Alessia
Mi ero sentita in trappola e col cuore in gola per qualche secondo, per questo avevo preso la scusa del bagno e me l'ero filata via. C'era elettricità tra noi e non solo, mi sentivo attratta da lui e non ne capivo il motivo. Era un bel ragazzo, dal fisico asciutto e longilineo e dal volto biricchino, ma continuavo a ripetermi che non lo conoscevo e che quindi non potevo essere così attratta...
Scappai in bagno, chiudendomi dentro uno dei locali per riuscire a respirare un poco. Ogni volta che chiudevo gli occhi vedevo i suoi occhi e il suo sorriso aperto e all'apparenza sincero, ma quanto lo era veramente? Chi poteva dirmi che non stesse mentendo?
- Hai visto Jorginho? Adoro quando si veste in quel modo - sentii qualcuna commentare al di fuori. Smisi di respirare per diventare invisibile.
- Lui è sempre figo, ma chi si è portato oggi? - chiese una seconda voce, ridacchiando in maniera malevola e maliziosa. Non mi piaceva la piega che stava prendendo quel discorso, affatto. Appena ero entrata in quella terrazza avevo notato quanto fossi vestita in maniera più semplice e forse anche sciatta, ma dopotutto non sapevo che dovevamo andare a una festa e comunque non avevo neanche avuto niente di glamour da mettere. Non era il mio mondo quello...
- Ah boh, sarà la tizia del sabato? Ne cambia una a ogni festa - rispose la prima, facendomi accapponare la pelle. Mi ero rifiutata di leggere qualsiasi notizia di gossip presente su internet, ma sentire quelle parole faceva male. Forse avrei dovuto ascoltare la testa e rifiutare l'invito e di andare in quel posto. Cosa pensavo? Ero ingenua, lo ero sempre stata, ma per una volta avevo voluto provare e tentare.
- Beh poteva anche scegliersela meglio, questa sembra una stracciona. Oltre al fatto che di fianco a lui è veramente tanto brutta - sghignazzò invidiosa la seconda, facendomi andare il sangue alla testa. Lo sapevo, fin troppo. Non avevo indosso centimetri di fondotinta e ciglia finte, così come non ero andata dal parrucchiere a farmi conciare i capelli ed ero reduce da ormai settimane di lavoro no-stop e super intenso. La mia faccia era sfatta, stanca e pallida, ma non mi mostravo per qualcuno che non ero.
Uscii dal locale, vedendole sbiancare e sgranare gli occhi prima di portarsi le mani sulle labbra e continuare a bisbigliare senza ritegno. Mi lavai velocemente le mani, asciugandole sui pantaloni pur di non avvicinarmi ulteriormente a loro due e poi uscii dal bagno, sentendo le loro parole fare effetto. Gli occhi mi si inumidirono e per cercare di non fare sfuggire le lacrime cominciai a mordermi il labbro inferiore mentre camminavo a testa bassa e con le spalle chiuse. Volevo andare via, subito. Sentivo gli occhi di tutti addosso e la cosa mi infastidiva.
Alzai un poco lo sguardo e vidi che Jorge mi stava venendo incontro e mi trattenni dal buttarmi nelle sue braccia. Avevo bisogno di calma e quiete, di scacciare per qualche secondo quelle parole cattive e poco importava se parte dei miei dubbi era davanti a me. Mi ero veramente fatta prendere in giro? Le dita del calciatore sistemarono i capelli dietro le orecchie, rendendo visibile il mio volto imbarazzato, arrabbiato e deluso.
- Ehy tutto bene? - mi chiese, turbato. Beh dopotutto erano passati pochi minuti e prima tutto andava a gonfie vele... fin troppo. Avrei voluto rispondere con le stesse parole che quelle tizie avevano usato, ma sapevo che in questo momento ero semplicemente scossa e che quindi avrei rischiato di essere più cattiva di quanto lui si sarebbe meritato.
- Avevi detto che potevamo andare via quando te lo chiedevo, giusto? - domandai, incerta e insicura. Mi scocciava farlo scappare via dopo neanche un'ora dall'arrivo a quella festa, ma non riuscivo più a stare in quel luogo. Sentivo la schiena trafitta da vari sguardi, tutti incuriositi.
