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Jorge

Guardai Jenny e per quanto quella ragazza mi avesse aiutato prima, continuava ad avere qualcosa che non mi piaceva. Non sapevo se era lo sguardo o se era quel modo di fare sfacciato e pieno di malizia. 

- Pensavo che fossimo apposto - dissi, osservando il tavolo velocemente. Mason sembrava star conversando in maniera amorevole con Alessia, tenendole compagnia e tenendola impegnata. Di lui sapevo che potevo fidarmi e che mai si sarebbe spinto oltre.

- Non ancora - rispose lei, facendomi vibrare da capo a piedi. Potevo solo immaginare quanto Jenny fosse importante per Alessia e non potevo rischiare di bruciarmi tutte le possibilità solo perché non andavo d'accordo con l'amica. Tornai indietro, nascondendomi dagli occhi di tutti e incrociai le braccia, pronto ad ascoltare tutto ciò che aveva da dire.

- Alessia ti ha detto perché è scappata dall'Italia? - domandò, facendomi rimanere di sasso. Era la prima volta che sentivo quel termine e non era qualcosa da poco. Un conto era andare via per cercare fortuna, un altro era letteralmente fuggire da qualcosa. O qualcuno. Feci di no con la testa, preso di contropiede. Mi sarei aspettato di tutto tranne quel discorso. Per un attimo avevo pensato che Jenny volesse semplicemente provarci, ma forse stavo peccando di egocentrismo, cosa tipica mia. 

- Immaginavo, quella ragazza non mi stupisce mai - protestò la bionda, portando una ciocca di capelli boccolosi dietro l'orecchio prima di guardarmi con i grandi occhi nocciola truccati pesantemente di nero. 

- Cosa è successo? - domandai, preoccupato principalmente, ma anche curioso. Non volevo anche dire qualcosa di cui poi mi sarei pentito. Con Alessia stavo andando coi piedi di piombo, ma non sembrava mai abbastanza. Cosa stava nascondendo? 

- Se te lo dicessi mi ammazzarebbe, se mai si fiderà abbastanza te lo dirà - disse sinceramente, e questo me la fece rivalutare. Nonostante sembrasse la tipica ragazza tutta apparenza che tentava di arrivare all'apice con maniere meno ortodosse e più facili, sembrava tenerci veramente ad Alessia ed era per questo che era venuta lì. Voleva proteggerla.

- Lei non sa niente di te, ma io so. O almeno ho letto. Non so quanto sia vero e quanto no e non mi interessa, ma Alessia... non l'ho mai vista così felice e presa - ammise Jenny, facendomi fare un sorriso compiaciuto. Quello che aveva appena detto voleva dire qualcosa, doveva voler dire qualcosa. Se veramente non aveva mai visto Alessia così felice voleva dire che qualcosa avevo fatto, che un minimo avevo fatto impressione su di lei. 

- E non merita di soffrire. Alessia è buona, fin troppo, e da tutto alle persone. Tutto, non tenendo niente per sè. Io non le dirò niente, perchè non voglio intromettermi troppo, ma ti chiedo solo una cosa: non farla soffrire più di quanto ha già fatto - finì lei, allontanandosi senza neanche darmi il tempo di ribattere. La vidi tornare al tavolo e posare una mano sulla spalla di Alessia, che si girò e le sorrise teneramente. Sì, quelle due contavano tanto le une sulle altre e speravo che questo non fosse un ostacolo ai miei tentativi di approccio con Alessia. 

Non potevo non pensare a quello che aveva appena detto Jenny, a quella velata minaccia che mi aveva fatto capire un pò di più su quella giovane che stavo tentando di conquistare. Ora non c'erano più dubbi: qualcosa stava nascondendo. 

La cena finì in fretta, tra una chiacciera e l'altra, e poi i più giovani e senza famiglia si incamminarono lungo il pub mentre gli altri decisero di tornare a casa per riposarsi e stare insieme alla famiglia e ai figli. Neanche quando Natalia era ancora mia moglie sceglievo di tornare a casa piuttosto che divertirmi. Forse questo diceva tanto di me e forse avrei dovuto gettare la spugna in anticipo con Alessia, eppure non ci riuscivo. Bastava un suo sorriso per farmi dimenticare quanto egoista ero stato in passato. In pochi minuti arrivammo al pub e subito ci accompagnarono nel nostro privè, servendo a tutti una birra. Questo era il massimo che potevamo bere e tutti ce la saremmo gustati fino in fondo. 

- Allora balliamo? - domandò un'amica di Havertz, una bellissima ragazza dalla chioma corvina e strizzata in un abito succinto e molto attillato. Alcuni annuirono, andando a conquistare la pista. Alla fine eravamo pur sempre ragazzi e tutti volevamo divertirci e passare qualche ora di svago prima di tornare alle ristrettezze dettate dagli allenamenti. La nostra poteva sembrare una vita perfetta, ma era una vita fatta di orari e continui no verso le cose più semplici come poteva essere vedere la nostra famiglia lontana. Jenny e Mason furono gli ultimi ad alzarsi e andare; pure la loro complicità era aumentata a dismisura e sembravano trovarsi molto bene insieme. 

- Vuoi andare pure te? - domandò Alessia, avvicinandosi un poco e sporgendosi verso di me. La musica non era eccessivamente alta, ma rendeva comunque complicato sentire gli altri. Fui grato di quel suo avvicinamento e ancora una volta mi persi a odorare il suo profumo delicato: sapeva di pulito, di marsiglia e di sambuco. 

- Te vuoi? - chiesi a mia volta, cominciando a sfiorarle il braccio con delicatezza, dal polso fino alla spalla nuda e poi ritorno. Neanche questa volta Alessia si oppose, anche se rimase a guardare per qualche secondo le mie dita sottili muoversi sulla sua pelle bianca. La vidi annuire, sempre con quel velo di dolcezza e quell'assenza di malizia che la contraddistingueva. Mi alzai e le presi la mano, facendo io questa volta il primo passo, afferrandola con forza per non farmela scappare. Oltre a Werner, che mai si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione si mettersi in mostra, sicuramente c'erano altri ragazzi che avrebbero messo gli occhi su di lei. 

Scendemmo le scale che dal privè portava alla pista da ballo e la trovammo gremita e piena di persone che non facevano altro che strusciarsi e muoversi le une sulle altre. I miei compagni notarono il nostro arrivo, ma non furono neanche gli unici: qualche gruppo di ragazzi aveva notato le belle ragazze che ballavano con noi e sembravano essere interessati. Speravo solamente che stessero alla larga da Alessia. 

- Non sono molto brava a ballare - la sentii scusarsi mentre si avvicinava un poco, tentando di muovere le gambe a tempo e risultando un poco scoordinata. Sorrisi a quella visione poco seducente, ma molto simpatica e dolce, e misi una mano sulla sua schiena, appena sopra la fine dei jeans, avvicinandola a me ancora un poco, facendo scontrare il suo seno col mio petto. 

- Seguimi, va bene? - domandai, andando a prendere una sua mano mentre l'altra Alessia la mise intorno al mio collo, facendo infiammare la pelle che veniva toccata. La guardai negli occhi, godendo di quel contatto intimo e chiuso, vicino, prima di cominciare a muovere le gambe e i piedi, facendo fuoriuscire tutto il sangue brasiliano. 

Me: a chi piace Jenny? E chi non la sopporta? È molto mamma chioccia con Alessia e si capirà anche il perché! Sicuramente non vuole vedere la sua amica soffrire, il che è cosa buona! Ma Jorge cosa deciderà di fare? Sarà veramente bravo?
Visto che comunque avete quasi azzeccato al giochino domani o domenica posterò un nuovo capitolo! Devo capire quando farlo in base agli orari di lavoro xD quindi state attenti! Potrebbe arrivare da un momento all'altro ❤❤

About Last Night || Jorginho Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora