Alessia
Mi svegliai ancora elettrica. La sera precedente era stata... pazza e incredibile, ma anche strana. Non mi ero mai sentita in quel modo, a dir la verità neanche sapevo dire come, ma tutto era assurdo e piacevole allo stesso tempo. Al mattino sistemai un poco l'appartamento, pulendolo da cima a fondo e cominciando a sistemare i vari indumenti che sarebbero stati più adatti per quella stagione e in ritardo cominciai a preparare un semplice pranzo. Jenny sarebbe venuta a mangiare da me e mi ero proposta di preparare una semplice piadina con un pò di burrata a parte. Avere incredibili ingredienti era una delle cose buone che lavorare al ristorante portava.
- Ehy!! Mi apri?? - urlò la mia amica dal pianerottolo, facendomi storcere il naso. Non era ancora pronto assolutamente niente, il che non andava bene affatto. Odiavo quelle urla, ma non avendo un citofono funzionante quella era l'unica cosa che gli ospiti potevano fare.
- Arrivo! - urlai, cominciando a incamminarmi verso l'entrata. Avevo i capelli raccolti in una coda alta e una tuta comoda e casalinga. E per questo Jenny inorridì appena mi vide, ma non disse niente, sapendo bene che tanto non sarebbe cambiato nulla. La mia amica aveva lottato per mesi per farmi cambiare modo di vestirmi e di vivere in generale, ma aveva trovato un muro alto che non era riuscita in nessun modo a spaccare.
Jenny si stravaccò sul divano, guardandomi con curiosità, mordendosi il labbro inferiore con forza. Era impeccabilmente truccata, come sempre, e con i lunghi capelli boccolosi e un paio di jeans strizzati. Era una bomba e lei lo sapeva bene.
- Sei diversa oggi - iniziò, facendomi sorridere mentre continuavo a preparare la tavola. Servire e cucinare era ormai diventata una routine. Quella frase però mi fece strano... era così evidente? E diversa in che modo?
- Probabilmente è solo una tua impressione - tentai di troncare, rendendomi conto che mai sarei riuscita a mentirle. Era più forte di me, le menzogne non riuscivo a dirle e quando ci provavo mi si leggeva in faccia quanto stavo mentendo.
- No, sei diversa. Sei più rilassata. Più felice - continuò lei, studiandomi. Odiavo quando la gente cominciava a fissarmi in quella maniera insistente e poi forse Jenny non aveva tutti quei torti, anche io infatti mi sentivo un poco diversa, più libera. E sì, più felice.
- Sarà una tua impressione. Comunque vieni a tavola che la tua piada è pronta - la redargui, andando a mettere il piatto sul tavolo. La bionda non ci mise due secondi ad alzarsi e gettarsi sul tavolo, anche perché probabilmente stava cominciando a sentire un poco di fame. Jenny faceva la commessa per una marca famosa di abbigliamento e personal shopper per un hotel, che le aveva permesso di conoscere qualche personaggio famoso. In verità la sua vera intenzione era diventare una influencer, ma per quello c'era ancora tanta strada da fare.
- Allora questa sera vieni con me? Dai c'è Josh che non fa altro che chiedere di te e mi sta tirando scema. Fammi felice - cominciò a parlare con la bocca piena, continuando a mangiare con gusto la sua piadina. Attesi qualche altro attimo prima di sedermi di fronte a lei, cominciando a mangiucchiare. Al contrario di Jenny non avevo fame, affatto. Avevo lo stomaco chiuso e cominciavo ad avere un poco di ansia, oltre che continuavo a guardare l'orologio.
- Non posso, ho un impegno - ammisi, impaurita. Sapevo bene quanto fosse pericoloso dire a Jenny ciò che avrei fatto, ma dovevo.
- E dove vai? Non dirmi al ristorante perché è la volta buona che vengo a parlare con tuo zio - minacciò la bionda, facendomi sorridere. No, non era affatto il ristorante, ma qualcosa di più assurdo per me. Chi l'avrebbe mai detto che sarei entrata in uno stadio grazie a uno dei giocatori? Non avrei neanche mai immaginato quella possibilità, figurarsi viverla.
- No, vado allo stadio a vedere la partita del Chelsea - ammisi, socchiudendo un poco gli occhi quando udii lo strillo acuto dell'amica. Al contrario mio Jenny era una appassionata e seguiva da quando era in Italia le varie squadre e aveva anche praticato per qualche anno. Quando c'erano i mondiali o gli europei era anche meglio non pararle visto che stava attaccata tutto il tempo al televisore imprecando contro i vari giocatori.
- Tu allo stadio?! Ma odi il calcio! Non ti è mai interessato! E poi potevi dirmelo, saremmo andate insieme no? - cominciò a parlare, bloccandosi a bocca aperta. Mi osservò per qualche altro secondo prima di riprendere a parlare.