- Sì, certo - mi confermò lui, facendomi fare un sospiro di sollievo. Alzai gli occhi fino a incontrare i suoi, cercando di leggere le buone intenzioni e la genuinuità di tutti quei gesti gentili che aveva fatto nei miei confronti. Era una finzione bella e buona? Oppure anche lui sentiva quella scossa lungo tutto il corpo ogni volta che si guardavano? Continuai a guardarlo, cercando di capire le sue intenzioni, trovando solamente preoccupazione.
- Allora andiamo per favore - supplicai, vedendolo subito annuire e istintivamente prendere la sua mano mentre Jorge si faceva strada tra i vari invitati. Non degnò di uno sguardo neanche i suoi compagni di squadra, che sicuramente si stavano chiedendo cosa diavolo fosse successo, e in ben che non si dica fummo fuori e incredibilmente vicini. Sentivo il calore del suo corpo, il respiro sulle guance, la morbidezza delle sue dita che continuavano a sfiorarmi il dorso della mano e i miei occhi erano solo per lui e studiavano il suo viso; gli occhi verdi, le labbra carnose, la barba curata e perfettamente rifinita lungo tutto il suo volto. I nostri nasi quasi si sfiorarono mentre una sua mano risalì lungo l'avambraccio fino ad arrivare al gomito. Avrei voluto baciarlo? Sì. Lo feci? No.
- Grazie - sussurrai, riguadagnando spazio. No, era troppo presto, troppo avventato e probabilmente anche stupido. Lo vidi spaesato per qualche secondo, forse anche lui si stava chiedendo cosa era accaduto in quei pochi secondi dove erano troppo vicini.
- Non devi... e cosa è successo lì dentro? - domandò, facendomi irrigidire. Non potevo pretendere che non facesse quella domanda, ma avevo sperato che tutto rimanesse in sordina. Scossi appena il capo, cominciando a scendere le scale velocemente, scappando. Ero veloce, ma non abbastanza e sapevo di dover far forza sulla sorpresa. Arrivai alla porta e mi gettai sul paniglione antipanico mentre i passi del ragazzo dietro di me si fecero sempre più veloci e vicini, segno che mi stava raggiungendo. Non volevo sentirgli dire che era vero, ero solo un numero e una conquista. Dopo Andrea e ciò che era successo non avrei retto. L'aria fresca mi investì in pieno una volta fuori e stupidamente ripresi la corsa verso Picadilly, sentendo quasi immediatamente i polmoni bruciare per lo sforzo.
- Hey hey hey! Alessia! - lo sentii urlare dietro di me, facendomi voltare per qualche secondo prima di tentare di correre più veloce. Quanto potevo esser stupida per pensare di correre più veloce di un calciatore professionista? Una mano agguantò il mio polso e mi ritrovai ferma, il fiato corto e gli occhi di Jorge addosso, le labbra tese in una smorfia di sorpresa.
- Cosa ti prende? - domandò, l'influenza spagnola nella voce più chiara che mai. Ripresi un poco di fiato prima di guardarlo negli occhi, sperando che non mentisse.
- è vero? - chiesi, vedendo però il suo sguardo totalmente perso nel nulla.
- è vero che sono solamente la conquista del sabato? - fui più precisa, vedendolo impallidire immediatamente.
Me: battuta di arresto in arrivo? L'invidia parla, ma ha attecchito in Alessia, che non vuole farsi usare. Giustamente!
Secondo voi come risponderà il calciatore? Scopritelo venerdì con il nuovo capitolo!!
E per la questione pov cominciamo proprio da Jorginho! Troverete il tutto in fondo.
Fatemi sapere che ne pensate e ricordatevi (ma questo in generale) che il modo migliore per dimostrare il vostro supporto ai vostri scrittori preferiti è con una stellina e un commento!!Elena
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About Last Night || Jorginho
RomanceFF su Jorginho <3 Alessia è emigrata a Londra in cerca di fortuna e per scappare da un passato pesante. Approdata nella grande città ormai da mesi, continua a lavorare nel ristorante italiano dello zio, ma i grandi sogni cominciano a sgretolarsi...