Alessia
Ero stanca. Cotta. Spossata. Morta.
Mio zio continuava a farmi trottare da una parte all'altra, senza lasciarmi neanche cinque minuti di pausa per ingoiare un panino colmo di grassi che mi avrebbe aiutato a zittire quello stomaco che continuava a borbottare. E ci credo! Non mangiavo dall'una del pomeriggio ed erano già le due di notte.E tutto a causa di un tavolo. Solo uno. Cinque uomini eleganti erano seduti, chiacchieracano e sorseggiavano una pregiata bottiglia di vino rosso, una delle più costose della cantina. Ma rimanevano comunque le due di notte e io volevo andare a casa e rilassarmi qualche ora prima del turno del pranzo del giorno dopo.
Che idea magnifica quella di emigrare a Londra. Avevo il sogno del cinema e della moda, dei grandi teatri, delle luci... quello era ciò che volevo fare, ma in Italia avevo trovato più strade sbarrate che ponti, quindi avevo cercato una via più facile. Avere uno zio in Inghilterra era sempre stato utile e l'estate scorsa avevo preso la palla al balzo quando aveva ammesso che gli serviva più personale. Avevo l'alloggio pagato, grazie a un minuscolo appartamento che zio Gio aveva ereditato dal padre della moglie, ma la vita era tutt'altro che semplice. A dir la verità ero scappata anche da altro, da qualcuno che mi aveva ferito così tanto da lasciare cicatrici visibili, ma questo, ovviamente, me lo sono sempre tenuto per me.
- Ale io vado... ti lascio le chiavi nel cassetto in cucina. Quando vanno chiudi tutto e, per favore, non mettergli fretta. Sono clienti importanti - mi ammonì zio Gio, lo sguardo severo e un forte accento calabrese, dove era originario. Lui aveva realmente cambiato vita e in Inghilterra aveva trovato l'amore; Josephine, la dolce moglie era una donna squisita e dai lunghi capelli biondi, amante della buona cucina e soprattutto del buon vino. La adoravo, anche se mi costringeva a parlare in inglese, cosa che odiavo visto il forte accento tipicamente italiano. Mi imbarazzava, come ogni volta che qualche commensale mi guardava male per quella dannata caduta.
- Ovvio zio, vai a riposare. Ci vediamo domani - lo rassicurai, facendogli l'occhiolino prima di camminare lentamente verso la sala, osservando a che punto erano gli ospiti. E quello che vidi non mi piacque troppo. Ridevano e sorseggiavano, mangiucchiavano e ridevano di nuovo, utilizzando tutta la calma possibile. Certo, mica era loro la sveglia che strillava alle sei e mezzo del mattino.
- Ale, per favore - disse ancora lui, facendomi ridere. Di cosa si preoccupava! Non era la prima volta che accadeva e nessuno si era mai lamentato. Gentilmente lo accompagnai alla porta, salutandolo nuovamente e tranquillizzandolo prima di serrare la porta dietro di me, poggiandomi su essa per qualche istante, chiudendo gli occhi e riposando. Sono una corda al limite dallo spezzarsi. Respirai con forza prima di darmi una spintarella e camminare verso il bancone. Avrei aspettato un'altra mezz'oretta, poi avrei cominciato a far pressione.
Fu solamente alle tre che cominciai a sbuffare e battere il piede per terra, spazienta. Mi si chiudevano gli occhi, puzzavo di cibo e volevo farmi una doccia, oltre che buttarmi a letto e perdere conoscenza fino al mattino seguente. Ma quei signori continuavano a parlare... che diavolo avevano da dirsi di così importante? E soprattutto quante cose dovevano dirsi? Il telefono tra le mie mani si accese e la facciona della mia migliore amica accompagnò un messaggio: "Ma sei ancora lì? Sempre a lavoro e mai un pò di divertimento!". E non aveva tutti i torti, ma dovevo ripagare le varie gentilezze. Dovevo. Perché era sempre un dovere per me.
- Signorina... Cameriera! - mi chiamò ripetutamente qualcuno. Alzai gli occhi ed esibii un largo sorriso, sicura che mi chiedesse il conto. Doveva esser la fine per quella serata infinita. Davanti a lei mi trovai un ragazzo giovane dai profondi occhi verdi, barba castana e molto curata, capelli perfettamente ingellati e volto fresco e riposato come se si fosse svegliato solamente qualche ora fa. Era, oggettivamente, un bell'uomo. E doveva anche avere un pò di soldi per permettersi quell'abito firmato.
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About Last Night || Jorginho
RomanceFF su Jorginho <3 Alessia è emigrata a Londra in cerca di fortuna e per scappare da un passato pesante. Approdata nella grande città ormai da mesi, continua a lavorare nel ristorante italiano dello zio, ma i grandi sogni cominciano a sgretolarsi...