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Alessia

- Permesso - chiese Jorge, entrando titubante nel portone principale.

- Tranquillo è solo l'androne... posso chiederti di chiudere la porta? - domandai prima di cominciare a salire le scale. Il mio appartamento era al penultimo piano di quella palazzina composta da quattordici appartamenti divisi dalla scala centrale. Inutile dire che non conoscevo neanche la metà dei miei condomini, anche se ero riuscita a litigare con buona parte per la questione rifiuti.

- Non avete un ascensore? - domandò il ragazzo dietro di me, sprogendosi un poco lungo la tromba delle scale. Feci no col capo prima di cercare le chiavi in borsa e fare gli ultimi gradini saltellando, litigando come sempre con la serratura arrugginita.

Era il vecchio appartamento di Josephine, rimasto sfitto da anni. Non sapevo da quanto tempo non venivano fatti i lavori li dentro, ma la cosa più nuova che ero riuscita a fare era stato imbiancare visto che l'intonaco su muri prima quasi cadevano a pezzi.

Aprii lentamente la porta ed entrai, accendendo le varie luci fioche e giallognole.

- Avanti e scusa il disordine - misi le mani avanti, chiudendo la porta dietro di lui. Quello che si presentava davanti er un bilocale vecchio e con pochi comfort, con una cucina stra usata e un tavolo di legno che un tempo doveva esser molto bello, ma che ora era stato mangiato dalle termiti. La moquette blu era ormai consumata e non risultava più morbida, ma tanto valeva visto che la odiavo e passavo le ore a pulirla.

- Molto raccolto - fu il primo commento di Jorge, che subito mi fece ridere. Giusto, chissà a cosa era abituato lui.

- Sì, ma almeno si riscalda in fretta e senza troppe spese - commentai, finendo di accendere le varie luci necessarie prima di tornare da lui, imbarazzata come poche volte prima.

- Se... se mi lasci la camicia provo a lavarla - commentai, distogliendo lo sguardo da lui. Quanto mi imbarazzava quella domanda...e pensare che un tempo non mi sarei fatta problemi a chiedere a un uomo di spogliarsi. I tempi erano cambiati e io con essi.

- Certo, anche se poi voglio sapere il tuo segreto - scherzò, facendomi rilassare. I miei occhi erano come ipnotizzati dalle sue dita che facevano saltare un bottone alla volta, rendendomi possibile vedere un petto magro e muscoloso e perfettamente liscio. Avevo l'istinto di toccarlo, sfiorarlo, e provare ancora quella scarica elettrica che prendeva il nome di eccitazione.

- Il segreto? - balbettai, prendendo in mano la camicia ma non riuscendo a staccare gli occhi da lui. Caspita cosa mi aveva fatto? Mi riscossi e tornai a guardarlo in volto mentre Jorge sembrava quasi soddiafatto di quella reazione avuta.

- Sapone di marsiglia e tanto olio di gomito - sputai fuori prima di girarmi e tentare di sparire, nonostante fosse impossibile in quella casa. Dovevo calmare lo stomaco e le sue farfalle e dovevo anche sbollire un pò. Non sentivo quelle sensazioni da troppo tempo.

- Ah, io avrei messo tutto in lavatrice - commentò lui, facendo ridere. Tornai in sala con in mano una bacinella, del sapone solido e la sua camicia. Misi dell'acqua calda dentro la vaschetta e la posai sul tavolo prima di prendere la grattugia e passarci sopra il sapone.

- Beh questo non l'ho mai visto - rise lui, avvicinandosi. Aveva gli occhi giganti, le pupille dilatate e sembrava divertito da ciò che stavo facendo.

- Beh, a mali estremi estremi rimedi - risposi, cominciando a strofinare la macchia.
L'acqua ben presto divenne colma di schiuma e la macchia fortunatamente andò via dopo molto sfregamenti. Soddisfatta del risultato strizzai il tutto e lo osservai: volevo essere sicura che fosse pulita.

