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Alessia

Rimasi a bocca aperta a quelle parole. Io pensavo che il suo posto preferito fosse chissà quale hotel o qualche posto di super lusso, invece si trattava di un luogo tranquilla e assolutamente normale, ma che sapeva un pò di casa. O almeno io ce la vedevo. Sarà stata la mancanza e la nostalgia, ma rimasi in silenzio a vedere quella distesa verde per qualche minuto prima di seguirlo fino alla panchina, sedendomi al suo fianco. Avevo lasciato qualche centimetro di distanza, ma avevo evitato di sedermi dalla parte opposta, anche perché la sua presenza scaldava.

- Perché qui? - chiesi incuriosita, girandomi verso di lui. Mi piaceva il suo profilo pulito e lineare e anche le piccole linee di espressione che caratterizzavano quel sorriso che sembrava perenne sul suo volto.

- Perché è semplice - rispose lui, prendendomi in contropiede. Mai mi sarei aspettata una risposta del genere e continuai a rivalutarlo. Non avrei mai pensato che un calciatore famoso ovunque potesse cercare la semplcità. Forse ero un poco prevenuta, lo ammettevo senza troppi problemi perché si poteva sempre migliorare e cambiare se si conosceva l'errore.

- Come te - continuò, voltandosi e fissandromi, facendomi trasalire e asciugando tutta la saliva che avevo in gola. Non mi aspettavo quell'ennesima confessione. Non mi aspettavo niente, ma ora avevo una risposta a una domanda che ancora non avevo avuto il coraggio di fare. Eppure quelle parole mettevano timore perché la semplicità poteva piacere, ma a lungo andare rischiava di stancare.

- Dove vivevi in Italia? - domandò lui, accorgendosi probabilmente della mia reticenza e dei miei pensieri. Sapevo di esser trasparente, fin troppo per i miei gusti, e se qualcuno guarda con attenzione poteva leggere ciò che mi passava per la mente. Era un'arma a doppio taglio, anzi forse era solo un difetto.

- Vicino a Verona... nel il verde - ammisi, sospirando e ricordando la mia casa. Quella era, per quanto mi sforzassi il piccolo bilocale qui a Londra non aveva lo stesso sapore e odore della piccola villetta dove vivevo con la mia famiglia.

- Vivevamo io, i miei due fratelli e i miei genitori. E il cane - continuai, sorridendo in maniera amara prima di portarmi le gambe al petto, i talloni che toccavano il sedere e il mento che andò ad appoggiarsi alle ginocchia.

- Ti manca - disse lui, e non era una domanda, ma una affermazione. Annuii, posando per qualche secondo la guancia sul ginocchio per riuscire a guardarlo. Era intenso, quando voleva, e mi faceva capitolare quello sguardo. Arrossii, ma non mi nascosi questa volta, conscia che ormai aveva visto che ero diventata come un peperone.

- Tanto, ma sono scelte. Te invece? Ti manca l'Italia, o il Brasile? - chiesi a mia volta, aspettando una sua risposta.

- Sì, ma quando ho iniziato questa vita sapevo che avrei continuato a muovermi, ma spero di tornare presto... appena finirà il campionato mi piacerebbe tornare a Napoli per una vacanza - raccontò, scaldandomi il cuore. Si sentiva che gli piaceva e che si era trovato bene in quella città.

- Tu hai nostalgia di casa o dei tuoi? - domanò poi, facendomi riflettere.

- Di casa in generale. Qui... non lo so, non sento che è il mio posto, mi sembra sempre di essere un pesce fuor d'acqua. Non parlo bene l'inglese e la gente ogni tanto non mi capisce o si infastidisce se chiedo di ripetere... e lavorare da mio zio è un incubo, proprio perché è mio zio - ammisi, tornando a guardare davanti a me.

- Non deve esser facile, ma magari riuscirai a raggiungere il tuo obiettivo, se è veramente ciò che vuoi -

- Ho perso di vista ciò che voglio veramente... - ammisi immediatamente, facendolo rimanere a bocca aperta. Era vero, per quanto avessi la passione e la voglia di affermarmi nel campo cinematografico, sentivo che quell'obiettivo continuava ad allontanarsi da me.

- Non demordere, se è destino succederà - disse, probabilmente per tenermi su il morale. Lo ringraziai con uno sguardo prima di portarmi le dita in bocca e cominciare a mordicchiare le pellicine intorno alle unghie, indecisa su cosa chiedergli. Avevo così tante domande da farli...

- Credi nel destino? - ed eccola, la domanda più scema che potessi fargli. E infatti lo feci ancora ridere. Come poteva essere altrimenti?

- Sì, se una cosa è destinata succederà in qualche modo - affermò, sicuro di sè e di ciò che diceva. Mi sarebbe piaciuto pensarlo anche io, ma avevo avuto più volte la certezza del contrario. Forse erano le due esperienze diverse che ci facevano ragione in questo modo, ma amava quell'ottimismo e quel pensiero.

- Chissà, magari hai anche ragione - provai a dargliela vinta, beccandomi una gomitata delicata sull'avambraccio che ebbe il potere di farmi un poco ondeggiare e farmi ridere. C'era una complicità inaspettata e incredibile, che continuava a portarmi a farmi sorridere come se fossi una ragazzina. Mi stava regalando nuovamente un poco di spensieratezza che avevo perso. Lo vidi poi guardare l'orologio e gonfiare le guance, sbuffando un poco prima di alzarsi e porgerle nuovamente la mano.

- Si è fatto tardi, ti riaccompagno a casa - mi disse, facendomi annuire. Non avevo niente di particolare da fare l'indomani, ma una notte di sonno non avrebbe guastato. Afferrai la sua mano e ancora una volta mi ritrovai vicinissima a lui e a quelle labbra che sembravano richiamarmi a loro. Volevo scoprire che sapore avevano, se erano morbide o meno. Volevo sapere come baciava. Le fissai per secondi che sembravano interminabili, usando l'immaginazione per smorzare quella voglia di sfiorarle.

- Allora domani verrai? - chiese, soffiando sulle mie labbra e rendendo le sue ancora più ipnotiche. Sembrava un sogno da cui non volevo svegliarmi, anche perché ultimamente stavo facendo solamente incubi.

- Sì, ma solo se dopo mi spiegherai qualche regola - scherzai, non muovendomi però neanche di mezzo passo e accorgendomi solo ora che la mia mano libera era posata contro il suo petto magro e muscoloso.

- Ne sarò più che felice - disse, interrompendo quel momento magico allontanandosi di qualche centimetro, facendomi nuovamente tornare a riempire i polmoni, che però erano in fiamme.

Me: eh si i due stanno cominciando a scoprirsi un pó e non solo! Si sono dati un secondo appuntamento e Alessia sembra anche molto più rilassata! Secondo voi filerà tutto liscio o ci sarà qualche altro intoppo??

Per scoprirlo dovete solo aspettare mercoledì! Anche questa settimana infatti ci sarà un triplo aggiornamento!
Qui sotto poi la card di Jenny, l'amica di Alessia che impareremo a conoscere. Chi vorreste vedere mercoledì?

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About Last Night || Jorginho Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora