"Hai intenzione di fissarmi per tutta la notte, ragazzina?" chiese ancora con quel suo fare sarcastico e insopportabile.
Per quanto riguarda la risposta alla sua precedente domanda: onestamente e senza esagerare, la fiducia di Hancock l'avevo guadagnata.
Ma non era quello il punto."A questo proposito... le hai parlato del mio passato!" alzai la voce accusandolo e stringendo, in seguito, i pugni.
"Come hai potuto?!" continuai furibonda, cercando di ricavarne qualche parola di pentimento."Calmati" sembrava tranquillo, o almeno era ciò che mi trasmetteva la sua voce ogni volta che me lo ripeteva "le ho solo detto che doveva..." fece una minuscola pausa e non potei non notare quel suo cambio repentino nel terminare la frase "le ho detto che Rose ti aveva prelevato dalla Fun Island, nient'altro se non questo."
Il chiaro di luna illuminava le nostre figure. Ero troppo agitata per calmarmi e mi avvicinai sempre più infuriata. Eppure i miei capelli erano stranamente bianchi. Sebbene Trafalgar se ne fosse accorto, ero determinata a concludere quella discussione.
"Il mare... c'è qualcosa di strano." farfugliò tra sé e sé, ma lo interruppi subito.
"Perché non ne hai parlato prima con me? Potevi anche chiedermi cosa ne pensassi. Calcolarmi" per la terza volta in una sola giornata, ero sull'orlo delle lacrime "...per una volta." sentivo per l'ennesima volta la mia voce tremare e spezzarsi lentamente.
Lo sentii prendere un profondo respiro per poi espirare rilassando il petto semi scoperto.
"Non ti ho mai considerata inferiore agli altri." disse con lo sguardo attento altrove.
In seguito si girò e ripose lo stesso sguardo su di me "Dovresti farlo anche tu."Tutte balle. Succede in continuazione. E come se non bastasse, mi fa la predica.
"Bene, dimostrami che valgo quanto gli altri. Considerami al loro livello. Considerami al 'tuo' livello. Ti sfido.""Non ti devo dimostrare niente." dalla sua bocca uscirono tali parole: dure, fredde, severe.
Si iniziò ad avvicinare silenziosamente, il ché mi rese solo più nervosa di quanto già fossi.
I suoi occhi esprimevano disapprovazione e fastidio. Poche volte potevo permettermi di studiarlo così a fondo.
Dopo una lunga pausa insonora, durante la quale ci fu solo questo intenso e silenzioso scambio di sguardi, si decise a continuare.
"Conosci almeno la differenza tra valere come persona e valere come combattente?" il suo sguardo serio penetrò profondamente nel mio animo scosso.
"O-ovviamente" risposi insicura posando gli occhi al suolo, non resistendo più a quella lunga permanenza nelle sue iridi grigie.
"Non sembra" affermò secco.
"Devi smetterla di essere così avventata." arrivò a un passo da me "Controlla ciò che provi."
Alzai il viso con timore e l'unica cosa che potei osservare furono gli occhi grigi di quel pirata tanto odioso e freddo davanti a me.
"Chiudili ora e concentrati su cosa sto per fare." disse, non distogliendo assolutamente lo sguardo.
Io sentii un intenso brivido attraversare tutto il mio corpo nell'udire quella frase. Non me lo feci ripetere due volte.
In seguito, mi raccolse le mani e le fece poggiare sul suo petto.
Mi venne automatico dar voce ai miei pensieri.
"Non eri il tipo 'non mi piace che mi tocchino'?" domandai con una leggera punta di ironia continuando a tenere però gli occhi ben serrati.
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Mi appartieni ||Trafalgar Law
FanfictionAzusa, ridotta in schiavitù sin da bambina e costretta ad intrattenere gli uomini che approdano nella famigerata Fun Island, desidera la sua libertà più di ogni altra cosa, più dei suoi stessi ricordi. Finora la sua unica salvezza è stato il frutto...