Alessia
Mi sarei potuta aspettare di tutto. Ma non questo. Quando avevo accettato di fargli il favore avevo pensato a tutt'altro e mai e poi mai avrei indovinato.
Quello che Jorge mi stava chiedendo era di fare la babysitter ai due figli di cui neanche sapevo l'esistenza.
C'ero rimasta di sasso non appena lo avevo visti e la somiglianza tra loro e il padre era lampante. Lo stesso taglio degli occhi e la piccola aveva persino lo stesso sorriso. Istintivamente tornai indietro nel tempo, perdendomi in esso per qualche secondo.
Stava chiedendo l'impossibile. Soprattutto a me. Non sapevo però come dirgli che non mi sentivo adatta; Jorge sembrava veramente nei casini e la sua voce, sia al telefono che ora, era disperata.
Il colpo di grazia me lo diede la piccola Alicia, quando si strinse alle gambe del padre e mi guardò con occhi espressivi. Sembrava quasi implorare.
Mi piegai sulle ginocchia, arrivando all'altezza della bimba e parlando esclusivamente con lei.
- Certo, se per te va bene ovviamente - fui dolce nel chiederglielo, visto che non doveva neanche esser facile per lei stare con qualcuno che non aveva mai visto prima. La vidi guardare il padre, aspettando un suo cenno di assenso prima di camminare lentamente verso di me e prendermi la mano.
- Mi chiamo Alicia - si presentò, facendomi un sorriso sdentato a cui subito risposi.
- Alessia - mi presentai a mia volta prima di tornare in piedi, guardando un pò torva Jorge. Quello era stato un colpo molto basso e se ora stavo facendo finta di niente era esclusivamente per i bambini.
- Queste sono le chiavi dell'appartamento, è a duecento metri da qui, il palazzo numero 326, all'attico. Loro... Victor può giocare anche ai videogiochi mentre Alicia ha le sue cose in camera non dovrebbero darti fastidio e grazie, veramente - fu tuto ciò che disse prima di correre nuovamente via, lasciandomi con solamente i due figli e di cui uno che neanche mi aveva calcolato di striscio. E come aveva parlato... non sapevo se mi stava piacendo quel lato si Jorge.
- Neanche a te aveva detto niente? - domandò improvvisamente Victor, lo sguardo fin troppo maturo per un bambino della sua età. Doveva avere dieci anni, forse, ma sembrava molto più grande. Annuii, quasi inconsciamente.
- Tipico di papà - disse lui, alzando le spalle e prendendomi per mano.
Fu Victor a guidarmi verso l'elegante e signorile palazzo dove abitava Jorge. Era a dir poco stupendo e si vedeva che ci abitata gente di un certo tipo e soprattutto con certi soldi. Entrammo e salutammo il portinaio prima di prendere l'ascensore e salire fino all'attico. Bastò inserire le chiavi e entrare per godere di una vista mozzafiato di Londra.
- Bene, eccoci - commentai, chiudendo la porta alle mie spalle e mettendo le chiavi sull'apposito gancio, cominciando a guardarmi attorno.
Era tutto perfetto e ordinato, quasi in maniera maniacale. Ogni tanto c'era qualche elemento un pochino... eccentrico, ma la tecnologia era ovunque.
- Di solito cosa fate? - domandai ai due bimbi, preoccupata. Sembravano già dispiaciuti di esser con me e non volevo render questa giornata un inferno.
- Facciamo quello che vogliamo, tanto papà non c'è mai e la tata ci guarda e basta - rispose Victor con semplicità, facendomi rimanere di sasso. Sembravano amareggiati, ma anche scoraggiati. Anche Alicia si era acquietata. Pensai un pó, sentendo le rotelle girare e cominciare a fumare. Non volevo che quei bambini tenessero ancora il broncio.
- Che ne dite se facciamo qualcosa insieme? - domandai, cercando di far incuriosire le due piccole pesti.
- Con te? - domandò la più piccola, sgranando gli occhi.
- Certo! -
- E tipo cosa? - chiese Victor, più guardingo tra i due. Essendo più grande sicuramente doveva aver avuto più esperienze anche infelici.
- Una caccia al tesoro. Voi andate a nascondervi in camera e datemi il tempo di preparare... vi chiamo appena è tutto pronto - comunicai vedendo Alicia scattare urlando di gioia mentre Victor rimase a guardarmi per qualche altro secondo.
