XXIV

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CAPITOLO MOLTO LUNGO (8267 PAROLE), SPERO VI PIACCIA!

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Uno strano rumore simile ad un fischio svegliò Merlino che si alzò a sedere dal letto di soprassalto. Il suono continuava a rimbombargli nella mente e guardò fuori dalla finestra aperta, da cui entrava la luce della luna. Era notte fonda e fra alcune ore si sarebbe dovuto alzarsi per andare a lavorare.

Quel rumore proveniva dalla bottega di ferramenta, in cui Tom stava fabbricando il piombo fuso per un uomo misterioso. Quest'ultimo tirò fuori una pietra che usò per trasformare il liquido argentato in puro oro grazie all'aiuto di un incantesimo. Tom rimase stupito dalla magia che avvenne davanti ai suoi occhi e fece raffreddare il composto, ottenendo un lingotto dorato. Improvvisamente la porta alle loro spalle si aprì bruscamente e Artù entrò con i suoi uomini. Lo sconosciuto si mise subito a correre e il principe ordinò alle sentinelle di inseguirlo e di catturarlo, mentre lui arrestò il povero fabbro.

Intanto, Merlino decise di alzarsi dal letto e uscire dalla sua camera. Gaius stava leggendo e revisionando alcune carte, quando vide con la coda dell'occhio la figura del suo apprendista.

《Non riesci a dormire?》gli chiese, senza mai staccare gli occhi dal foglio.

《Qualcosa mi ha svegliato》rispose lui.

《Che cosa?》domandò curioso.

《Non lo so... una sensazione... come se fosse stata usata una magia potente qui a Camelot》ammise Merlino, ma la porta d'ingresso si aprì, rivelando una Gwen parecchio agitata.

《Gwen, che succede?》chiese Merlino, avendo intuito che qualcosa non andava.

《Mio padre è stato arrestato, dicono che stava forgiando armi per uno stregone. L'accusa è di tradimento》spiegò, avvicinandosi ai due uomini.

《Tradimento?!》esclamò sorpresa Morgana.

Era stata svegliata dalla voce della sua serva, la quale le rivelò che suo padre era stato arrestato da Artù. Non badando al fatto che era in camicia da notte, si prese la veste in pelliccia bianca e si diresse verso le stanze del re per parlare con suo padre e suo fratello.

《Sì, Morgana. Il fabbro aiutava un nostro acerrimo nemico》spiegò Uther.

《Nemico? Quale nemico?》domandò Morgana.

《Tauren, il capo di una banda di stregoni rinnegati che hanno giurato di uccidere il re》rispose Artù.

《E dove sarebbe ora questo Tauren?》domandò nuovamente la ragazza.

《È scappato》ammise frustato suo fratello.

《Allora, come fai a essere sicuro che...》.

《Perché Artù l'ha visto con i suoi occhi》la fermò il re.

《Non puoi condannare a morte Tom solo perché è stato visto con lui》ribadì lei.

《Noi riteniamo che abbia forgiato armi per Tauren》aggiunse Uther.

《Sciocchezze! Non lo farebbe mai》controbatté immediatamente Morgana.

《Abbiamo trovato questo nelle sue mani》disse Artù, mostrandole il lingotto d'oro che aveva trovato tra le mani di Tom, quando lo aveva sorpreso nella sua bottega.

E con questo?! Suo padre non poteva condannare a morte un uomo senza prove, tra l'altro un uomo che conosceva fin da bambina.

《È stato pagato, dopotutto è un fabbro》lo difese Morgana, ma suo padre la ignorò, non volendo saperne di ascoltare le sue prediche.

Come l'oscurità e la luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora