Capitolo trentotto

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Ripongo l'ultima maglietta bianca nella valigia, finalmente completandola. 

Appoggio le mani sui fianchi, controllando se manchi qualcosa, quando noto la mano di Hande stendersi e afferrare l'ultima t-shirt, portandola al suo petto.

-Hande...- la riprendo, spostando lo sguardo su di lei, seduta con le gambe incrociate sul mio letto mentre mi rivolge un'occhiata tra il contrariato e il triste.

-Portami con te- corruccia il labbro inferiore, rendendosi adorabile, e rido appena, scuotendo la testa.

Non avrei mai creduto, fino ad un paio di mesi fa, di conoscere anche questo lato di lei. È una continua scoperta, non smetto mai di conoscerla, ogni volta mi spiazza con un atteggiamento inaspettato.

-Sono solo tre giorni- le dico, riafferrando la maglietta e riponendola nella valigia, mentre lei si sdraia completamente sul materasso, i suoi capelli che si disperdono sul cuscino.

-Hmm... dalle tue parole mi sembra di capire che tu non sentirai la mia mancanza- borbotta, le mani intrecciate sul ventre.

-Sai perfettamente che non è così. Dico solo che sono tre giorni, possiamo farcela- ribatto tranquillo, chiudendo la zip, per poi riportare lo sguardo su di lei.

Sono passati circa due mesi dalla sua proposta di vivere assieme, a casa sua.
Inizialmente ero titubante, ero spaventato sia per possibili inseguimenti sia per una nuova convivenza, ed ho tentennato. Ho cominciato a dormire da lei inizialmente una volta a settimana, poi due, talvolta tre; poi a portare i miei primi indumenti, a rendere quella villa così anche grande un po' anche mia, e con il passare delle settimane anche casa mia ha cominciato ad avere il suo tocco. Il suo spazzolino, il suo rossetto rosso e qualche pigiama ne sono la prova.

La convivenza ti fa conoscere lati di una persona che è impossibile individuare se non la si vive in pieno. E invece di spaventarmi o allontanarmi, in questo caso la cosa mi eccita ed elettrizza.

Ho scoperto, ad esempio, che Hande divide i suoi abiti in base al colore del capo, mentre io per tipologia.
Ha un debole per gli animali, non solo cani e gatti, e sembra perfettamente in armonia e a suo agio nella natura.
Ama in maniera forse spropositata Harry Potter, e mi ha letteralmente costretto a vedere tutti i film della saga senza interruzioni, senza nemmeno un bacio durante la visione.
In compenso, le ho fatto vedere la saga di Star Wars, ma non sono riuscito ad essere ligio come lei, e qualche bacio c'è stato.
Forse più di uno.
Prima di andare a dormire si copre il viso con strane creme verdi, ed io mi diverto a fingere di spaventarmi ogni volta, assumendo un'espressione terrorizzata.
Quando si addormenta talvolta dice parole sconnesse tra loro, o ridacchia, mentre lei afferma che mi capita di sussultare, o di tremare appena.
Durante la notte ricevo spesso qualche calcio involontario, mentre io le rubo la coperta.
Si lamenta dei miei piedi costantemente freddi, mentre io delle sue mani gelide.
Trovo capelli suoi dappertutto, soprattutto sui miei vestiti, e mentre io mi diverto nel rubarle qualche cappello, lei fa lo stesso con le mie felpe.

Soprattutto, ho capito che la versione di Hande che preferisco è quella struccata, perfettamente al naturale, perché possiede una sensualità fuori dal comune, che unite alla dolcezza dei suoi tratti mi fanno perdere la testa.
E da quando gliel'ho detto, noto che si trucca meno quando è con me, ed io adoro il modo in cui si rende e la rendo così sicura di sé stessa.

Mi avvicino a lei, stendendomi al suo fianco. Il suo viso è ancora corrucciato, pensieroso.

-A cosa stai pensando?- le chiedo, mettendomi su un fianco, mentre lei resta con lo sguardo fisso verso il soffitto.

-A niente- risponde, con un sospiro.

La osservo non convinto, prima di avvicinarmi come se fosse una preda ed assalirla facendole il solletico, suscitando finalmente una sua risata incontrollata.

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