande a me, e di urlarle quanto la amo.

Sì, la amo.

Che senso ha continuare a tacere, aspettare? Io la amo.

E, in questo momento, poco mi importa se lei non sia ancora pronta per dirmelo, se riserva ancora dei timori sul nostro rapporto, se il sentimento scorre in maniera più lieve.

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