Inarizaki

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(Il racconto ritorna al presente)

In questo momento riesco solo a vedere il riflesso di quel viola sulla mia pelle allo specchio..
...Primer...
...Fondotinta...
...Correttore...
Mi era toccato ripassare questo schema con una beauty blender sul mio collo ogni mattina per cinque mesi, almeno fino a che non iniziò ad affievolirsi lasciando una serie di macchie scure, tuttora visibili.
Involontariamente incrocio lo sguardo di Rintaro. Sento un colpo al cuore.
-T/n, sei in ritardo, vai in panchina con Kyoko.- la voce dell'allenatore mi invita a fare un passo avanti, sono ferma sulla soglia della porta da qualche minuto, il tempo che mi sembrava essersi fermato in realtà era passato eccome.
Corro in fretta verso mia cugina, evitando gli occhi dei ragazzi. Qualche bisbiglio interrompe il silenzio.
-Sisi, sono sicuro , è proprio lei-
-Non è poi tanto cambiata...-
Seppur le voci sono fievoli riesco a sentirle. Alzo la testa.
I gemelli mi stanno guardando dandosi gomitate, sorridono, mi salutano eccitati con la mano e mi fanno un pollice in su.
Ricambio con un sorriso incerto e pianto ancora gli occhi sul pavimento.
Il fischio dell'arbitro segna l'inizio della partita.
Non reggo questa tensione.
-Scusami-. Lascio Kyoko da sola e sgattaiolo silenziosamente verso gli spogliatoi. Mi accascio per terra, mi porto le ginocchia al petto e cerco di non pensare.
Un flusso di immagini e vecchie sensazioni mi inonda la mente. Vedo la mamma.
Vedo quella porta di legno allontanarsi.
Riesco ancora a sentire l'odore di una sigaretta spenta.
Il tono aspro del ribes.
Il profumo di Oikawa.
Il rosso della giacca di Kenma.
Mi lascio coccolare da quella dolorosa stanchezza.
Mi svegliano delle voci vicine.
-Ci hanno battuto un'altra volta, pazzesco...-
-Voi due avevate la testa altrove?-
-Suna non ne hai messa a segno una!-
Sono nello spogliatoio sbagliato, vero?
Quello proprio sbagliato sbagliato, dell'Inarizaki.
In quell'attimo di panico non ho neanche pensato a dove fossi diretta, mi sono lanciata nel primo stanzino che ho trovato.
Fortunatamente sono in un angolo ben appartato, quindi non dovrebbero vedermi; non posso

permettermi di fare una tale figura e non qui, in questo momento, con queste persone.
Aspetto pazientemente che tutti abbiano finito di cambiarsi, mi stavo per alzare , ma sento una voce da lontano:
-Ho dimenticato la sacca da qualche parte, si sarà ficcata chissà dove- Guardo davanti a me, una sacca nera, cazzo.
Fa che non sia lui.
Fa che non sia lui.
Fa che non sia lui.
Eccolo, davanti a me, con quell'espressione fredda e vuota.
Cosa avrei dovuto dire esattamente? " Ciao, sono finita nello spogliatoio sbagliato"?
Reagisce come se avesse appena visto un fantasma, quasi riesco a sentire il suo respiro cessare e il suo cuore fermarsi per un istante, per poi ripartire impetuoso.
Batte forte anche il mio.
Cos'è questa, paura? Ansia? Rabbia?
Indica istintivamente la sua sacca accanto a me.
Guardo la sacca. Lo riguardo.
Mi alzo, gli porgo la sacca.
Per un attimo sembra esitare, come se volesse dirmi qualcosa, poi afferra la sacca e accenna un "grazie" con voce tremante.
Non sembra abbia intenzione di andarsene.
Aspetto per qualche secondo , poi decido di essere io la prima a lasciare lo spogliatoio.
-Aspetta, io...-
Mi giro di soppiatto e lo guardo con occhi che dicevano solo una cosa:
"Non dire nulla..."
Esco in fretta e cerco gli altri.
Tutti sono radunati nel campo , i due coach si stanno organizzando per una grigliata prevista per stasera; il Karasuno stava per venirmi incontro, ma i gemelli li precedono.
-T/n!!!Sono secoli che non ti vediamo!- Parlano contemporaneamente. Mi accolgono in un forte abbraccio.
Tanaka e Nishinoya sembrano su tutte le furie.
-Ragazzi, da quanto tempo...-
-Dove sei stata?- ...-Cosa hai fatto in quest'ultimo anno?-
-Perché proprio il Karasuno-
Troppe domande una dopo l'altra.
Mentre i Miya sono impegnati a coccolarmi in tutti i modi possibili sposto il mio sguardo sull'Inarizaki: ho l'impressione che molti di loro mi abbiano riconosciuta.
Anch'io intravedo qualche volto familiare, fra cui quel Kita, il capitano e l'asso, Aran se non mi sbaglio.
Adesso riguardo il Karasuno: come al solito sono tutti stupiti dalle mie importanti conoscenze , col tempo ci faranno l'abitudine.
-Non ci hai mai detto perché te ne sei andata così all'improvviso-
Osamu mi interroga curioso, anche se parla con un tono un po' troppo alto, che ha attirato l'attenzione di entrambe le squadre.
E' una domanda che volevo evitare di sentire.

-Ehm...magari ve lo spiegherò stasera-
Non ho davvero l'intenzione di farlo.
Senza fermarmi in ulteriori chiacchiere mi fiondo a casa per prepararmi.
Prima di entrare nella doccia osservo il mio corpo e, come al solito, mi fermo sempre su quella zona del collo: non è mai guarito totalmente.
Aveva stretto così forte che le sue unghie avevano trapassato la pelle e avevano aperto delle vere e proprie ferite.
Non mi preoccupai mai di medicarle adeguatamente , l'importante era coprirle al meglio e per questo utilizzavo numerosi prodotti che, dopo un po', iniziarono a fare infezione. Adesso mi ritrovo co queste chiazze rossastre e molto spesso bruciano.
Per una volta decido di mettere un bel vestito, nulla di troppo complicato, semplice, nero e aderente. Dopo aver terminato il mio trucco, passo al collo: erano ormai parecchi mesi che non coprivo i lividi, preferivo semplicemente utilizzare indumenti che arrivassero sopra il collo.
Passo un po' di fondotinta, ma dopo qualche minuto, quando ero già pronta a uscire inizia a prudermi la zona interessata, mi riguardo allo specchio:
-Cazzo-
Il collo è completamente rosso/violaceo.
Frugo nell'armadio in cerca di una soluzione e trovo un vecchio foulard in seta, andrà bene.
Il locale è molto lontano ed è ormai troppo tardi per andare in bici, chiamo un taxi.
Una ventina di minuti dopo sono davanti al ristorante , scendo , ma quando mi rendo conto di aver lasciato il foulard nel taxi, è già andato via.
E adesso? Cerco di coprirmi il più possibile con la mia chioma, per fortuna sono sciolti. Entro e mi dirigo verso il tavolo, dove tutti mi aspettano.
...Sposto i capelli indietro involontariamente, come d'abitudine...
-Ehi! Ehi!-
La voce squillante di Hinata fa tacere le voci in sottofondo, tutti sono zitti.
-T/n!- Mi indica.
-Il tuo collo!-

-𝐆𝐚𝐦𝐞-  𝐇𝐚𝐢𝐤𝐲𝐮𝐮𝐱𝐑𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora