"Posso?"
Shachi guardò sorpreso Penguin dietro di lui che tendeva, imbarazzato, una mano verso di me. Era più sobrio dei sottoscritti stranamente.
Mi liberai dei brutti ricordi che stavano riaffiorando nella mia mente e presi la mano del ragazzo col berretto blu. Shachi sorrise, bevve un ultimo sorso di sakè e si diresse tutto pimpante verso il proprio fatale destino.
Io risi e Penguin mi guardò con aria stranita. Gli raccontai tutto e non si risparmiò un melodrammatico commento sarcastico: "mi mancherà" accompagnato inoltre dal classico e tragico gesto del pugno stretto sopra il petto.
Tutta la ciurma si stava divertendo moltissimo e le Kuja sembravano davvero andare d'accordo con ognuno di loro. Bepo era già ben voluto da tutte mentre Shachi lo rimproverava per il suo fare troppo galante, sebbene fosse innato nell'orso. La musica strumentale era allegra e dinamica, era impossibile resistere al ritmo di quei giganti tamburi antichi e delle varie percussioni ad accompagnarlo.
Dopo un'ultima breve danza col mio nuovo cavaliere optammo per sederci su un grande masso nei dintorni e continuare a bere un po' tra una chiacchiera e l'altra, in tranquillità.
Il cielo era magnifico stasera. La compagnia ancor di più.
D'un tratto, Penguin seguí il mio sguardo verso l'alto e mi rivolse una domanda improvvisa: "Hai mai pensato che saresti saresti diventata una piratessa? Parte di una vera e propria ciurma?"
Quelle sue due semplici domande mi fecero riflettere a fondo. Io, una piratessa eh?
Gli sorrisi. In effetti è un paradosso. Odiavo i pirati. Pensavo fossero degli esseri spregevoli con l'unico scopo di ottenere tutto ciò che vogliono con la forza. Molti erano così, purtroppo. Altri affatto.
A dimostrarmelo ci fu la ciurma di Trafalgar: compagni veri e propri, solari, tralasciando il capitano, e gentili.
"Posso confessarti una cosa?" domandai mantenendo un lieve sorriso sul viso. I suoi occhi castani mi guardarono per un attimo sorpresi. Poi lo sentii acconsentire e ciò mi bastò per continuare.
"Spesso, quando ci trovavamo nel sottomarino, mi meravigliavo nel vedere tanto blu. Quando poi riemergevamo, è stato fantastico vedere tanto azzurro candido sopra di noi. Il profumo dell'aria aperta, il mare salato che sbatte sulle pareti della Polar Tang, del cibo caldo e delizioso..."
Non resistetti più e, forse a causa dell'alcol o del sentimentalismo di quel momento, sentii il mio viso rigato dalle lacrime.
"...il vostro affetto. Vi ringrazio per tutte queste esperienze finora a me completamente sconosciute." gli sorrisi e mi avvicinai cautamente a lui, senza secondi fini stavolta. Sapevo di poter star tranquilla al loro fianco.
Mi ritrovai a stringerlo tra le mie braccia.
Lo sentii balbettare insicuro ricambiando, però, quell'abbraccio e accarezzandomi i capelli bianchi."Non è così innocente come vuole farti credere..."
Ci irrigidimmo entrambi nel sentirlo parlare dal nulla. Sbucò alla sinistra di Penguin.
"Capitano! Cosa..." Penguin si rizzò in piedi all'istante, come colto nel fragrante nel bel mezzo di un crimine.
Ci guardò con fare lievemente divertito e sogghignò.
"Sta a voi decidere a chi dei due mi riferivo".Io e Penguin arrossimmo entrambi. Perché mai rovinare un momento così dolce in questo modo?
"Cercate di dormire. Domani ci dirigiamo verso l'Isola di Whitecross. Penguin, avvisa anche gli altri. Ragazzina, domani mattina avrai un colloquio privato con Hancock. Me l'ha chiesto lei -disse con tono pacato per poi sbuffare stanco- Io torno nella mia cabina."
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Mi appartieni ||Trafalgar Law
FanfictionAzusa, ridotta in schiavitù sin da bambina e costretta ad intrattenere gli uomini che approdano nella famigerata Fun Island, desidera la sua libertà più di ogni altra cosa, più dei suoi stessi ricordi. Finora la sua unica salvezza è stato il frutto...