Il mattino seguente Merlino, appena sveglio, uscì dalla sua camera e si sedette a tavola per raccontare a Gaius tutto quello che era successo la notte precedente.
《E tu credi a quello che ha detto questo Anhora?》domandò il medico.
Non sapeva se fidarsi o meno delle sue parole perché come Artù, anche lui, ebbe subito il forte sospetto che era Anhora il vero responsabile della tragedia che colpiva il regno.
《Voi avete detto che una leggenda parla della sfortuna che colpisce chi uccide un unicorno》gli rammentò Merlino, mentre gli consegnava la colazione.
Le due ciotole erano praticamente vuote se non per i due miseri cucchiai di riso che erano depositati sul fondo. Merlino non riusciva a credere che quella magra razione di cibo avrebbe dovuto mantenerlo sazio e in forze per tutto il giorno.
《Cosa pensa Artù della maledizione?》domandò il medico.
《Non crede che sia colpa sua ed è convinto che sia Anhora il responsabile》rispose il ragazzo.
《Sarà meglio che cerchi di far ragionare Artù》gli intimò Gaius e Merlino sospirò.
Sapeva già quanto sarebbe stato difficile tale compito, ma doveva farlo o non sarebbero durati ancora per molto. Dopo aver mangiato, il ragazzo si recò nelle stanze di Artù per consegnargli la colazione. Mentre lui consumava il suo pasto, Merlino adagiò i vestiti che aveva appena pulito sul divisorio del suo padrone.
《Avete ripensato a quello che vi ha detto Anhora?》domandò.
《Sarà anche fuggito ieri notte, ma almeno ora sappiamo chi stiamo cercando. Ho detto a mio padre che lo troverò e metterò fine a questa storia》lo informò Artù.
《E se dicesse la verità sulla maledizione?》insistette Merlino, mentre raccoglieva i vari stivali di Artù sparsi per la stanza.
《Tu credi che io sia responsabile della sofferenza del mio popolo?!》lo accusò.
《Non intenzionalmente, ma io credo che dica la verità》farfugliò lui.
《Allora sei uno sciocco! Non puoi fidarti delle parole di uno stregone, ricordatelo》ribatté Artù, alzandosi da tavola per mettersi un paio di stivali.
Parole dette da colui che aveva uno stregone come migliore amico...
A volte Artù era così ingenuo di fronte a certe assurdità che Merlino stentava a credere alle sue supposizioni. Gli aveva appena consigliato di non fidarsi mai di un mago, eppure lui stesso era il primo che contraddiceva tale paradosso.
Il principe si mise un cappotto marrone e prese la sua cintura, a cui era legata la spada, dal tavolo per poi lasciare le sue stanze. Aveva un piano in mente e aveva bisogno dell'aiuto di Merlino per catturare Anhora.
Alcune ore dopo, nel cuore della notte...
Merlino era adagiato alla colonna di marmo, reso più morbida e confortevole dal sacco bianco che portava dietro la schiena. Aveva le braccia incrociate al petto e aveva appena chiuso gli occhi, mentre schioccava tra di loro le labbra secche. Aveva così sete che avrebbe preferito scambiarsi la saliva con Morgana, piuttosto che restare dentro un ripostiglio abbandonato ad assecondare le idee geniali di Artù. Un colpo in testa lo costrinse ad aprire gli occhi e si alzò faticosamente, riprendendo coscienza della dura realtà.
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Come l'oscurità e la luce
FanfictionFANFICTION SU MERLIN TRAMA: Merlino sembra apparentemente un ragazzo normale, ma in realtà nasconde un grande segreto: possiede la magia. Lascia il suo villaggio natale per trasferirsi a Camelot in cerca di uno scopo ai suoi enormi doni. Qui incon...