Studiandomi.Aveva uno sguardo profondo e curioso, interrogatorio. Sicuramente si stava chiedendo chi fossi, ma non sembrava trovare la risposta. Alla fine si girò e anche lui andò in camera.
- Trovato! - urlò Alicia, tenendo tra le ditina un bigliettino. Victor subito corse da lei, eccitato e felice, facendoselo dare per leggerlo. Anche lui aveva una leggera cadenza sud americana, anche se non forte quanto il padre. Probabilmente avevano sempre parlato portoghese in casa.
Il bimbo lesse ad alta voce l'ultimo indizio prima di guardarmi in cerca di suggerimenti. Stavamo giocando da ormai più di due ore, grazie a quella lunghissima caccia al tesoro composta da disegni, giochi e prove che avevo imbastito all'ultimo. La mia esperienza all'oratorio feriale aveva dato i suoi frutti.
Con un cenno degli occhi feci capire loro che il tesoro si trovava in cucina e subito li vidi fiondarsi e aprire i vari cassetti mentre cercavano "qualcosa di liscio come la seta, dal profumo inconfondibile e dal gusto inestimabile!"
- Ma è la Nutella! - urlò Victor, prendendo in mano il vasetto da 500gr con sopra un fiocco rosso.
- Direi crepes con la nutella, se volete - annunciai, vedendoli annuire.
Mi misi subito ai fornelli, preparando quella merenda gustosa e abbondante e tutti insieme mangiammo, continuando a scherzare.
- Quando arriva papà? - sentii chiedere Alicia, facendomi nuovamente bloccare. Sapevo che quella domanda sarebbe arrivata, ma ora non sapevo cosa rispondere. Jorge sarebbe dovuto arrivare almeno un quarto d'ora fa.
- Vado a sentirlo, va bene? - dissi loro, prendendo il telefono e uscendo sul balcone, chiudendomi la finestra alle spalle. Selezionai il suo numero e misi il telefono all'orecchio, sentendo quell'interminabile squillo. E poi la segreteria telefonica.
Dovetti fare il numero tre volte prima di sentire qualcuno dall'altra parte rispondere.
- Jorge dove sei? Avevi detto che saresti tornato alle nove... chiedono di te - ammisi a bassa voce, non volendo che sentissero.
- Ale... ho avuto un contrattempo... arriverò più tardi - ammise lui, facendomi subito salire il sangue alla testa!
- E cosa dovrei fare? I tuoi figli chiedono di te... eravamo rimasti d'accordo per altri termini - continuai a sussurrare, non volendo neanche immaginare i volti delusi di Alicia e Victor. Loro, dopotutto volevano solo stare col loro papà.
- Lo so, lo so... giuro che mi farò perdonare... -
- Sicuramente da loro devi farti perdonare visto che ti stanno aspettando da tutto il pomeriggio! - continuai, scioccata. Non potevo ancora crederci a ciò che stava facendo.
Sentii Jorge parlare in inglese con qualcuno, in maniera agitata e concitata. Perfetto, ora litigava anche con gli altri?- Ale ti prego, ancora qualche ora - supplicó lui, mettendo giù la chiamata. Imprecai a denti stretti prima di girarmi per rientrare trovando i due bambini a guardami, gli occhi di Victor che subito andarono a scurirsi.
Aveva capito tutto.
Me: chi aveva paura della reazione di Alessia... beh aveva ragione! Ma non solo, un nuovo lato di Jorge sta venendo a galla... e forse non è poi tutto oro ciò che luccica! Anzi.. spesso è solamente una finzione.
Comunque, a parte ciò... io vi devo ringraziare in una maniera infinita! Non mi sono neanche accorta dei super risultati che questa storia sta avendo e devo tutto a voi ❤❤ grazie di cuore veramente ❤ Grazie per il vostro sostegno ❤ e spero che continuerete a farlo!! ❤
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About Last Night || Jorginho
RomanceFF su Jorginho <3 Alessia è emigrata a Londra in cerca di fortuna e per scappare da un passato pesante. Approdata nella grande città ormai da mesi, continua a lavorare nel ristorante italiano dello zio, ma i grandi sogni cominciano a sgretolarsi...