Diciannovesimo Capitolo

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Angolino Autrice: Buon pomeriggio! Volevo avvisarvi che la storia è alle sue battute finale, infatti mancano ancora pochi capitoli prima dell'epilogo. Grazie a tutti coloro che hanno votato e a chi mi ha lasciato un commento. Grazie anche ai lettori silenziosi, cui mi piacerebbe conoscere il parere. <3
Buona lettura!

La prossimità del vampiro che mi stava osservando bastò a farmi capire che ero spacciata. Questa volta, lo sentivo, non me la sarei cavata tanto facilmente.

-“Ben”, sputai velocemente con il terrore nella voce.

Aggirò il divano con estrema lentezza ed io non mi mossi di pezzo, se non per indietreggiare impercettibilmente quando vidi che mi aveva raggiunta ma che non aveva accennato ad arrestare il passo. Anzi, Ben mi afferrò per un braccio, non tanto per farmi intenzionalmente male quanto per avvertirmi che la presa che stava esercitando sarebbe potuta diventare un qualcosa di cui mi sarei pentita se non lo avessi ascoltato.

-“Te lo chiederò una volta sola, Emily. Solo una volta e se non mi risponderai io ti ucciderò. Dov’è il pugnale che la mia Padrona cerca? DIMMELO!”

Il suo ordine fece tremare ogni cellula che mi costituiva e sobbalzai sul posto; dunque una risata di puro nervoso mi fece sconquassare.

-“Lurida…”

Senza nemmeno vederlo arrivare, un pugno mi colpì all’occhio sinistro, rovesciandomi come una bambola di pezza sul divano. Poi la mano del mio inseguitore mi afferrò per la maglietta ed ogni traccia di triste ironia si cancellò dal mio volto. Il suo – rabbioso e raccapricciante- era così vicino al mio che le nostri fronti si toccarono in una contrapposizione di caldo e freddo. Di vita e di morte.

-“Non avrò pietà di te, lo sai? La Padrona ti desidera viva ma siamo arrivati ad un punto tale che anche da morta andresti bene. Lo sai, vero?”

-“Perché non la chiami con il suo nome? Jennifer. Delacour.” Scandii parola per parola, benché faticassi a fiatare.

-“Risparmiami la fatica e dimmi dove lo stai nascondendo.”

-“Dove sono gli altri schiavi della tua Padrona?”

E il secondo pugnò arrivò, assestato al centro dello stomaco.

Tossii attorcigliandomi sul divano, iniziando ad avere una visuale sfocata di ciò che mi circondava.

-“Sto per perdere la pazienza, Emily Collins”, cantilenò girando in tondo al divano, dove ancora mi dondolavo rannicchiata dal dolore, -“per colpa di quel pugnale è stato versato il sangue dei miei compagni. Kendrick, te lo ricordi?”

Come avrei potuto dimenticarlo? Il vampiro biondo che, in quel vicolo sudicio, mi aveva inchiodata al muro.

-“Sì.” Mi misi seduta, stringendomi ancora.

-“Quel giorno stesso è stato ucciso dalla Padrona per farci intendere che non si scherza e che la nostra immortalità ha un prezzo da saldare.”

Riuscii a mettermi in piedi.

-“Quindi lei vi ricatta.”

-“Lei ci ha SALVATI!”, gridò, tornando a puntare gli occhi sverzati di rosso nei miei.

-“Per darvi questa esistenza fatta di sangue? Quanto era miserabile la vostra vita mortale per pagare un prezzo così alto? Essere schiavi di una Padrona  che non esiterebbe ad uccidervi, privarvi della libertà per uccidere a vostra volta.”

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