- Ma scusa... perché ci vai? - chiese nuovamente, facendomi assumere un'espressione colpevole che Jenny beccò subito. La vidi indicarmi con l'indice mentre con l'altra mano afferrava il tavogliolo per pulirsi la bocca. Ecco la domanda più pericolosa di tutte e la cosa bella è che non dovetti neanche rispondere! Bastò guardare la mia faccia per farle capire tutto.
- Un uomo... vai con un uomo! E non mi hai detto niente! Sei un'amica terribile - cominciò a scherzare lei, tornando a rilassarsi. Dopottuto Jenny non vedeva l'ora che io trovassi qualcuno con cui guarire un cuore rotto e spaccato in tre pezzi. Ci aveva provato in tutti i modi a farmi trovare la giusta metà, ma mai aveva funzionato e anzi, spesso e volentieri non avevo neanche trovato interessanti le persone che mi proponeva.
- Più o meno... - cominciai a parlare, trovandomi il suo sguardo addosso e sapendo di dover continuare a parlare se non volevo essere sommersa dalle sue domande.
- Adesso ti spiego... ho conosciuto questo ragazzo al ristorante e lui mi ha invitato alla partita, mi ha lasciato un biglietto fuori in biglietteria e niente, tutto qui - cercai di spiegare, tentando di non essere troppo precisa. Non volevo che Jenny si impicciasse troppo e non volevo neanche dovermi difendere perché non credeva alle mie parole.
- Strano! Ed è un miracolo che ti abbia convinto... E come si chiama? - domandò l'amica incuriosita da tutta quella storia che, effettivamente, suonava strana. Mi conosceva troppo bene e sapeva che non sarei andata ad una partita di calcio senza esser un minimo interessata alla persona che mi aveva invitata. Quello sport mi era totalmente indifferente e andare allo stadio senza capirne niente non era il massimo.
- Jorge - risposi alzando le spalle, sperando di far passare in sordina l'informazione. Sfortuntatamente per me Jenny non era stupida: il poco della piada che ancora non aveva mangiato cadde nel piatto e la sua faccia divenne stupita e incredula. Avevo sperato che non fosse così intuitiva, ma ovviamente avevo sbagliato, soprattutto visto che era una grande fan di qualsiasi calciatore.
- Quel Jorge? Che di cognome fa Frello? - domandò con la voce roca, mettendomi in ulteriore imbarazzo. Anche perché a dir la verità non gli avevo neanche chiesto il cognome, ma ovviamente l'avevo letto su Wikipendia durante quella velocissima indagine che avevo fatto su di lui.
- Jorginho - confermai, facendole fare un rumore stridulo. Jenny si era portata le mani alla bocca e non poteva crederci in nessun modo e come darle torto! Sembrava così assurdo e irreale! A lei ovviamente bastava il nome per capire di chi stavo parlando. Quasi saltò dal tavolo.
- Tu mi stai prendendo in giro - disse lei, senza pensarci due volte. Effettivamente come poteva esser vero che una ragazza semplice come me fosse stata anche solo vista da uno come lui? Avrebbe potuto avere tutti, tutto e tutte, invece aveva guardato e scelto me. Perché? Quella domanda continuava a frullarmi nel cervello e continuavo a non trovare risposta.
- Non ti sto prendendo in giro e non so come e cosa è successo, ma è così e mi ha invitato alla partita di oggi e al dopo partita... so che è assurdo ed incredibile, io stessa sono stranita - risposi, sorridendo in maniera dolce a ciò che c'era stato la sera precedente. Era bastata una sera per riuscire a far breccia nel mio cuore, era bastato poco.
Jorge era riuscito in ciò in cui molti altri avevano provato. Lui aveva vinto, gli altri avevano fallito. Cosa lo rendeva diverso? Ancora neanche io lo sapevo, ma ero curiosa di scoprirlo perché l'intesa che avevamo avuto non era qualcosa da ignorare.
- Ma allora... voglio venire anche io! Ti prego, ti prego, ti prego! - scoppiò Jenny, facendomi sbuffare e alzare gli occhi al cielo, ma dandomi il pretesto di sentirlo.
Me: Eccomi col nuovo capitolo! Siamo tornati ad Alessia e qui ho raccontato cosa è successo dalla parte di lei, in modo da dare una cosa completa! Jenny si è fatta sentire e giustamente non ci ha creduto subito! Ma penso sia più che normale ahah
Col nuovo capitolo, e spero la grafica, ci vediamo mercoledì!! Puntuale come sempre u.u
Vi ricordo di votare e commentare per farmi sapere che ne pensate!!
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About Last Night || Jorginho
RomanceFF su Jorginho <3 Alessia è emigrata a Londra in cerca di fortuna e per scappare da un passato pesante. Approdata nella grande città ormai da mesi, continua a lavorare nel ristorante italiano dello zio, ma i grandi sogni cominciano a sgretolarsi...