23. Compromesso

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"Ragazzina, spostati o verrai spostata."

Non avevo più intenzione di abbassare la testa davanti ai voleri di qualcun altro. Trafalgar non faceva eccezione: capitano o no, non sarei stata in silenzio.

"Io non mi sposto."

Il silenzio nella sua cabina si fece sempre più pesante e io non avrei retto ancora a lungo quel suo sguardo così minaccioso e autoritario.

I suoi seri occhi grigi erano fermi su di me, mi guardavano dall'alto verso il basso mentre si interrogavano sulla veridicità e la determinazione delle mie parole.

Finalmente vidi un cenno di vita da parte sua. Uno sbuffo irritato. Schiuse le labbra.

Ci siamo.

"Non mi farò scrupoli ragazzina, anzi - si accigliò - proprio perché sei un membro della mia ciurma sarò più che felice di punirti per la tua insubordinazione."

Continuava a parlare senza agire. Io non mi sarei spostata.

"Avanti." lo incitai. Sapevo che non c'era paragone con lui in quanto forza o strategia di combattimento e sapevo perfettamente che avrei dovuto evitare di provocarlo ma oggi avrei provato ad averla vinta.

"Rose non porterà a nulla di buono, Trafalgar. Ti prego -deglutii- per favore, per questa volta, solo e soltanto per questa volta, ascoltami."

Il mio tono non era supplichevole, no. Era deciso e furioso per il solo fatto di aver permesso a quel pirata di esser salito sul sottomarino.

Come poteva pensare che sarei stata d'accordo? Dopo tutti gli abusi, i maltrattamenti, le umiliazioni. Non aveva davvero idea di quanto conoscessi la malvagità del pirata.

"Ragazzina." si avvicinò ancora una volta a passo lento, massaggiando cautamente le sue tempie.

I suoi occhi erano chiusi e le sue dita continuavano a massaggiare la fronte con fare nervoso.

Sembrava star perdendo il controllo del suo animo fermo e calmo ma recuperò subito la solita compostezza una volta riposate le mani tra le tasche dei suoi pantaloni.

"Te lo ripeterò un'ultima volta: non mi serve il tuo permesso per prendere delle decisioni. C'è sempre un piano dietro ogni mia azione. -sfilò la mano destra dalla tasca per poggiarla comodamente sull'impugnatura della sua spada- Non dubitare del tuo capitano."

Quelle ultime parole mi provocarono un leggero brivido, qualcosa di macabramente eccitante. I suoi occhi erano attenti su di me, cercando di prevedere la mia prossima risposta.

"Il mio capitano, certo. Quindi noi non siamo altro che pedine sulla tua dannata scacchiera... solo delle figure utili ai tuoi piani e alle tue strategie per arrivare sempre e soltanto ai tuoi stupidi obiettivi. Non è così?"

Avevo alzato la voce e ciò non avrebbe portato a nulla di buono. Mi aveva spesso detto che durante una discussione il primo ad avvalersi della forza del proprio tono di voce piuttosto che della solidità delle proprie affermazioni, beh, aveva già perso.

"Questa conversazione è uno spreco di tempo..."

Aggrottò lievemente la fronte, lasciando che le sopracciglia nere si avvicinassero in un'impercettibile espressione infastidita e donando al suo sguardo un leggero velo di oscurità.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 17 ⏰

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