XL

103 5 32
                                    

Il mattino dopo Artù e Merlino ripresero il viaggio. Uscirono finalmente dalla foresta e si trovarono ai piedi di un immenso fiume e in lontananza una cascata. Non si poteva proseguire oltre e Merlino pensò che avessero sbagliato strada.

《Il vostro cavallo ci ha portato ad un vicolo cieco》disse ad Artù che si stava guardando intorno. Il cavallo di Artù avanzò verso la riva.

《E ora dove sta andando?!》esclamò Artù, mentre il cavallo entrava in acqua.

Merlino fu costretto a seguirli e i due camminarono in mezzo al fiume, giungendo dall'altra parte della riva. Si avvicinarono alla cascata che si rivelava essere l'entrata nascosta di una caverna. Attraversarono la grotta, seguendo la luce che proveniva dall'uscita a pochi metri da loro e arrivarono ai piedi di una enorme e imponente fortezza. Sembrava un castello abbandonato e in rovina da anni, le cui cime potevano toccare le nuvole del cielo da quanto era alto.

《Dove siamo?》domandò Merlino ad Artù, mentre osservavano il castello.

《Non lo so》rispose il principe. Incitarono i loro cavalli a proseguire per raggiungere l'entrata del palazzo.

《Se prima non eravamo sicuri che Morgause fosse una maga, ora ne siamo certi》disse il servo.

《Deve avermi sconfitto usando la magia》ipotizzò Artù.

《Mmh, non sembrava che la usasse》ribatté Merlino e il principe si voltò verso di lui per guardarlo male.

《E tu cosa ne sai della magia, Merlino?》gli chiese.

Se solo sapeste chi sono realmente, pensò Merlino. A volte si sorprendeva che Artù non riusciva ad accorgersi che il suo migliore amico era molto più che un semplice servo. Usava la magia per il suo bene e gli restava affianco anche quando lui non voleva nessuno e lui non se ne era mai accorto.

《Niente》mentì, riprendendosi dai suoi pensieri.

Raggiunsero l'entrata che dava l'accesso alla fortezza e si fermarono, scendendo da cavallo. Artù prese la sua spada e se la mise alla cintura. Salirono alcuni gradini e raggiunsero uno spazio aperto, dove c'era solo un ceppo d'albero e un'ascia. Si vedeva chiaramente che era un posto abbandonato da tempo perché le colonne erano avvolte dalla vegetazione. Si guardarono intorno, ma non videro nessuno. Artù rimase deluso di non trovare Morgause, aveva perso l'unica possibilità che gli avrebbe permesso di scoprire qualcosa sulla madre.

《Niente, non c'è nessuno qui》constatò Merlino, avvicinandosi ai gradini per tornare indietro e lasciare il castello.

《Avete mantenuto la promessa》disse Morgause alle loro spalle.

Artù e Merlino si voltarono indietro e videro la donna scendere i gradini per avvicinarsi a loro

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Artù e Merlino si voltarono indietro e videro la donna scendere i gradini per avvicinarsi a loro. Indossava un abito rosso porpora con le maniche lunghe e la cintura in pizzo. I suoi capelli biondi erano mossi e alcune ciocche erano fissate all'indietro da perline rosse e bianche. Quel genere di abbigliamento decoroso era tipico delle Sacerdotesse dell'Antica Religione e dopo la morte di Nimueh, avvenuta per mano di Merlino, Morgause aveva preso il suo posto, diventando l'ultima rimasta della sua stirpe. Perlomeno l'ultima fino a quando un'altra Sacerdotessa non l'avesse sostituita. Con il passare degli anni il suo ordine era calato drasticamente e Morgause sapeva bene che presto avrebbe dovuto scegliere un compagno adatto per assicurare la discendenza delle Sacerdotesse.

Come l'oscurità e la luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora