Alessia
Lo vidi subito. Riuscii a riconoscere la sua camminata nonostante ci fossimo visti troppe poche volte. Fu qualcosa di istintivo cominciare ad applaudire mentre tutta la squadra si disponeva in linea.
- Ma guarda come sei agitata... non ti ho mai vista così - commentò Jenny, facendomi subito sorridere. Lo sapevo bene anche io e da un lato questo mi faceva paura. Ci aveva messo troppo poco tempo per far breccia.
- Lo so... e non ci penso neanche... mi viene solo naturale - commentai, cominciando a guardare l'inizio della partita. Intorno a me la gente urlava e continuava a cantare, oltre che insultare qualche volta l'arbitro quando trovavano la sua condotta non congeniale. Tutti erano agitati e si vedeva che era una partita sentita da parte della tifoseria. Speravo solo che non ci fossero disordini vari una volta finita.
- Signorina Alessia? - domandò un ragazzo alla mia sinistra, facendomi subito voltare. Era vestito con gli stessi colori dello staff, ma in mano aveva un vassoio argentato coperto da una cloche. Oddio e ora cosa volevano? Avevamo sbagliato qualcosa o forse non dovevamo sederci lì?
- Sì? - risposi titubante e quasi impaurita. Avevo gli occhi di tutti addosso e la cosa non mi piaceva. Mi sentivo fuori dal mio habitat, oltre al fatto che li in molti sembravano già conoscersi. Tutti si erano salutati con abbracci e strette di mano e tranne qualche bambino con la maglia da gioco azzurra, gli altri parlottavano di altro e lanciavano solo occhiate alla partita.
- Jorginho ci ha chiesto di consegnarle questo - continuò lui, posando il vassoio nel tavolo di fronte a noi. Sapevo che già eravamo privilegiate per sederci in quei posti e non su dei semplici spalti, ma quella piccola sorpresa era del tutto inaspettata.
Ringraziai il ragazzo e aspettai ancora qualche secondo prima di sollevare la cloche, rivelando ciò che c'era sotto: due flute con al suo interno quelle che sembravano costose bollicine e un tablet con collegate delle cuffie. Appiccicato allo schermo c'era un semplice post- it verde con scritto "Guardami" e firmato con una J. Osservai la sua calligrafia, spigolosa, ma molto precisa, sorridendo a quell'ulteriore accortezza.
- Che aspetti? - domandò la mia amica, afferrando uno dei calici e tornando a guardare la partita, anche se con un solo occhio. Jenny era curiosa di natura e sempre lo era stata, non sarebbe mai riuscita a non immischiarsi. Non che fosse un male visto che, tante volte, mi aveva salvato. Ero troppo ingenua, nonostante tutto quello che avevo passato, e Jenny capiva molto bene gli uomini, avendocene a che fare tutti i giorni.
Non sapevo cosa aspettarmi e tutto quello sembra quasi troppo, anche se faceva ovviamente piacere. Con mani tremanti presi il tablet e infilai le cuffie alle orecchie, accedendolo e premendo play a quello che sembrava un video.
- Ciao Ale - salutò un Jorge sorridente e rilassato, facendomi sorridere a mia volta. Era bello vederlo così vicino, con quegli occhi verdi che sembravano felici.
- Ti faccio questo breve video per spiegarti due regole semplici - disse, cominciando a disegnare qualcosa sulla lavagnetta al suo fianco, segnandoli linee e giocatori con un pennarello blu. Brevemente e con il suo italiano dall'accento un pó sporcato dal portoghese, mi spiegò il fuorigioco e il fallo che portava ai rigori, utilizzando parole semplici e continuando a ridere tra una frase e l'altra, scusandosi per i suoi pessimi disegni. Alla fin mi auguró di vedere una buona e bella partita prima di ricordarmi che ci saremmo.
Come se avessi potuto scordarlo.
Volevo vedere quel sorriso dal vivo, volevo persino sentire ancora una volta le sue dita stringersi alle mie con delicatezza e quasi paura, volevo sentire la sua risata così vicina al mio orecchio da farmi rabbrividire.
- Molto carino da parte sua - commentò Jenny, una volta che appoggiai il tutto nuovamente sul tavolino. Aveva finito il bere e qualche volta si era infiammata per delle azioni, nonostante fossero ancora sullo 0-0.
-Sì - risposi semplicemente, ancora un pò scossa da quella sorpresa. Mai me lo sarei aspettato e la sua semplicità era un valore aggiunto. Avrebbe potuto strafare, eravamo a casa sua e sicuramente se lo poteva permettere, invece era rimasto molto semplice. E poi ne avevamo parlato del fatto che io di calcio non ne capissi assolutamente niente e avevamo scherzato sul fatto che avrebbe dovuto farmi da maestro. E poi quel sorriso...
Un boato esplose, facendomi tornare allo stadio e facendomi anche preoccupare. Jenny era in piedi che agitava le braccia.
- Cosa è successo? - chiesi preoccupata, guardandomi attorno per cercare di capire cosa avesse potuto risvegliare tutta quella gente.
- Abbiamo segnato!! - urlò la mia bionda amica e subito cercai i maxi schermi con gli occhi, andando a rivedere il goal appena fatto. Era stata una bella azione e il tutto era partito da Jorginho che aveva visto un varco nella difesa avversaria. Per qualche secondo inquadrarono il suo volto concentrato e freddo prima del passaggio decisivo e poi fecero vedere tutta la squadra che giustamente si abbracciava e saltava di gioia. Ma era ancora presto, mancava ancora tutto il secondo tempo e gli avversari non sembravano intenzionati a perdere.
La partita fu lunga e combattuta. Al ritorno in campo gli avversari fecero due goal, mettendo la squadra di casa sotto pressione. Tutto divennero nervosi e il gioco divenne sempre più sporco, con diversi falli ad accompagnare le varie giocate. Ebbi paura quando Jorge venne gettato a terra da un avversario più grosso di lui e, quando si rialzò, notai un piccolo rigonfiamento sul suo zigomo, lì dove era stato colpito. Sapevo che il calcio fosse un gioco di contatto, ma mai avrei pensato che potessero arrivare a quello. Gli avversari si erano chiusi in difesa e stavano cominciando a subire un forte pressing dai giocatori blu.
- Dai dai dai dai - cominciai a ripetere, vedendo i giocatori cominciare una buona azione. Rimasi con le mani chiuse e il corpo completamente teso... fino a quando la palla non finì in rete.
- Goal! - urlai, sorridendo come un'idiota e alzandomi dalla poltrona, festeggiando insieme a Jenny e ai bambini presenti, gli unici che sembravano interessati e che sembravano essersi accorti del fatto che la squadra avesse segnato. Saltai insieme a loro, ridendo come una ragazzina prima di tornare seduta e sorridere alla mia amica che mi guardava sognante. Per lei, che da mesi cercava di farmi riacuistare la serenità, doveva essere una piccola vittoria.
La partita continuò e divenne ancora più fallosa, tanto che i cartellini erano all'ordine. Quasi tutti i giocatori ne avevano ricevuto uno, rischiando così l'espulsione. O almeno così mi stava dicendo Jenny, che tentava di rispindere alle mie domande anche se aveva gli occhi posati sul campo. Il novantesimo minuto sembrava sempre più vicino, mancavano pochi secondi quando un giocatore in maglia blu cominciò a correre in contropiede, esaltando la folla. Tutti si erano alzati e continuavano a gridare visto che ormai sembrava una rete fatta; c'era solo il portiere a separare la porta. Almeno fino a quando non arrivò un uomo in maglia bianca e da dietro entrò in scivolata sulle gambe avversarie.
Un lungo fischio e la parola rigore continuava a venir ripetuta dalla folla, che sembrava essersi ulteriormente animata e persino Jenny si unì a loro. L'arbitro finalomente fischiò: estrasse un cartellino rosso e indicò il dischetto del rigore, facendo esplodere la folla. I giocatori del Chealsea smisero di protestare e cominciarono a confabulare tra loro, fino a quando Jorginho non uscì dalla cerchia per incamminarsi verso il dischetto.
- Perché lui? - domandai apprensiva. Se avesse fatto quel goal avrebbero vinto, ma se avesse sbagliato il rigore... beh non era affatto bene. Sullo schermo c'era il suo volto concentrato e freddo, impassibile.
- Adoro che non sai niente... comunque, è uno dei migliori rigoristi, per questo hanno mandato lui... anche se effettivamente ultimamente ne ha sbagliati un pò - spiegò Jenny, non aiutando per niente i miei nervi. Tutti rimasero col fiato sospeso e quando lo vidi prendere la rincorda conficcai le unghie della mano nei palmi con forza, sperando che quella palla entrasse in porta. Jorginho fece un saltello, rallentando la sua rincorsa e guardando in direzione della porta mentre intorno a lui cresceva il silenzio... prima di esplodere in un boato assordante.
Me: nuovo capitolo nuova corsa! Nessuno di voi ha indovinato la sorpresa, quindi questo sarà l'ultimo aggiornamento della settimana! Ma non disperate, torno lunedì con un altro capitolo ;) e un incontro.. ;) i prossimi capitoli saranno molto importanti per lo svolgersi di tutto e spero che vi possano piacere!
Come sempre ricordate di premere sulla stellina e di commentare ❤❤ a lunedì!
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About Last Night || Jorginho
RomanceFF su Jorginho <3 Alessia è emigrata a Londra in cerca di fortuna e per scappare da un passato pesante. Approdata nella grande città ormai da mesi, continua a lavorare nel ristorante italiano dello zio, ma i grandi sogni cominciano a sgretolarsi...