- Sei comica così - scherzò nuovamente lui, distrandomi. La sua fu tutta una tattica perché appena sollevai fu sguardo per guardarlo, acqua e schiuma finirono sul mio volto. Jorge aveva infatti posato una montagnola di schiuma sulla punta del mio naso, mentre con l'altra mano nella bacinella aveva fatto uno schizzo.

- Non ci credo - dissi sbalordita, aprendo lentamente gli occhi mentre sentivo la schiuma colare giù dal mio naso. Rimasi a bocca aperta per qualche altro secondo prima di agire: velocemente raccolsi altra schiuma, andando a posarla sulla sua guancia.

- Ora potrei essere soddisfatta - commentai prima di scoppiare a ridere nel vedere la sua faccia biricchina e quello sguardo che diceva che ci sarebbero state piacevoli conseguenze.

- Oh no cara, tu hai appena dato via a una guerra - commentò Jorge prima di gettarmi altra schiuma che finì sul mio mento.

Risi. Di gusto. Come non accadeva da anni.

E poi ovviamente continuai la lotta. Immersi nuovamente le mani e disegnai una faccina sorridente sulla guancia ancora pulita prima di vederlo scattare. Jorge si era infatti spostato e ora mi stava rincorrendo lungo tutto il tavolo e non gli ci volle molto prima di catturarmi tra le sue braccia, pulendosi sui miei capelli e su di me dalla schiuma che avevo appena spalmato sul suo volto.

- Ecco qui - scherzó lui continuando a tenermi stretta a lui. Il suo corpo emanava calore ed era forte, più di quanto potesse sembrare. E poi quella risata cristallina e sincera, tranquilla... mi stava conquistando.

- Ora direi che siamo pari - continuò lui, fissandomi. Ero poco più bassa di lui, quel tanto che gli consentiva di guardarmi dall'alto verso il basso, ed eravamo tanto vicini, come non mai. Il suo fiato sfiorava la mia pelle bagnata, facendomi venire la pelle d'oca, e le sue labbra erano tornate a chiamarmi. Sentii le sue mani sfiorarmi la schiena dolcemente, insinuandosi sotto la camicetta e sfiorando la pelle e le due piccole fossette sul fondo della schiena, facendomi inarcare un poco a causa dei brividi che partivano dalla testa e finivano alle punte dei piedi.

Erano piacevoli quelle dita, quel tocco gentile e delicato, ma sapiente mentre  il suo sguardo mi stava spogliando.
Mi avvicinai lentamente a Jorge, sfiorando la punta del suo naso con la mia, percependo sempre più vicino il suo respiro, notando il suo sguardo che si era ormai soffermato sulle mie labbra, bramandole. Deglutii prima di posare l'indice sul suo labbro inferiore, sfiorandolo e disegnando, cominciando ad avere un assaggio di ciò che in realtà volevo.

Mi trattenni fino a che potei, cercando di non cedere a quell'attrazione primordiale, ma alla fine cedetti. Le mie mani strinsero il suo volto mentre le mie labbra si unirono finalmente alle sue facendo di noi un solo respiro.

Le braccia di Jorge si strinsero maggiormente, sollevandomi da terra con facilità disarmante. Senza pensarci due volte incrociai le gambe dietro la sua schiena, le sue mani ora mi tenevano dal fondoschiena, stringendolo, mentre le sue labbra rimanevano unite alle mie, mentre ci studiavamo e ci bramavamo.

Ci conquistavamo.

Lo baciai a lungo, fino a perdere il respiro, ma non per questo ci fermammo.

Me: ebbene si... è arrivato il momento! La passione è scoppiata e i due si sono avvicinati...tanto! Ma c'era tanta passione e chimica, si sapeva sarebbe capitato! Ma ora cosa succederà? Filierà tutto liscio? Ricordatevi che vi ho promesso del dramma... che è sempre dietro l'angolo ahahah
Vi è piaciuto questo capitolo? Ve lo aspettavate così il primo bacio tra questi due piccioncini?

Vi ricordo di lasciarmi un commentino (a breve rispondo a quelli di domani, ma i bimbi a lavoro mi stanno tirando scema) e di votare il capitolo ❤❤

About Last Night || Jorginho Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora