...Kenma...

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Dalla sua reazione compresi che non era solito ad agire in maniera così spropositata , senza pensare, sembrava che per qualche ragione, lo avesse fatto istintivamente. Lo seguii , non so davvero il perché; ripensando ai nostri volti così vicini, durante il tragitto, mi vennero le farfalle nello stomaco, ma le respinsi subito. Prese un pallone e mi invitò ad entrare nel campo :
-Mi hai seguito senza esitare vedo, qualsiasi altra persona non lo avrebbe fatto - Si rivolse a me .
-Io non sono "qualsiasi altra persona " Kenma Kozume - Risposi in tono di sfida.
In pochi secondi alzò la palla e mi sussurrò:- Allora schiacciala , t/n!- .
Pronunciata questa frase , la palla era già rimbalzata violentemente nell'altra metà campo, spinta dal mio colpo.
Mi girai verso di lui, in un attimo che sembrava eterno, i miei capelli che svolazzavano mentre a mezz'aria Kenma, ancor più rosso di prima, mi guardava gli con occhi  sgranati per lo stupore. In una frazione di secondo ero tornata sul pavimento con un gran tonfo e lui mi fissava ancora con quell'aria esterrefatta , a tratti da ebete.
-C'è qualcosa che non va?- Chiesi.
Con incredibile velocità mi portò contro il muro e piantò con violenza la sua mano sopra la mia testa :
-Tu ...Come, come hai fatto?-
Non comprendevo a pieno la situazione , non sapevo se essere spaventata o cos altro .
Mi dimenai, ma mi teneva stretta al suo corpo; era raccapricciante vederlo in quello stato, in quell'istate sembrava un'altra persona, totalmente.
Non sembrava arrabbiato e d'altronde non ci sarebbe stato motivo per cui lo potesse essere, aveva sempre quell'espressione seria, quasi apatica che non riuscivo a decifrare.
Improvvisamente entrò Kuroo che ,vendendo la scena , uscì dalla palestra immediatamente.
Kenma si staccò da me portandosi una mano alla bocca , si voltò imbarazzato ; era tornato in se, almeno credo, ma era visibilmente scosso , come se non si riconoscesse in quello che aveva appena fatto.
Io, nel frattempo, ero ancora con le spalle alla parete , sconvolta, anche se..Una piccola parte di me , fremeva dall'eccitazione: sul momento me ne vergognai tanto e cercai di vedere ciò che era accaduto solamente come qualcosa di negativo, come era giusto che fosse.
Dopo quell'episodio il rapporto con lui si fece ancora più complicato: non mi rivolse più la parola e non ebbe neanche più il coraggio di guardarmi in faccia. Qualche giorno dopo, alla fine di un allenamento, Kuroo mi chiamò:
-T/n, potrei parlarti in privato?-
Così lo raggiunsi sulla soglia dello sgabuzzino degli attrezzi e mentre riordinavo le casacche, mi chiese:
-Ho interrotto qualcosa mercoledì per caso?-
A dirla tutta mi aspettavo che mi avrebbe parlato di questo , ma , nonostante ciò lo guardai con aria disturbata , perciò lui continuò ad arrotolare una corda :
- Non direi- risposi titubante.
Alzò il sopracciglio come per smentirmi e rispose a tono :
-Io non penso proprio...-
A questo punto ero davvero infastidita , preferii non rispondere.
-Da quel giorno sembra che tu e Kenma vi stiate evitando- continuò insistentemente .
Devi spallucce e mi girai verso l'uscita, ma con la coda dell'occhio, vidi Kozume filarsela alle mie spalle; aveva sicuramente ascoltato la conversazione.
Passarono due settimane, ero nuovamente in anticipo : questa volta però, Kenma mi attendeva in piedi all'entrata della palestra.
Chissà come aveva previsto che sarei arrivata prima, mi chiedo spesso come faccia a prenderci sempre.
-Non so cosa mi fosse preso...-
-Mi hai sorpresa- Mi disse vagamente.
-Cosa può averti sorpreso così tanto da fare una cosa simile? Gli chiesi in tono provocatorio. Si avvicinò a me, questa volta non indietreggiai :- Il modo in cui hai schiacciato quella palla.. io...era innaturale-.
Non comprendevo cosa stesse cercando di dirmi.
-Perché non giochi?-
-Allora?!-
-Non rispondi?-
Non riuscii ad aprire bocca che mi baciò, così ardentemente da portarmi a terra ; in quel momento non riuscii a trattenere un gemito, così lui si staccò un attimo da me, ma io, immediatamente, tirandolo per il colletto della tuta, lo riportai alle mie labbra.
Kuroo era lì immobile, a pochi metri da noi, impietrito.
Appena c'è né rendemmo conto saltammo in piedi , paralizzati dall'imbarazzo.
Poco dopo entrammo tutti e tre, senza dire una parola, seguiti dal resto della squadra.
Il motivo del suo sgomento era soprattutto Kenma, che , in contrasto con quello che era successo, è sempre piuttosto calmo e impassibile.
Tutto il contrario del suo comportamento durante gli allenamenti di quella giornata; dall'allenatore Nekomata non udii altro che frasi come " Kenma ci sei?" , "Che cos'era quell'alzata?" , "Che ti prende oggi? Concentrati!". Io non ero da meno: assolta nei miei pensieri, non avevo segnato più volte i punti durante le partite e non facevo attenzione alle parole del coach , che mi riprendeva spesso. Per un po' mi persi a guardare il vuoto , scollegata da ciò che mi circondava. Ad un certo punto iniziai a sentire una voce, che si fece sempre più premente nella mia testa.
-Ehi, t/n! Mi ascolti? Vieni a giocare o no?-

-𝐆𝐚𝐦𝐞-  𝐇𝐚𝐢𝐤𝐲𝐮𝐮𝐱𝐑𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora