Alessia
Avevo oziato fino a tardo pomeriggio, rimanendo nel letto a leggere e cazzeggiare. Avevo le gambe stanche e la testa pesante, segno che mi sarei più che volentieri addormentata sul letto senza neanche puntare la sveglia. Purtroppo però avevo un impegno e ora detestavo il fatto di non aver chiesto il numero a Jorge; in questo modo avrei potuto disdire il tutto e fingere che nulla fosse successo.
Mio zio aveva voluto sapere tutto ciò che ci eravamo detti nei minimi dettagli e mi aveva pregato di non combinare casini. Jorge, o Jorginho, era solito sponsorizzare il ristorante, oltre che portare altri giocatori che sborsavano cifre astronomiche per qualche piatto e giustamente non voleva perdere quei clienti. E come dargli darto, ma come dirgli che non avrei fatto buon viso a cattivo gioco per tanto tempo? Non era da me, non mi piaceva. Affatto.
Mi alzai dal letto di malavoglia, feci una doccia veloce e intrecciai i capelli in tre orribili e scoordinate trecce prima di vestirmi, infilando le prime cose che trovai a portata di mano; un top nero e un paio di jeans strappati sulle ginocchia, lisi e vecchi. Non volevo dare un'impressione diversa. Sono sempre stata una ragazza acqua e sapone, maschiaccio sotto alcuni aspetti, e solo ultimanente avevo cominciato a riscoprire la mia femminilità, anche grazie a Jenny. Una passata di mascara sulle ciglia superiori, sciolsi le trecce e mi spinsi fuori casa, chiudendo a tripla mandata prima di scendere le numerose scale del palazzo.
La metropolitana londinese era qualcosa che mi aveva spiazzato fin dal principio; gigantesca, tanto sotto terra e che ti portava ovunque. Passai l'abbonamento sul lettore e aspettai sulla banchina il mio treno, salendo alla prima occasione e storcendo il naso nel vedere tutta la gente ammassata. Non mi piaceva tanto usare i mezzi pubblici e fortunatamente l'appartamento era a mezz'ora dal ristorante, il che mi permetteva di usare i miei piedi come mezzi. In qualche minuto mi trovai a Picadilly, scesi dalla metro e cominciai a salire le scale, preferendole alle più affollate scale mobili, trovandomi all'aria aperta. C'era gente, come sempre, ed era piena zeppa di turisti. Potevo riconoscerli quasi a occhi chiusi e ancora più facile era riconoscere i miei connazionali. Un rumore di clacson mi fece voltare e un rombo alle mie spalle quasi mi fece saltare in aria mentre una macchina scura e sportiva si avvicinava a me, il finestrino abbassato e quegli occhi verdi e quel sorriso sbarazzino che spuntavano dall'interno.
- Puntuale come un orologio! - esclamò Jorge, sembrando ancora più felice. Tutto il contrario di me. Non capivo perché fosse ancora dentro l'automobile visto che aveva parlato di un bar davanti alla stazione della metro.
- Anche te... come mai la macchina? Non penso sia facile trovare parcheggio qui, forse era meglio se venivi con i mezzi pure tu - mormorai, cominciando a guardarmi attorno per cercare di vedere un buco dove parcheggiare quel bolide. Non toccavo più un'automobile da quel giorno e Londra con i suoi parcheggi inestitenti e traffico congestionato mi aveva aiutato a non pensare neanche di prenderne una.
- Ah sì giusto.. cambio di piano - lo sentii dire, facendomi bloccare.
- Ti avrei avvisato se mi avessi lasciato il numero di telefono... comunque, andiamo in un altro posto. Sali - mi invitò, la voce era rilassata e sicura, certa. Dopotutto non stava quasi facendo nulla di male, ma continuai a rimanere bloccata mentre passanti e autisti guardavano curiosi quella scenetta, rendendomi ancora più nervosa. Avevo bisogno di tempo per ponderare, per scegliere e valutare mentre qui sembravo non avere neanche un secondo.
- Dove andiamo? - domandai, incerta. Una vocina nella mia testa mi diceva di girarmi e tornarmene a casa senza neanche voltarmi indietro, ma dall'altra parte la pancia diceva di buttarmi e tornare a vivere. Da quanto tempo non facevo niente di pazzo? Di diverso dal solito? Da quanto tempo non trasgredivo a una sola regola? Infinito. Anzi, forse non l'avevo mai fatto.
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About Last Night || Jorginho
RomanceFF su Jorginho <3 Alessia è emigrata a Londra in cerca di fortuna e per scappare da un passato pesante. Approdata nella grande città ormai da mesi, continua a lavorare nel ristorante italiano dello zio, ma i grandi sogni cominciano a sgretolarsi...